La Guerra NATO-Russia
Ormai dovrebbe essere del tutto evidente che i russi non stiano più combattendo da tempo contro gli ucraini ma contro brigate internazionali provenienti da diversi paesi. Lo stesso esercito ucraino, o quello che ne rimane, è stato rimpinguato con allogeni mascherati da locali. Infine, i decisori militari sono stranieri e Kiev non ha più voce in capitolo. Questo è un conflitto Nato-Russia nonostante la retorica dei Palazzi parli di fantomatiche avanzate e resistenze ucraine. Ucraini semmai sono i sacrifici e i morti.
In guerra tutti hanno ragione e chi ha torto non si sa, recitava una vecchia canzone italiana degli anni ’30. Dovremmo essere avvezzi a certe narrazioni e invece si assiste a uno spettacolo deprimente tra opposti scemismi in cui però, occcorre dirlo, primeggiano gli oltranzisti della presunta superiorità della civiltà occidentale che stigmatizzano il nemico come il male incomprimibile. Russi o cinesi non sono certo avulsi dalla propaganda ma da noi si sta toccando veramente il fondo. Tante volte abbiamo sentito deridere il fascismo per la propria autorappresentazione, per le campagne ideologiche di esaltazione popolare, per le posture pompose del Duce a favor di folla che oggi classifichiamo come arlecchinate. L’Occidente si sta comportando alla stessa stregua se non peggio. Stiamo oltrepassando persino la sceneggiatura del passato. I nostri media parlano di soldati russi costretti a bere dalle pozzanghere, mentre gli ufficiali si scolano ettolitri di vodka, di militari di Mosca che stuprano vecchie, giovani bambine e qualche animale domestico, di fosse comuni ciclopiche, di torture mai viste prima, nemmeno a Guantanamo. E poi balle sulla salute di Putin, su colpi di stato imminenti, su rivolte interne di cui non v’è alcuna traccia se non nella testa di inviati e corrispondenti di guerra privi di qualsiasi corrispondenza con l’etica professionale. Infine, anche la censura, del balletto russo, dell’informazione russa o perfino di Dostoyevsky. Dove sta la differenza tra dette stupidaggini e i falò del passato? Basterebbe prendere in considerazione un qualsiasi conflitto trascorso, con filmati o documenti vari, per ritrovarci, pari pari, con la stessa robaccia. Noi non siamo migliori di chi ci ha preceduto, anzi sembriamo addirittura più stolti. Questo non vuol dire che non avvengano effettivamente crimini e brutalità in questa guerra ma se si raccontano solo storie impressionanti per sbalordire la pubblica opinione i fatti realmente accaduti perdono della loro gravità. Le gente sarà meno sconcertata da un delitto vero se sarà già stata bombardata dal racconto di 100 catastrofi simulate. Tanto più se si dovesse scoprire che i buoni hanno le mani macchiate di sangue quanto i cattivi ma, essendo probi, si limitavano ad ergersi ad accusatori e giudici soltanto delle cattive azioni altrui.
Personalmente sono stupefatto e deluso da amici e conoscenti, generalmente dotati di capacità riflessiva, che sono caduti nella trappola manichea del male e del bene, nell’inganno dicotomico di aggressori e aggrediti i cui profili sono già definiti. Proprio costoro che sono sempre pronti in altri ambiti a parlare di complessità e di realtà che non è mai come appare.
Se anche soggetti preparati si fanno mettere nel sacco da simili amenità l’umanità ha poche speranze di migliorare sul serio. Progredirà verso l’abisso, con ogni comfort.
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La Patria è la tana dei vili e sono sempre i nazionalisti più accesi i primi servi degli stranieri. Non avevamo bisogno di prove ma il Governo appena insediatosi è pieno di simili sicofanti che fanno professione di Atlantismo rinnegando gli interessi nazionali. Traditori dell’Italia anche questi al pari dei loro predecessori di sinistra. In cosa si risolve allora il loro presunto patriottismo? Nella sovranità alimentare, nella strenua difesa degli interessi della bottega elevati a dignità patriottica, nel vuoto frasario nazionalistico che copre l’assenza di onore e la totale mancanza di dignità. Siamo incatenati all’altrui libertà, cioè siamo schiavi di una libertà che non ci appartiene e che ci comprime. Noi siamo i discendenti di Machiavelli e costoro vorrebbero imbrogliarci. La politica seria è innanzitutto politica estera ma su questa lor signori sanno solo dichiararsi fedeli agli “alieni” come avrebbe detto lo studioso fiorentino. Chi non ha una politica estera autonoma non ha alcuna politica e si limita ad amministrare l’esistente come un capo condomino. Egli si occupa di piccole contese perché ha abdicato alle grandi essendo il suo Stato un mero ente periferico in tutto dipendente da un centro estraneo. Non abbiamo statisti in Italia perché abbiamo svenduto lo Stato.
I farabutti possono tentare di incantarci in mille modi ma le circostanze non mentono, dalla Storia non si fugge: paghiamo il prezzo più alto di decisioni internazionali che calano sulle nostre teste perché chi ci rappresenta è un traditore della Patria che si nasconde dietro quest’ultima come la più infima delle canaglie. Lo diceva anche S.J. Johnson.
Del resto, brutti deficienti avete mai sentito gli americani far giuramento di fedeltà all’Italia, affermare di essere filoitaliani? Dove non c’è reciprocità non c’è rispetto o parità ma solo sudditanza. Dobbiamo sbarazzarci di questi buffoni che hanno ridotto lo Stivale ad una suola bucata.