LA NOSTRA ITALIETTA, TRALLARALLA’ TRALLARALLERO, di GLG

gianfranco

 

Finalmente è terminata questa indecente legislatura e se ne è andato un governo fra i più insipidi e inutili di tutti i tempi. Sintomatico però che anche la parte infida dell’opposizione, quella berlusconiana, stia sostenendo che il premier è stato bravo, equilibrato (nel senso, appunto, di inconsistente), addirittura il migliore di questi anni così grigi per il nostro povero paesello. E non a caso – come del resto previsto da alcuni commentatori non stupidi né mascalzoni come altri – si è mantenuto in carica il governo con la scusa dell’ordinaria amministrazione. Bugia disgustosa. Se fosse stato così, doveva essere indicato che, subito dopo il voto, il governo si sarebbe dimesso procedendo poi alle consultazioni di rito. Invece, è stato chiaramente affermato che resterà pienamente in carica anche dopo il voto e probabilmente darà corso alla “manovra aggiuntiva”. E non sia mai che metta anche mano allo ius soli.

Il “vile nano” – che in questo momento di crisi del Pd rappresenta il sostegno delle forze dette “democratiche”, composte dagli attuali fetenti dirigenti europei e oppositrici di quelle definite populiste, anti-UE e magari perfino nazifasciste – ha espressamente dichiarato la disponibilità a mantenere in piedi questo governo per tre mesi se non ci fosse la possibilità di trovare una coalizione in grado di governare. Questa è una colossale presa in giro come pure la sua dichiarazione d’essere convinto di prendere il 30% dei voti. Secondo sondaggi di alcuni mesi fa, un quarto degli italiani vorrebbe un uomo solo al comando (e non certo fra i politicanti in lizza alle elezioni) per almeno 4-5 anni. Lascio perdere l’ingenuità di simili opinioni (ne parleremo un’altra volta); resta il fatto che una parte consistente della popolazione (e ben oltre quel quarto) non ne può più dell’attuale politica da mentecatti. Se dopo le elezioni non si formasse un governo, andare dopo tre mesi a indirne di nuove porterebbe ad un buon aumento del numero di coloro che desiderano l’uomo nuovo, dotato di pieni poteri, al comando. Il minimo che accadrebbe sarebbe una considerevole crescita dell’astensione per totale disaffezione verso questa sedicente politica praticata da autentici sciagurati.

Di conseguenza, è del tutto evidente che il “vile nano” racconta balle come quelle dei suoi programmi per far vivere meglio gli italiani e soprattutto i più bisognosi. Tutto questo serve a non rompere con gli “alleati di coalizione” (puramente elettorale per contare di più nelle trattative di tradimento successive al voto); i quali, se non sono deficienti totali (e non lo penso), sanno bene tutto questo e digrignano i denti. Uno dei due (Salvini) fa il possibile per non essere surclassato da F.I., ma secondo me ha ormai perso il treno per l’incapacità di andare oltre il miraggio dei voti da raccogliere. Brontola, dice sciocchezze come quella del patto firmato dal notaio. L’altra, la Meloni, è simpatica, è una ragazza intelligente, ma anche lei non sa fare politica oltre l’arrangiarsi per aumentare un po’ i voti. Oltre settant’anni di intossicazione da “democrazia all’americana” hanno creato la più completa incapacità di capire che ormai da tempo la situazione è mutata; si sta entrando in un’epoca in cui solo chi saprà mettere mano ad altri metodi di conquista del potere avrà possibilità di sopravvivenza.

Gli Usa possono reggere questa “democrazia”, perché è nata fin da subito (e senza affatto negare la presenza di gruppi dirigenti capaci e di alcuni presidenti carismatici) con una forte tendenza alla criminalità (senza troppe mascherature intralcianti), tendenza che si è poi tradotta in forti legami tra politica senza scrupoli e la criminalità divenuta apertamente “organizzata”. La borghesia europea aveva altre tradizioni (non particolarmente democratiche), ma più “timide” verso la criminalità aperta. Oggi non esiste più quella borghesia, ma nemmeno siamo stati capaci di “americanizzarci” nel profondo; abbiamo classi dirigenti prive del “savoir faire” borghese e impacciate nell’essere criminali. Lo sono, ma si comportano più da ladruncoli che da abili in ogni forma di delinquenza anche estrema. Non a caso, quando c’è stato bisogno di uccidere (metti Mattei e non faccio altri nomi, in specie di magistrati), si è ricorso alla mafia, adusa ai metodi americani, visto che ha dato un buon apporto al gangsterismo di quel paese.

In ogni modo, per il momento non si vede come uscirne. Evidente è il bisogno di disintossicarsi per affrontare in modo diverso la nuova epoca che – accanto al multipolarismo crescente – non potrà non conoscere conflitti interni ai vari paesi, tuttavia molto diversi da quelli caratteristici della precedente epoca a questa relativamente simile: dagli ultimi decenni dell’800 alla seconda guerra mondiale, con la lunga crisi di “stagnazione” (1873-96) e poi tutto quanto avvenuto nella prima metà del secolo XX. Allora ci fu, quale asse centrale del conflitto interno ai paesi più avanzati, la lotta di classe (tra quella capitalistica e la classe operaia), presunta rivoluzionaria in modo errato, ma che comunque diede vita, quale “riflesso”, ai movimenti di profondo ribaltamento dei rapporti sociali in molti paese a “base” contadina.

L’attuale crisi di stagnazione – che non esclude la crescita né tanto meno la veloce innovazione tecnologica, ma nell’ambito di forti disagi sociali con sommovimenti vari – sta accompagnando il nuovo avvio di un’epoca di crescenti conflitti multipolari (nulla a che vedere con quelli del sistema bipolare e dei “tre mondi”). Nel più lungo periodo (non credo meno di vent’anni) constateremo che nuovi conflitti sociali seguiranno all’accentuarsi di quello (anche bellico) tra i diversi “poli” che infine si aggregheranno per uno scontro di carattere mondiale. Per il momento, siamo però costretti a seguire le più avvilenti vicende di questi confronti tra miserabili organizzazioni dedite alla raccolta di voti tra menzogne, raggiri da bambini ritardati, proposte che nulla hanno di veramente politico e conducono ormai il nostro paese, assieme a quelli dell’area cui appartiene, verso una storica débacle.

Siamo in mezzo a degli svergognati, privi della minima decenza. E’ ovvio che anche noi ne risentiamo. Frammischiati a simili omuncoli, credo che già stiamo analizzando e argomentando in modo non completamente ottuso. Non possiamo però elevarci a chissà quali altezze. Ci arrabattiamo come possiamo. E per il prossimo futuro (proprio di mesi o pochissimi anni), nell’italietta da pochade, lanciamo la previsione di una inesistente ripresa degna di questo nome, di uno sprofondamento economico (e industriale in particolare) notevole – e non per il Pil (spesso inventato da statistici prezzolati) bensì per la smobilitazione dei settori portanti di un sistema robusto e strategicamente attrezzato – e di una accentuazione della divisione sociale. Per il momento si nota che il tanto decantato modello “a botte” (della distribuzione del reddito) si sta modificando in una più tradizionale forma piramidale (o conica). Non credo sarà però questo il risultato peggiore dei prossimi anni, con speciale riguardo all’Italia. In ogni caso all’erta: “tempesta in arrivo, marinaio in piè”.