IN OCCIDENTE FANNO CONGETTURE SU COME PUTIN RAGGIUNGERÀ IL SUO TERZO MANDATO

(fonte Bitacora.com, trad G.P.)

di Leonid Dobrojotov (*)

Come sappiamo, negli anni precedenti Washington si considerava il Padrino del regime postsovietico in Russia: Gorbi Yeltsin e il suo entourage, più che vendere, hanno consegnato l’URSS e la Russia, poiché, alla fine e all’inizio, non erano i ”loro” paesi, in quanto gli ”elementi ” della Russia, terre, acque, ricchezze minerali, beni immobili, fabbriche, centri energetici e manodopera, non gli appartenevano propriamente.

 

È strano, ma in occidente non si aspettavano in nessuna maniera, che in piena corrispondenza con le leggi dell’accumulazione capitalistica, tutto questo potesse trasformarsi in proprietà privata di quelli che Putin rappresenta. E ora questi clan putinisti non hanno la minima intenzione di consegnare questa proprietà – che produce vantaggi inimmaginabili – all’occidente, che con il fine di utilizzare questi mezzi è andato appoggiando, in tutto questo tempo, la “rivoluzione democratica” e le “riforme”. In questo senso, le ultime manovre del Cremlino, compresa la designazione di Zubkov (come primo ministro. N del T) e la presentazione di Putin come primo in lista per “Russia unita”, hanno irritato estremamente i politici e i mezzi di comunicazione occidentali che hanno valutato la questione con nervosismo notevole. Nelle parole di un uno dei periodici americani più importanti: ”Now Putin stays forever” (Ora Putin rimane per sempre). E la sola domanda che si pongono è come (Putin), continuerà a governare la Russia senza limitazione di potere né di tempo. Durante questi mesi, hanno continuato con i loro giornali, come se si trattasse di un film di suspense, generando timore con la sceneggiata del terzo mandato presidenziale. In seguito, dopo le numerose smentite di Putin stesso (secondo il giornale ”Kommersant”, quest’ultimo ha anche dato la sua parola al famoso politologo americano d’origine russa, Nikolai Zlobin), sembrarono comprendere, che Putin non violerà in questo modo la costituzione di Yeltsin, e si sono messi a fare congetture su come sarebbe potuto restare al potere (nessuno dubita che sarà così). Dopo gli ultimi eventi e le dichiarazioni di Putin stesso, i “cremlinologi” occidentali (questa professione, che è sembrata morire con il Politburo, e che ora riappare nuovamente), si sono lanciati a discutere la versione moscovita del trapasso dell’attuale presidente alla poltrona di primo ministro, con la conseguente diminuzione di poteri, o il pronto ritorno alla poltrona del Cremlino (al termine dei 4 anni, o molto prima). Tuttavia, in questa versione si continua a non comprende un aspetto determinante: cosa succede allora con Zubkov o con un altro pretendente, che occupa il posto del presidente nel 2008? Comunque e nonostante la sua lealtà, Putin non può essere sicuro al 100%, che vadano a realizzarsi le promesse e che gli venga ceduto l’incarico secondo ciò che è già deciso. Di conseguenza, Putin non assumerebbe questo rischio. Gleb Pavlovsky uno dei politologi più vicini al presidente, ha recentemente confermato quest’ipotesi. Ma potrebbe essere così, per cui che senso ha tutta questa baraonda messa in scena da V.V.P.? (Vladimir Vladimirovich Putin. N del T) si chiede a ragione l’altro V.V.P. (Pozner, conducente del programma televisivo famoso ”Vremena” (Tempi). A giudicare dai diversi segnali, si valuta in occidente, oltre a Pavlovsky, Surkov e compagnia cantante, che contando sul gusto di sorprendere che accompagna Putin, si sta preparando una nuova alternativa per sorprendere il paese ed il mondo.

In mancanza di altre idee, il consorzio ”Jamestown Fondation ” con sede a Washington, che si presume avere fonti vicine alla CIA, distribuì in pochi giorni una nuova versione. Secondo loro, gli eventi si possono sviluppare nel modo seguente: immediatamente dopo la vittoria trionfale alle legislative di ”Russia unita ” con Putin in testa, quest’ultimo rassegna le dimissioni da presidente e passa immediatamente a presentarsi come candidato di ”Russia unita ”per le elezioni anticipate della presidenza (senza violare così la costituzione, poiché Putin agirebbe già come un politico qualunque, e le elezioni sarebbero anticipate). Come è risaputo, in accordo con la costituzione, queste dovrebbero avere luogo entro un termine massimo di tre mesi, dopo le dimissioni del presidente. In accordo con questa stessa costituzione, Zubkov diventerebbe presidente, ma per un periodo massimo di tre mesi, il che difficilmente gli permetterebbe di accumulare tutto il potere nelle sue mani, per poterlo mantenere più avanti (benché dubito molto che aspiri a farlo). In questo modo, Putin prende parte alle elezioni e vince in modo sconcertante senza dovere violare nessuna norma costituzionale. Come assicura ”Jamestown Fondation”, Putin non soltanto apparirà con le mani linde dinanzi alla legge. Secondo questo copione, risulterebbe il primo presidente russo scelto come candidato di un partito politico, cosa che può essere interpretata dagli strateghi del Cremlino come un’argomentazione di peso per il successivo cammino della Russia verso la “democrazia sovrana” (Charles Gurin. Will Putin Step Dawn Early in Order To Run Again? Jamestown Foundation Eurasie Daily Monitor. October 3, 2007). Cosa possiamo dire? Non è chiaro se questa pubblicazione digitale è in grado di filtrare i piani reali di una parte dell’ambiente di Putin, o è il frutto dell’immaginazione di ciò che sono i “cremlinologi” di Washington. Ciò che è sicuro è che Putin ed il suo enorme clan, sono interessati al governo perpetuo, e non consegneranno volontariamente il potere. La questione è vedere come pensano di farlo. E ciò che è più importante: è chiaro che tutto ciò non ha nulla a che vedere con gli interessi reali della Russia e del suo popolo. da questo punto di vista, il PCFR può e deve avere un solo obiettivo: presentarsi alle elezioni ed ottenere la più grande rappresentazione possibile alla Duma. Inoltre, se si trasforma in una Duma bipartica, tanto meglio. Andare alle presidenziali e ottenere che il candidato del partito, ottenga il più grande numero possibile di voti. Il popolo deve sapere che ha un’alternativa reale. Il popolo deve sapere che c’è un partito, capace di fare pressione sul governo e difendere i suoi interessi. Il popolo deve ricordare le lezioni della storia e capire, che come per gli inizi del secolo scorso, il cammino verso la vittoria può molto risultare più breve, anche di quello che pensava il medesimo Lenin. Occorre essere pronti a prendere il potere e combattere per esso. Quello è l’obiettivo reale, che dà senso all’esistenza di qualsiasi partito politico.

 

(*)  Doctor en historia. Rusia.