La feccia dell’umanità
La feccia dell’umanità
L’odio contro il governo israeliano è ampiamente meritato, anche se i nostri media tentano di assimilare i legittimi sentimenti di disprezzo e indignazione, verso le sanguinarie azioni delle classi politiche di Gerusalemme, al razzismo, con l’unico scopo di coprire i crimini di Netanyahu e soci agli occhi dell’umanità. A quest’ultima viene rappresentata una legittima difesa che però non ha come limite nessuna proporzionalità rispetto ad una offesa ricevuta, a sua volta conseguenza di stragi e provocazioni reiterate nel tempo.
Ma qui l’antisemitismo non c’entra nulla soprattutto perché è un maldestro tentativo di obliterare la realtà, quella per cui gli stessi palestinesi sono semiti. Israele è un altro paese cagnolino degli USA e solo da ciò deriva la levata di scudi degli altri servi dell’impero americano che fanno un’unica catena della sudditanza a sostegno dell’anello che proietta gli interessi statunitensi in medioriente.
Israele in pochi mesi è riuscita ad ammazzare più palestinesi che i russi in oltre due anni di guerra. Hitler ha trovato gli epigoni degni della sua soluzione finale. Solo dei semiti potevano portare l’antisemitismo alle sue estreme conseguenze razzistiche. Ed è quello che sta avvenendo a Gaza, con la compiacenza dei sacerdoti della Memoria fondata sul pensiero unico e su un solo evento storico che non è nemmeno tra i più cruenti accaduti nel percorso dell’umanità.
Donne, bambini e anziani massacrati con una furia genocidiaria la cui complicità si estende a tutti i paesi della sfera egemonica americana, gli stessi che vorrebbero dare insegnamenti morali e ideali a presunte dittature e autocrazie, tali solo nella narrazione dominante nostrana che ha per fondamenta una inesistente superiorità etica occidentale.
Che i nostri chierici siano dei banditi è ormai chiaro al colto e all’inclita. Costoro ora si indignano se gli studenti impediscono agli oltranzisti e ai loro sodali filoebraici di andare a spargere le loro menzogne nelle aule universitarie. Ma non si scandalizzavano quando una parte della casta professorale allontanava colleghi sgraditi per le loro opinioni non allineate all’antirussismo, bandiva la letteratura russa dagli atenei o negava il permesso di far svolgere eventi su autori russi per non generare occasioni di attrito e conflitto tra fazioni opposte. Ipocriti e mercenari che sono andati avanti per cortigianeria e non per merito, basti vedere a cosa è ridotta la produzione culturale e intellettuale italiana dove domina conformismo e inutilità.