LA SOLUZIONE FINALE

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Responsabilità gravissime ricadono sulle teste di tutti quelli che in occidente hanno sostenuto il Golpe antirusso e i pogrom di Kiev contro la parte russofona del Paese. E’ stato scoperchiato un vaso di pandora dal quale erompono senza sosta gli istinti belluini e genocidi dell’ultranazionalismo filo-nazista di Svoboda e Pravy Sektor, movimenti terroristici che intendono ripulire il Donbass dalle contaminazioni razziali e dalle influenze di Mosca. Lo fanno per conto degli Usa e di una strategia geopolitica che presto o tardi si sbarazzerà anche di loro. Vengono riscritti i libri di storia, si cancellano episodi gloriosi e gesta eroiche dei vecchi padri della patria che sconfissero le dittature per fare spazio a collaborazionisti delle SS, come Stephan Bandera, ai quali si erigono monumenti nelle piazze e si dedicano i nomi delle strade. Sono state abolite celebrazioni storiche, come la vittoria dei Sovietici sul nazifascismo, e introdotte ricorrenze di segno opposto che esaltano l’olocausto. Persino festeggiare il I maggio espone ormai la gente al pericolo delle bastonature dei militanti in camicia bruna. I partiti nostalgici del III Reich, che occupano alcuni ministeri importanti, affiancati da corpi paramilitari armati fino ai denti, perorano l’omogeneizzazione etnica del Paese, la ghettizzazione degli elementi impuri della società e l’introduzione dei campi concentrazionari per i moskal. L’hitleriana soluzione finale, o un suo surrogato grottesco tipico di una storia che si ripete in farsa, rivive in Europa con la compiacenza delle democrazie nostrane. Il fanatismo di queste squadracce sta straripando sotto gli occhi dei sedicenti liberali di tutto il mondo che infilano la testa nella sabbia per non ammettere le proprie colpe. Majdan è ancora il punto di ritrovo di queste bande delinquenziali, tra accampamenti sottoposti a provvedimenti di sgombero mai attuati e adunanze di sbandati che impediscono un ritorno alla normalità ed alla legalità, quotidianamente ma inutilmente invocate dalla popolazione stanca della situazione. Le cancellerie atlantiche non hanno esitato a finanziare queste forze oscure convinte di potersene servire e poi liberarsi di esse al momento opportuno. Ma non è andata così ed ora l’Ucraina è uno Stato canaglia in preda a rigurgiti antisemiti nel cuore dell’Europa. Questo dovrebbe anche chiarire quanta retorica contorna l’antifascismo del tradimento imperante da noi. La stampa mainstream cerca di nascondere la gravità degli avvenimenti, anche a costo di rendersi complice di questi assassini. Tuttavia c’è ancora qualcuno che non ha mandato il cervello all’ammasso e non teme di raccontare come stanno realmente le cose. Ecco cosa scrive su Il Giornale Luigi Di Marzo:
“L’impressione è che Poroshenko abbia nemici più pericolosi nelle strade di Kiev che oltre il confine con la Russia. I nazionalisti di Svoboda e Pravy Sektor chiedono al presidente di seguire la linea più dura nei rapporti con il Cremlino, i loro gruppi paramilitari combattono da mesi nella parte orientale del Paese e forniscono un aiuto essenziale alle forze regolari, che sono male armate e male addestrate. Piazza Indipendenza, nel centro di Kiev, è ancora occupata – l’ultimo tentativo di sgombero è fallito proprio nel fine settimana, alla vigilia della Festa nazionale ucraina. I giovani di estrema destra minacciano di marciare sulla città ogni volta che si profila uno scontro con le istituzioni. Molti uomini di Pravy Sektor sono stati ufficialmente inglobati fra i reparti del ministero dell’Interno, e quindi si muovono ora con piena legittimità.
Un’altra spinta a questi gruppi potrebbe venire ora che Poroshenko ha sciolto la Rada, la Camera unica del Parlamento, e il Paese si prepara alle elezioni di metà ottobre. Tutti sanno che il presidente ucraino deve andare ben oltre le strette di mano con Putin per risolvere la crisi a Donetsk, ma i gruppi nazionalisti con la loro propaganda antirussa rappresentano un’incognita troppo forte sulla stabilità interna”.
Ogni dubbio viene fugato dalle sue parole. Chi sostiene il contrario o è in malafede o è addirittura connivente con questi manigoldi per sporchi e bassi motivi.

Nel frattempo le truppe filo-russe sono in procinto di riconquistare i grandi centri come Mariupol, infliggendo perdite enormi al disorganizzato ed impreparato esercito ucraino. La Stampa e i governi cercano di nascondere la disfatta parlando di invasione russa. Abusano della nostra pazienza e s’inchinano a qualsiasi ordine di Washington. Ma i tempi cambiano ugualmente e non sarà sicuramente la loro propaganda a fungere da tappetto sotto il quale celare le trasformazioni multipolari. Che vogliano o meno la storia andrà avanti rosicando il loro strapotere.