Intervista a Stella Khorosheva, portavoce del sindaco di Slaviansk Vyaceslav Ponomariov
1) G.P. L’11 maggio è nata la Repubblica Popolare di Donetsk, ratificata da un referendum che ha visto la partecipazione di milioni di persone, eppure la Comunità internazionale non riconosce l’esito delle consultazioni. Come valutate questo sbarramento occidentale alle vostre aspirazioni indipendentiste?
S.K. La comunità internazionale si oppone e non riconoscerà l’espressione della nostra volontà nazionale? Questo non è un ostacolo al nostro cammino. Non ci concentreremo su questo dilemma. Su quali basi si è permessa di interferire nelle nostre decisioni e su quali basi si mette al di sopra di ogni altra cosa? La sua isteria è un prodotto del suo cervello malato. E’ più importante che la gente abbia riconosciuto il referendum. E’ una cosiddetta Comunità Internazionale che nessuno vede mai e non ti parla negli occhi. E’ facile parlare da dietro un recinto. La saggezza orientale dice che il cane abbaia e la carovana passa.
2) G.P. Dopo essersi staccata da Kiev quali altri passi intende fare la nuova Repubblica sullo scenario geopolitico tra Russia ed Europa e nella sua configurazione amministrativa interna? Sì unirà alle altre regioni dell’Est che si proclameranno o si sono già proclamate libere?
Ora viene la formazione della struttura politica e amministrativa della Novorossia. L’Obiettivo è quello della democrazia diretta, quando la gente delega il potere per gestire l’amministrazione e la struttura dello Stato. Il primo passo lo abbiamo già fatto. Si è creata la comunità territoriale di Slavyansk, i battaglioni del popolo sono stati legalizzati. Abbiamo una formazione militare legittima. Al momento, stiamo discutendo con la Repubblica popolare di Lugansk. Lo scopo è l’unificazione delle repubbliche e la formazione della Novorossija.
3) G.P. Il progetto di creare una entità statale nel Sud-Est dell’Ucraina chiamata Novorossija è realistico? Sperate di ottenere il sostegno russo che al momento non è stato così forte come ci si aspettava?
S.K. Anche sostenerci moralmente è stato molto importante nella nostra situazione. Il supporto esiste ed esisterà. Le nostre fabbriche e i nostri impianti sono tutti strettamente connessi con la Russia. In generale, nella nostra regione, su un piccolo territorio, sono concentrate le infrastrutture produttive necessarie a garantire la sussistenza da ogni lato. Il progetto è molto realistico ed è in corso di attuazione. Dopo tutto, siamo orientati verso l’economia russa. La guerra è guerra, ma la vita è più forte, ricreeremo i posti di lavoro. Chi si aspettava un appoggio? Voi lo aspettavate?
4) G.P. In questi giorni Slaviansk è sotto le bombe e i missili Grad della Junta. Da Kiev vi accusano di essere terroristi eppure sono loro a terrorizzare i civili colpendo la gente disarmata. Sarete in grado di resistere a questi attacchi ancora a lungo, anche senza i rinforzi russi?
S.K. Siamo disposti a resistere agli attacchi. Abbiamo forze sufficienti. I rinforzi arriveranno e ci sono le armi. Le nostri guarnigioni sono in città come Slaviansk, Kramators’k, Seversk, Donetsk, Gorlovka, Mykolaivka, Kostiantynivka, ecc. Abbiamo un enorme sostegno popolare. Abbiamo la comprensione della gente per quel che sta accadendo e siamo sicuri della vittoria. Dobbiamo andare avanti tutto il tempo necessario.
5) G.P. Il 25 maggio si terranno le elezioni presidenziali in Ucraina. I seggi saranno aperti a Slaviansk?
S.K. A Slaviansk non ci saranno le elezioni presidenziali.
6) G.P. Che cosa vi aspettate dal Governo che si insedierà a Kiev dopo quella data?
S.K. Un lungo patibolo
7) G.P. E’ ancora possibile che gli ucraini tornino ad essere un unico popolo dopo le stragi di Odessa e Mariupol e i bombardamenti nel DonBass?
S.K. Lo Stato ucraino, all’interno dei suoi confini passati non esiste più. Noi siamo russi che vivono nel Donbass e che sono stati coercitivamente associati all’Ucraina. Fino al 1918 non era così. Tutto ciò è durato 100 anni ed è abbastanza.