La risposta al sovranismo di Tsipras non si farà attendere…, di Max Bonelli

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La risposta al sovranismo di Tsipras non si farà attendere…

In un mio articolo appena successivo alla vittoria di Tsipras preannunciavo che se il leader greco voleva dare seguito alle sue istanze sovraniste doveva per forza di cosa fare una apertura politica ad est e cioè alla Russia di Putin. Questa apertura si è concretizzata con il recente viaggio a Mosca  del moderno Leonida che proprio nel momento di maggior pressione economica sul paese fa un viaggio politico significativo nei contenuti e nei simboli. Andiamo per ordine, parliamo di contenuti. La Grecia non può pagare la montagna di debiti usurai che i precedenti governi succubi dell´Europa si sono accollati. L´alternativa fattibile sarebbe una ristrutturazione del debito, parola che nasconde quella bestemmia sacrilega per il mondo finanziario che corrisponde in italiano al ”taglio del debito”. Non bisogna essere esperti economisti per capire questa realtà. Anche la Merkel  e company nonostante il loro sguardo che non esprime proprio intelligenza brillante, ci arrivano a questo. Tsipras ed il suo ministro Varoufakis sono costretti a far capire con le buone o le cattive ai paesi mitteleuropei e baltici che l´alternativa consiste tra il taglio del debito od una Grecia fuori dall´euro. Certo negli incontri bilaterali con i russi non si è parlato di uscita dall´euro; anzi tutte e due le parti si sono mostrate concordi nel dichiarare che il posto della Grecia è in Europa. Nè l´uno nè l´altro degli attori di questa commedia politica vuole mostrare le carte . Ma  gli accordi mostrano una strategia ben precisa dell´una e dell´altra parte. I greci sono stanchi di elemosina a strozzo, vogliono partnership commerciali serie e Putin non li ha delusi. Vuole trasformare l´”Ellas” nel principale hub europeo per il gas che arriverrà da Blue Stream. Gli obbiettivi dichiarati di rifornimento sono gli stati che hanno mostrato bassi libelli di belligeranza nei confronti di Mosca. Ungheria, Serbia, Montenegro, Austria e certo Grecia. Ci sarà posto anche per l´Italia ma più un’ipotesi che una certezza; dipenderà da noi, da quanto questo nostro ”precariato politico” si sentirà di esprimere un minimo di lungimiranza e riguardo per l´interesse nazionale. Per la Grecia si tratterà di una pioggia di milioni di investimenti che produrrano lavoro, ricchezza, gettito fiscale per lo stato. Oltre a questo, già di per se significativo, si affiancherà la partnership sull´agricoltura che sta a cuore alla regioni del nord della Grecia.. Putin non vuole cancellare le controsanzioni alla Grecia, troppo poco elegante; crea la partnership agricola con aziende russe del settore che metteranno piede in Grecia, in maniera stabile. A quel punto neanche c´è da chiedere ai greci di opporsi al rinnovo delle sanzioni preteso da baltici, polacchi e simili; il veto di Tsipras sarà una logica conseguenza del perseguimento degli interessi nazionali. Se poi la Merkel perseguirà ancora la linea dura e metterà i greci alla porta, allora Tsipras potrà presentarsi ai greci come quello che voleva ad ogni costo rimanere in Europa ma con i ”nazicapitalisti” a metterlo alla porta. La strategia di uscita commerciale è già segnata; andrà solo implementata.Andiamo adesso alla parte simbolica del viaggio:innanzitutto la scelta delle date di questo viaggio, l´8 ed il 9 maggio. Il 9 in Russia è la festa della vittoria sul nazismo ed ha indubbiamente una doppia valenza per le due parti. I greci non a caso hanno chiesto in questi giorni di dare seguito ad una sentenza definitiva di un tribunale greco che chiedeva il risarcinemto dei danni di guerra alla Germania quantificato da Tsipras in 270 miliardi. Quale migliore data simbolica per unire gli interessi dei due paesi schierati dalla stessa parte della barricata nella lotta contro Hitler? Oggi nel mondo, a 70 anni di distanza, il neonazismo risorge nella rada ucraina dove una legge ad hoc proclama come eroi i nazisti dell´Upa e della divisione ss Galizia. Risorge con la benedizione degli Usa che però in sede Onu difendono la condanna senza se e senza ma del più grande flagello della storia moderna. Il braccio armato degli yankee è Pravy Sektor e la loro risposta a questo nuovo abbraccio tra greci e russi non si è fatto attendere. Oggi venerdi 10 aprile all´inizio della Pasqua ortodossa si rompe di fatto la tregua a Donetsk sotto attacco pesante delle bande neonaziste. La risposta americana ad un incontro pacifico che prova a spezzare la loro egemonia in Europa passa per i quartieri della periferia nord ovest di Donetsk è fatta di bombe al fosforo,intensi cannoneggiamenti.L´obbiettivo è rompere la tregua ed avere  il pretesto per la richiesta dell´invio di caschi blu (magari polacchi visto che hanno già dato la loro adesione ufficiale al progetto). La Russia sarà costretta a porre il suo veto all´Onu e si cercherà di spingerla nell´isolamento internazionale agognato da Obama. Il nostro Prof. La Grassa ha preannunciato l´inizio di eventi importanti, speravo che si sbagliasse…ma purtroppo  ha ragione; il mostro ha bisogno di altro sangue per tenere l´Europa sotto il suo giogo.