LA LOBBY FILOTEDESCA di F. D'Attanasio
Vi informiamo su un’altra interessante “notiziuola” di questi ultimi giorni che ci può fornire indizi importanti su ciò che si sta muovendo, in seno all’Unione europea, intorno alle questioni energetiche. Il ministro dello Sviluppo economico Scajola così come il presidente del consiglio Berlusconi, avrebbero entrambi protestato, tramite missiva scritta, nei confronti dei vertici di Bruxelles a riguardo del piano di finanziamenti europei – recentemente stilato ma ancora da approvare – ai progetti di infrastrutture energetiche strategiche. Difatti l’Italia sarebbe fortemente penalizzata: le spetterebbero solo 150 milioni dei 5 miliardi complessivamente stanziati, mentre ad esempio alla Germania 500 milioni, alla Gran Bretagna 370, alla Francia ed alla Spagna 270. Stranamente la logica sottesa alla redistribuzione delle risorse vede privilegiati i Paesi che hanno minor debito pubblico accumulato e che quindi hanno margini di spesa pubblica più larghi, quando in realtà dovrebbe accadere l’esatto contrario. Ma questo non è tutto: secondo quanto riportato da LiberoMercato Venerdì 30 Gennaio, il ministro Scajola punterebbe il dito anche sul fatto che a riguardo dei progetti per il sequestro e la cattura di anidride carbonica (tecnologia considerata importante per l’impatto ambientale e sulla quale l’Enel sta investendo e lavorando) siano stati privilegiati i paesi del centro-nord Europa, col risultato che i paesi mediterranei, Italia compresa, vedranno aumentare il divario tecnologico rispetto a questi ultimi con la conseguenza che dovranno impegnare ulteriori risorse per acquistare questa tecnologia. Andando più in dettaglio, nel caso dell’Italia, sarebbero stati esclusi importanti progetti quali il rigassificatore Enel di Porto Empedocle, il già citato progetto di cattura e stoccaggio di anidride carbonica connesso alla centrale di Torre Valdaliga, ma soprattutto altri progetti connessi ad una strategia di sviluppo degli approvvigionamenti di gas e di elettricità con Paesi dell’area balcanica e del Nord Africa.
Secondo quanto sostenuto da Fulvio Gianni sempre su LiberoMercato di Sabato 31 Gennaio è proprio il peso della lobby filogermanica che sta determinando questo stato di cose, difatti essa punterebbe, facendo leva sul suddetto piano di allocazione delle risorse per le infrastrutture energetiche, a costruire una rete di consensi intorno alla priorità del gasdotto Nabucco, con terminali in Austria e Germania, rispetto a quello che interessa prioritariamente Italia e Grecia, vale a dire il South Stream.
Conviene seguire con particolare attenzione queste vicende, e di come evolveranno nel prossimo futuro, proprio in quanto hanno dei risvolti politici significativi, e non solo di carattere strettamente economico.