LA DEMOCRAZIA IN AMERICA di A. Berlendis
Alexis de Tocqueville, magistrato, autore dell’opera ricordata nel titolo sopra, inviato negli Stati Uniti a studiarne il regime penitenziario, scriveva nel lontano 1835 “Fra le cose nuove che attirarono la mia attenzione durante il mio soggiorno…, una soprattutto mi colpì assai profondamente, e cioè l’ uguaglianza delle condizioni . Facilmente potei constatare che essa esercita un’influenza straordinaria sul cammino della società, dà un certo indirizzo allo spirito pubblico e una certa linea alle leggi, suggerisce nuove massime ai governanti e particolari abitudini ai governati.”(‘La democrazia in America’ Rizzoli pag. 19)
E’ a questo spirito probabilmente a cui il neopresidente USA si è ispirato affermando nel suo primo discorso che la sua vittoria “È stata costruita da uomini e donne lavoratrici che hanno scavato nei pochi risparmi che avevano e hanno dato cinque dollari e dieci dollari e venti dollari per questa causa.” (fonte : http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Elezioni-Usa.-Il-discorso-integrale-di-Obama-dopo-la-vittoria.html). Ha quindi giustamente ringraziato i piccoli azionisti della sua impresa…. Peccato che abbia invece mascherato i grandi azionisti, i veri controllori dei pacchetti di comando che orienteranno poi effettivamente la sua azione, cioè i gruppi finanziari ed industriali, che come si evince dall’articolo e dalle tabelle allegate sotto, hanno investito qualcosa di più di cinque, dieci o venti dollari…
Non possiamo che richiamare le chiare e forti parole di colui che nel 1917 ebbe il merito storico della presa del potere, e che quella che Pasolini chiamò ‘gentucola’ vorrebbe oggi condannare e rimuovere : rispondendo ad un giornalista americano Lenin sostenne che “le vecchie Costituzioni democratiche borghesi esaltavano, ad esempio, l’ uguaglianza formale e la libertà di riunione” mentre il punto di vista rivoluzionario “respinge l’ipocrisia di un’uguaglianza puramente formale. Quando i repubblicani borghesi rovesciavano i troni, non si preoccupavano affatto dell’uguaglianza formale tra i monarchici e i repubblicani. Quando si tratta di rovesciare la borghesia, solo i traditori o gli imbecilli possono postulare l’uguaglianza formale per la borghesia. Quando tutti gli edifici migliori sono accaparrati dalla borghesia, la "libertà di riunione" per gli operai e per i contadini non vale un soldo bucato.” (Pubblicata sulla Pravda n° 132 del 25 luglio 1919)
Ba(nca)rack Obama
(Fonte Virgilio- Peacereporter)
Le più grandi banche d’affari mondiali hanno puntato tutto su di lui.
Dopo aver spulciato i rapporti finanziari che i due candidati presidenziali trasmettono alla Commissione Elettorale Federale, il prestigioso Center for Responsive Politics (organizzazione non governativa Usa che monitora i legami tra finanza e politica) ha pubblicato sul suo sito web OpenSecrets.org la lista dei maggiori sostenitori di Obama e McCain.
In cima alla lista dei ‘contributors’ del giovane senatore democratico dell’Illinois (assieme a grandi Università come Harvard e Stanford, giganti dell’informatica come Microsoft, Google e Ibm, major cinematografiche e televisive come Time Warner e National Amusements e i più potenti studi legali Usa), troviamo anche Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Citigroup, Unione Banche Svizzere e Morgan Stanley. Pesi massimi del sistema finanziario Usa che, pur avendo finanziato entrambi i candidati, stando alle cifre hanno chiaramente favorito quello democratico.
Obama ha preso – tramite donazioni personali, mai aziendali – 874 mila dollari dalla Goldman Sachs (che a McCain ha dato solo 228 mila dollari), 581 mila dalla JPMorgan Chase (a McCain solo 215 mila), altri 581 mila dalla Citigroup (a McCain solo 296 mila), 454 mila dall’Unione Banche Svizzere (a McCain solo 147 mila) e 425 mila dalla Morgan Stanley (a McCain solo 262 mila). Altre grandi banche hanno finanziato la campagna dell’anziano candidato repubblicano (e non quella di Obama), ma con cifre assai più esigue: 359 mila dollari
Top Contributors
This table lists the top donors to this candidate in the 2008 election cycle. The organizations themselves did not donate , rather the money came from the organization’s PAC, its individual members or employees or owners, and those individuals’ immediate families. Organization totals include subsidiaries and affiliates.
Because of contribution limits, organizations that bundle together many individual contributions are often among the top donors to presidential candidates. These contributions can come from the organization’s members or employees (and their families). The organization may support one candidate, or hedge its bets by supporting multiple candidates. Groups with national networks of donors – like EMILY’s List and Club for Growth – make for particularly big bundlers.
Obama
Goldman Sachs $874,207
Microsoft Corp $714,108
Google Inc $701,099
JPMorgan Chase & Co $581,460
Citigroup Inc $581,216
National Amusements Inc $543,859
Time Warner $508,148
Sidley
Skadden, Arps et al $473,424
Wilmerhale Llp $466,679
UBS AG $454,795
Latham & Watkins $426,924
Morgan Stanley $425,102
IBM Corp $415,196
US Government $400,819
Mcain
Merrill Lynch $359,070
Citigroup Inc $296,151
Morgan Stanley $262,777
Goldman Sachs $228,695
JPMorgan Chase & Co $215,042
US Government $195,505
AT&T Inc $185,063
Credit Suisse Group $178,053
PricewaterhouseCoopers $166,470
Blank
Wachovia Corp $159,107
US Army $158,170
UBS AG $147,465
Bank of
Greenberg Traurig LLP $142,137
Gibson, Dunn & Crutcher $141,446
US Dept of Defense $129,725
FedEx Corp $125,654
Lehman Brothers $115,707
Bear Stearns $113,050
Percent of Contributions Coded Obama
Coded $228,819,203 (68%)
Uncoded $107,401,629 (32%)
Total $336,220,832
Percent of Contributions Coded Mcain
Coded $120,502,300 (73%)
Uncoded $45,234,409 (27%)
Total $165,736,709