INGANNO DOPO INGANNO, di GLG, 5 maggio ‘14
http://www.ilgiornale.it/redirect/economia/svendere-nuovo-l-italia-questa-vera-missione-renzi-1016356.html
ottimo articolo senz’altro, sempre più indirizzato a cogliere gli aspetti della crescente “colonizzazione” d’Italia. E’ una lunga storia. Si deve partire dall’IRI, presa nel dopoguerra dalla DC (e non quella “di sinistra”) e rafforzata con Finmeccanica, Eni e, infine (con il primo centro-sinistra), Enel. Fu questa industria (di Stato, in realtà manageriale, con dirigenti legati tuttavia agli apparati statali) a consentire la resistenza di fronte alla pura impresa privata (capeggiata dalla Fiat) che, ad un certo punto, mise in piedi quell’operazione (di cui un episodio specialmente “visibile”, ma come effetto e non causa) fu il lancio del giornale Repubblica (1976). L’operazione era già in corso con il mutamento del PCI manovrato da Berlinguer (a partire dall’inizio anni ’70). Assieme alla “sinistra” DC (e con le eccessive “astuzie” e giravolte di Andreotti, pur consapevole di ciò che si stava giocando), iniziò il “compromesso storico”, mentre il sedicente “eurocomunismo” dava avvio agli intrallazzi con una parte dei centri strategici statunitensi. Il viaggio di Napolitano negli Usa e il “caso Moro” (1978) sono momenti salienti del processo, su cui vige ancora la menzogna e il nascondimento del loro reale significato. Si verificò il mutamento di campo del Pci (sotto traccia fino al crollo del “socialismo reale”); questo partito e la “sinistra” democristiana si allearono nell’attaccare la parte DC legata all’industria di Stato per far vincere il capitalismo privato, quello dei “cotonieri” legati per interessi precipui – di cui una successiva manifestazione particolarmente eclatante è stata l’operazione Fiat-Chrysler, dove l’azienda italiana si è “impadronita” di quella americana con i soldi dati dall’Amministrazione statunitense – al capitalismo del paese predominante. Il risultato fu la botta forte impartita da “mani pulite” con il cambio di regime, che ha visto unirsi gli ex piciisti e gli ex diccì di “sinistra”.
Il resto del “pubblico” (ancora abbastanza forte, in pratica le tre industrie statali fondate nel dopoguerra al di fuori dell’IRI) resistette con una mossa – trinceramento dietro Berlusconi con il suo liberismo d’accatto – la cui debolezza si sconta adesso, a partire dal 2010-11. L’ex cavaliere ha funzionato da elemento di resistenza per i propri interessi, poiché Agnelli e altri confindustriali privati, coadiuvati dal nuovo agglomerato di “sinistra” (ex piciisti e parte dei diccì) minacciavano di distruggerlo; e indubbiamente nel 2003 (agosto, incontrando Putin) sembrò rafforzare una certa posizione favorendo i rapporti “a due” tra Eni e Gazprom. Da allora si è avuta la controffensiva del “privato” (dei “cotonieri” al servizio degli Usa), che ha progressivamente avuto successo, pur dovendo scontare la lenta liquidazione dei veri e propri “traditori” ex-piciisti e infine il passaggio della “sinistra” sotto l’egida di personaggi alla Renzi, che non hanno alcun particolare passato riconducibile alle manovre condotte a partire dagli anni ’70.
Siamo adesso alla resa dei conti. Berlusconi ormai funziona da complice – sia pure usando una certa cautela e furbizia (tutta legata però a “suggerimenti esterni”) – dell’operazione di “nuovo regime” condotta sotto la più completa direzione di “consiglieri” (strategici) statunitensi. Per capirla, sarà necessario studiare la nuova forma di colonizzazione che sembra in via di affermazione dopo il vecchio colonialismo (di tipo inglese) e il neocolonialismo successivo alla seconda guerra mondiale, quello cui si oppose il “terzomondismo”. In seguito al “crollo socialistico”, tra fine anni ’90 e primo decennio del XXI secolo, si avviò una fase di transizione con le guerre quasi veterocoloniali tipo Irak e Afghanistan. Nel frattempo, è venuta avanti questa nuova forma (che riesco al momento solo ad intuire vagamente), di cui credo l’Italia sia un esempio significativo e da studiare.
Solo se infine ci forniremo di nuove categorie teoriche – ormai del tutto differenti dal vecchio marxismo (ma ancor più lontane dal becero liberismo o anche keynesismo degli “attardati”) – e di una completa revisione storica, come minimo dell’intero XX secolo (e anche prima, ma con speciale attenzione dal 1945 in poi), riusciremo infine a capirci qualcosa. Stiamo entrando in una vera nuova fase storica, che sarà drammatica come altre precedenti. Siamo però in ritardo spaventoso nel cercare di capire quanto sta avvenendo. Da qui lo sprofondamento culturale, la vergogna di una politica solo criminale e priva di qualsiasi grandezza, l’indecenza di un ceto intellettuale composto ormai da semplici decerebrati. Muoviamoci! Siamo sull’orlo non di un semplice imbarbarimento, ma del passaggio all’“oltreuomo”, nel senso di una specie che farà impallidire la fantasia di autori come quelli di film tipo “Alien” e simili. Sicuramente, gli zombi ci appariranno dei simpatici ometti un po’ bizzarri.