La cosina
Questo è un pezzo sessista oppure di buon senso. Dipende dal target. Se la pensate come la Presidentessa della Camera, sacerdotessa della quota rosa in salsa rossa, non andate oltre. Fermatevi per non turbare la vostra sensibilità che sale dagli strumenti più bassi. Se, invece, credete che tutte le misure politically correct in favore delle donne abbiano contribuito ad abbassare il livello di entrambi i generi, giù fino a comportamenti da scuole elementari, proseguite pure, ne trarrete, spero, giovamento. Dopo la cosa a sinistra è nata la cosina.
Occhetto evirò il PCI della sua tradizione, Renzi lo ha messo in tutù coprendo la sua storia di altra vergogna, il primo esempio di partito transgender della vita nazionale che ha completato la metamorfosi. Per questo la cosina è importante, più delle radici (per parafrasare la suora di Sorrentino). Se ce l’hai tra le gambe e sei una militante diventi la prima della classe, cioè del catalogo elettorale. La cosina in lista, come sulla copertina di un banale magazine, attira il vuoto più che il voto perché ormai l’elettorato è stato svuotato dei valori e dei principi di un tempo e quei pochi che ancora credono all’urna, meno della metà della popolazione, corrispondono perfettamente ai loro rappresentanti in elenco. Dunque, avanti con la quota rosa verso il tramonto dell’avvenire e la fine della politica ridotta a cosina di partito da sbattere in un dibattito pubblico degenerato in orgia propagandistica.
Renzi, che è l’incarnazione perfetta del nuovo leader senza identità, si è lanciato nella corsa all’uguaglianza forzata tra i sessi con la solita furbizia, servendosi di quella cosina lì per ripulire il campo dagli avversari di partito. La quota rosa è allora quella cosa (o cosina) con la quale si osa e si capovolgono i rapporti di forza, attraverso il fu sesso debole, nell’organizzazione politica e nel governo.
La quota rosa è una scusa ad uso e consumo del capo; perchè, care virago o sedicenti tali, il corpo sarà pure vostro ma lo gestisce lui a scopo di partito. Il Premier ha piazzato le sue cocche rosa, così le ha definite il giornalista Francesco Borgonovo, come capolista alle europee. L’ennesima svolta che pare una rivoltella alla tempia della ragione. Decenni di lotte delle donne per diventare una specie tutelata da tirare fuori dalle gabbie nelle occasioni speciali, si tratti delle consultazioni elettorali o dei consigli amministrativi di imprese pubbliche e private. Il WWF delle streghe che sono tornate “genericamente” modificate in fascia protetta. Ma quella fascia riservata, comunque, resta una concessione di altri uomini che nascondono tutta la loro mancanza d’idee e la loro approssimazione ideologica dietro al corpo di alcune prescelte, metà amazzoni televisive e metà animali da compagnia.
Una sorta di scudo umano femminile oltre il quale certi maschietti continuano indisturbati i loro giochetti di potere. Ovviamente, queste dame di cordata si prestano alla scalata non per sprovvedutezza ma per convenienza, a dimostrazione che l’intelligenza è sempre un’arma a doppio taglio e può essere utilizzata malissimo da uomini e donne indistintamente, perché uomini e donne sono fatti del medesimo fango o, per dirla alla Rino Formica, dello stesso sangue misto a merda, soprattutto quando agiscono nell’arena parlamentare. Su questo non c’è differenza di materiali che non mentono mai, al contrario dei politicanti che si nascondono sotto una gonnella, oppure l’indossano come un’armatura. Questo diversivo, signore e signori, compagne e compagni, inquilini e affittuari, non ci incanta e non ci inganna. Ma mi faccino il piacere, come direbbe Totò. Che certe vacuità e meschinità le dicano e le facciano gli esemplari femminili o quelli maschili del genere umano non cambia la tragica situazione.
Questa classe politica ha ridotto l’Italia ad un bordello e non faremo alcuna distinzione di sesso nel manifestare tutto il nostro sdegno nei suoi riguardi. Mentre lor signori/e continuano a trastullarsi sul sesso degli angeli e sulla possibilità che anche in paradiso venga introdotto il terzo sesso per decreto papale, sempre più italiani finiscono al cimitero a causa della crisi. Vadano al diavolo tutti coloro, senza distinzione di organo riproduttivo, che imbrogliano i connazionali. Contro le mode del presente, contro l’ideologia politicamente corretta che corrompe e rovina la nostra millenaria cultura, contro tutta questa gente senza attributi che si prende gioco di noi, rimettiamo l’uomo e la donna sui piedi affinché la specie possa tornare a pensare con la testa di sopra. Insomma, abbattiamo questa oscena democrazia degli organi genitali e ripristiniamo la dittatura del cervello. Ne perderemo in sesso ma ne guadagneremo di senno.