La Cina è lontana
Statene certi, non moriremo cinesi e nemmeno per mano asiatica, almeno per molto tempo. Quando sento dire da qualcuno, anche con i galloni dell’esperto geopolitico, che il pericolo per l’Occidente viene dalla Cina, non posso che fare una smorfia di disappunto. Costui me lo dica in mandarino che sto per diventare giallo, innanzitutto, e non in un inglese biascicato o, addirittura, in un italiano stentato. No, non diventeremo cinesi perché non basta quello che la Cina ha fatto in questi decenni per salire meritatamente sulla scena mondiale. Si sostiene da più parti che Pechino sarà a breve la prima economia mondiale del pianeta ma la questione non quadra. Come vengono fatti questi calcoli? Tra le prime dieci grandi imprese al mondo solo due sono cinesi e non sono nemmeno tra le prime cinque. Gli Usa restano davanti all’Impero di mezzo per tutte le materie che contano: ricerca, tecnologia, innovazione e, soprattutto, forza bellica e capacità di creare e sottomettere zona d’influenza. Quantità e qualità a go-go. Certo, meno di un tempo a causa di un relativo declino statunitense ma ancora a livelli quasi inattaccabili dagli altri. La Cina ha fatto grandi sforzi, è divenuta attrice importate sullo scacchiere internazionale ma la sua proiezione (geo)politica esterna resta limitata e non all’altezza della sua capacità di penetrazione commerciale. La Cina assomiglia più ad un grande e indaffarato magazzino, altamente automatizzato e ben protetto contro i malintenzionati, piuttosto che a un “poliziotto” globale (è sicuramente nel suo immediato “quadrante” che le cose stanno cambiando. Forse, un giorno non troppo lontano gli americani saranno espunti da quell’area ma non sarà ciò a capovolgere i destini del mondo). Muteranno i rapporti conflittuali, ciò permetterà ai cinesi di cinesizzare il loro estero prossimo, non di ingiallire il resto del pianeta. Sotto questo aspetto, per vocazione epocale e lascito storico, la Russia è meglio attrezzata del regno celestiale a fare le cose in grande. Infine, c’è quello che dice Alberoni nel pezzo sotto riportato. Cultura e pensiero millenari europei (benché riprogrammati e ri-pragmatizzati oltreoceano) non soccomberanno ad altrettanta cultura e pensiero cinese, per troppa differenza e pochi agganci reciproci. La Cina è vicina solo nelle forme economiche ma è lontanissima per tutto il resto. Restiamo inassimilabili gli uni agli altri. La Cina darà un contributo importante alla ridefinizione dei rapporti di forza globali ma difficilmente avrà mai quella forza globale per esercitare una prepotenza generale sul planisfero. Se questo possa anche accadere tra un centinaio di anni è cosa che non ci interessa, noi siamo più curiosi di capire l’evoluzione dei prossimi decenni.