La NATO ha aggredito la Russia
La NATO ha aggredito la Russia dopo aver invaso la sfera di influenza sovietica.
Più o meno è quello che dice Sergio Romano messo ai margini dal Corriere, ogni tanto ospitato e relegato nelle pagine finali della bagnarola di via Solferino, e solo per qualche articoletto che non contraddica la propaganda dominante.
Romano, in una intervista, afferma che “questa è una guerra contro la Russia” e che “la Russia si difende”.
Queste poche parole smontano la retorica propagandistica dell’aggressore e dell’aggredito narrata da media.
Per Romano, Putin ha “anche ambizioni legittime” in quanto “uomo di Stato”. Putin è dunque uno statista e lo è innanzitutto perché può contare su uno Stato sovrano. Da noi non ci sono più statisti ma soltanto marionette di potenze straniere perché lo Stato è stato ed ora non lo è più. È quest’ultimo che fa lo statista e non lo statista che fa lo Stato perché l’uomo isolato che ricostruisce la società nella sua testa, fuori dallo spazio e dal tempo sociale, è una robinsonata alla quale possono credere solo quegli sciocchi dei liberali e dei socialdemocratici.
Putin è lo Stato ma lo Stato non è Putin. Su questo invece Romano cade, a sua volta, nella trappola della propaganda quando dice: : “l’unica possibilità di mettere fine alla guerra temo sia mettere fine a Putin”. Si tratta della personificazione distraente di cui parla Lord Ponsonby: “Avendo dichiarato il nemico unico colpevole e artefice della guerra, il passo successivo è personificare il nemico. Poiché una nazione è composta da milioni di persone e l’assurda analogia tra un individuo criminale e una nazione può diventare evidente anche a persone moderatamente intelligenti, è necessario distaccare un individuo su cui possono essere concentrate tutte le fiale dell’ira di un popolo innocente”.
Romano diventa, nel frangente, solo “moderatamente intelligente” (mi si perdoni l’irriverenza). Per comprendere le dinamiche della guerra occorre essere maledettamente scaltri e distaccati, immoralisti fino al midollo, direbbe Nietzsche, o meglio scientificamente cinici: è la morale che avvia alla depravazione, la dicotomia del giusto e dell’ingiusto, il manicheismo del buono del cattivo, la psicologia collettiva della ragione e del torto.Tutti quelli che hanno voluto migliorare l’umanità l’hanno rovinata. “Tutti i mezzi con cui si doveva rendere morale l’umanità, sono stati finora radicalmente immorali”. Occorre capire che per la storia siamo tutti dalla parte del torto e l’unica ragione, seppur precaria e transeunte, viene dalla forza che conduce alla preminenza. Chi primeggia non ha ragione ma impone la ragione. Tanto basta.
Purtroppo, ancora una volta, ci siamo fatti dividere artificiosamente come tifosi di squadre di calcio tra zelenskiani e putiniani. Anche se non c’è paragone tra uno e l’altro posiamo le bandiere e pensiamo ai nostri interessi. Oggi ci auguriamo che la Russia primeggi per indebolire gli Usa e spazzare via le classi dirigenti subalterne di questa Europa servile e sottomessa. Ciò non vuol dire essere filorussi. Ciò significa ragionare con la propria testa e pensare al proprio Paese, quello in cui viviamo e operiamo.