Inutilità del voto

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I partiti si azzuffano per questioni senza alcuna importanza, tra chi sostiene l’agenda Draghi e chi accusa gli altri di aver fatto cadere Draghi. Ma l’agenda Draghi non esiste e nemmeno lo stesso Draghi, uomo di fumo e di nessuna sostanza, reso grande dalle chiacchiere giornalistiche di chi vuole l’Italia serva di dolore ostello. Tanto a destra che a sinistra si fa professione di atlantismo e ciò basta per suggerire agli elettori di restare a casa anziché recarsi alle urne per sprecare il loro tempo, in tempi difficili come i nostri. Ma oggi più che mai bisognerebbe premiare il coraggio, se solo esistesse. Quello di una forza che all’inizio del programma fosse capace di mettere la politica estera, primo banco di prova dell’era multipolare. Ci vorrebbe un leader che dicesse agli italiani: se vincessimo noi metteremmo in discussione qualsiasi situazione che ci danneggia. Non siamo i sottomessi di nessuno e non abbiamo pregiudizi verso chicchessia. Compreremo dove più ci piace e ci dirigeremo dove più ci conviene. Per noi sono tutti pari se quel che otteniamo da loro combacia con i nostri interessi nazionali.
Lo sosteneva Carl Schmitt, ci sono fasi storiche in cui la politica estera è la politica tout court. Tutto dipende da essa, anche le grandi e piccole situazioni interne. La politica estera inoltre attesta della vera competenza dei politici e della loro abilità strategica. Draghi ha dimostrato, in questo senso, di essere un conformista e dunque un dilettante su tutti i fronti. Mandeville affermava che: “gli affari esteri devono essere condotti con prudenza, e il ministero di ogni nazione deve disporre di un buon numero di spie e di informatori all’estero, ed essere a conoscenza degli atti pubblici di tutti i paesi che per vicinanza, forza o interessi possono essere di vantaggio o di danno, per poter prendere di conseguenza le misure necessarie, ostacolando alcuni e favorendo altri, secondo che la politica o l’equilibrio delle forze richiedono…queste sono le arti che conducono alla grandezza terrena”.

Gli affari esteri dell’Italia così come affrontati non portano a nulla di buono, figuriamoci alla grandezza terrena. Detto questo vi sarete fatti un’idea su chi votare o meglio se andare a votare.