LA “GUERRA FREDDA” E’ IRRIPETIBILE, di GLG
non credo che si possa parlare di “guerra fredda” come se si fosse ricostituito il mondo bipolare. Oggi si va, con varie sinuosità, verso il multipolarismo. Tuttavia, come sostengo si può dire da sempre (comunque sicuramente dal 2003 in poi), la Russia è pur sempre il primo fra gli antagonisti, ancora incerti o detto meglio prudenti, degli Stati Uniti. Il paese eurasiatico è in primo piano come avversario di questi ultimi sia per potenza militare – assai indebolita dal periodo gorbaciovano con successiva implosione dell’Urss, ma pur sempre rispettabile e in ripresa – sia, soprattutto, perché l’area europea è decisiva per gli Usa che, se vogliono continuare a mantenere la loro preminenza, devono impedire la “fuga” verso est di qualche paese europeo, in primo luogo della Germania. Dopo il crollo sovietico, l’influenza americana si è estesa a tutta Europa; figuriamoci se è per quel paese accettabile una “ritirata”. In particolare con la presidenza Obama, si è accentuato il disturbo apportato alla Russia per farle perdere velocità nell’indubbia ripresa di potenza che ha conosciuto nell’ultimo decennio. Giunti a questo punto, Putin vuol semplicemente avvertire che si deve giungere a qualche accordo e ad una diminuzione dell’arroganza d’oltreatlantico. Per il momento, non penso proprio che si vada verso una nuova “guerra fredda”. Quella d’un tempo fu chiaramente motivata dalla necessità di non perdere l’influenza sull’Europa dell’est, in diminuzione in specie dagli anni ’60 in poi a causa del declino socio-economico dell’Urss. Oggi la situazione è diversa; si deve far capire agli americani che la Russia non si fa mettere sotto i piedi senza reazione alcuna. Situazione veramente assimilabile, non certo eguale per tanti motivi (fra i quali la nascita e crescita del “movimento operaio”), a quella di fine ‘800. Niente a che vedere, in ogni caso, con il periodo 1945-91, del tutto irripetibile.