LA LEGGE DELL’INSTABILITA’ ECONOMICA
La legge di stabilità appena approvata è assolutamente inadeguata perché ruota intorno ad un dato risibile, l’incremento di uno 0,2 per cento del Pil e soltanto se la Ue ci concederà gentilmente l’utilizzo di tre miliardi per l’emergenza emigranti. La crescita vera resta un miraggio perché la semplice appartenenza all’euro blocca ogni timida manovra espansiva. La stessa legge di Stabilità ha ridotto l’unico incentivo che ha sostenuto finora l’occupazione per i nuovi assunti: si è passati dagli 8000 ai 3200 euro di decontribuzione. Cosa accadrà il prossimo anno è facilmente intuibile, si passerà dagli attuali 75 mila nuovi assunti ad un numero vicino allo zero.
La camicia di forza della zona euro blocca ogni tentativo di ripresa economica ed a nulla servono i vari tentativi operati dalla Banca Centrale europea (dal Quantitative easing alla svalutazione dell’euro, fino ai tassi bancari eguali a zero per far risalire l’inflazione al 2 per cento.
Una situazione drammatica e generalizzata per la zona euro, unica in tutta la storia europea. Dobbiamo andare al periodo della grande depressione degli anni 1872-73 o al 1893-94 per vedere risultati così disastrosi: Italia -0,4 per cento (su base mensile), Francia -0,4 per cento, Germania dallo 0,2 per cento allo 0,0 per cento, Spagna -0,3 per cento.
Percentuali che rischiano di peggiorare nei prossimi mesi a seguito del rallentamento della Cina e del crollo della produzione (-5,9 per cento) e delle sue spinte deflazionistiche derivate dalla forte diminuzione del rapporto euro-dollaro (1,15 dollari) a causa di un mancato rialzo dei tassi di interessi bancari.
Ma ecco la ciliegina sulla torta perché mancava proprio questo a completare l’opera. Dal 1° gennaio 2016 entreranno in vigore, anche nel nostro paese, le regole del bail-in che obbligheranno azionisti, creditori e grandi correntisti a partecipare delle perdite di un istituto bancario.
Come ben si può interpretare risulterà una manovra dai risvolti devastanti per l’intera economia dell’intera eurozona: da questo momento in poi saranno coinvolti debacle tutti i cittadini che in qualche modo partecipano alla gestione dell’insieme del sistema bancario, dal piccolo correntista a quello grande, senza nessuna distinzione tra i depositi.
A parte le eventuali correzioni dell’ultima ora, rimane l’amaro di leggi fatte con l’obbiettivo mirato di esasperare i popoli in un’Europa in cui la cittadinanza è vista come controparte da vessare e spremere.
GIANNI DUCHINI ottobre ‘15