L’aggressore è la NATO.

nato

 

“…Dopo più di due anni di combattimenti, in seguito all’invasione russa, la guerra si trova in uno stallo prolungato, con il rischio di allargamento e approfondimento delle attività belliche. Indipen- dentemente dagli obiettivi originari degli aggressori e dalla resistenza giustificata delle vittime, una valutazione razionale della situazione attuale porterebbe entrambe le parti a riconoscere che i loro obiettivi non possono essere raggiunti. È ora responsabilità dell’Europa contribuire a fermare la guerra e sviluppare le condizioni per una soluzione giusta….”

Questo paragrafo è estrapolato da una lettera aperta pubblicata ieri sul Corriere della Sera e sottoscritta, tra gli altri, da Luciana Castellina e Carlo Rovelli. Ci sono ulteriori firme meno note ma altrettanto importanti. Apprezziamo lo sforzo degli estensori dell’appello alla pace ma tali premesse sono profondamente errate benché vengano spesso utilizzate per fare breccia nei media ufficiali i quali non accettano disallineamenti dalla posizione precostituita. Tuttavia, condividere parzialmente la vulgata dominante, partire dalle stesse premesse ,anche se per giungere a conclusioni divergenti, resta una mistificazione della realtà.

La verità dei fatti o qualcosa che più le si avvicina è altrove. La dicotomia aggredito-aggressore è assolutamente fuorviante e viene determinata scegliendo arbitrariamente un punto nel processo storico utile ad accreditare la propria tesi. La storia viene insomma fatta iniziare da dove più conviene alla narrazione che si vuole far assimilare alla pubblica opinione, a giustificazione di azioni o reazioni messe in atto o ancora da compiere. Il caso del conflitto Nato-Russia, via Ucraina, è emblematico. La Russia non è l’invasore del Donbass come si vuole far passare. I russi sono intervenuti a protezione delle popolazioni locali dopo un colpo di stato a Kiev e l’inizio di una pulizia etnica nel sud-est filorusso e russofono. La Russia è dunque stata ampiamente provocata e attirata in un conflitto che ha cercato a lungo di evitare. Ciò è avvenuto e continua ad avvenire non solo sui suoi confini prossimi ma in tutta la sua tradizionale area egemonica. Questa sarebbe l’unica premessa da fare prima di parlare di eventuali aggressori e aggrediti. Resta poi quanto sostenuto da Machiavelli, che svuota completamente di senso le false logiche binarie delle bocche piene con la testa vuota che affermano, con sicurezza e insincerità, “c’è un aggressore e un aggredito”. Diceva appunto Machiavelli, bisogna fare agli altri quello che costoro vorrebbero fare a noi. Ed è certo che se questi potessero agire con anticipo per i loro interessi non esisterebbero ad approfittarne. Nel frangente storico di che si tratta è evidente che gli USA abbiamo approfittato della loro posizione di unica potenza mondiale, dopo il collasso dell’Urss, per fare quello che probabilmente anche la Russia avrebbe fatto a parti invertite. Ma ciò significa che la Russia non poteva e non può essere il paese aggressore perché attaccato nel suo momento di maggiore debolezza, tanto che la Nato si è estesa nella sua area di influenza fino a insidiare l’Ucraina e usarla contro Mosca.

Non lo nascondono nemmeno gli strateghi americani:

“Dopo l’avvio dell’ampliamento della NATO alle porte della Russia, per esempio, George Kennan dichiarò che la mossa dell’Alleanza atlantica equivaleva a una profezia che si autoavvera: lungi dal proteggere l’Occidente, l’allargamento avrebbe avvicinato gli Stati Uniti a una guerra con la Russia. Una volta che ciò si fosse verificato, preconizzò Kennan, i sostenitori dell’espansione avrebbero asserito che ciò dimostrava come la vera causa fosse l’intrinseco militarismo russo. Kennan dichiarò: «Ovviamente ci sarà una reazione negativa da parte della Russia, e a quel punto [i fautori dell’allargamento] sosterranno: “Ve lo abbiamo sempre detto che i russi sono così”. Ma è completamente sbagliato”. (Riportato da Abelow).

Di fatti, continua Abelow:

“Per quanto dovrebbe essere scontato il ruolo degli Stati Uniti e dei paesi della NATO nel provocare la crisi ucraina, molti americani ed europei sono sopraffatti da una sorta di “febbre da guerra per procura”, per cui non conoscono il quadro generale ma seguono quotidianamente i dettagli della battaglia mossi da una rabbia farisaica e dalla convinzione che sia politicamente giusto far arrivare sempre più armi in Ucraina fino a quando Putin non ammetterà la sconfitta.”

E invece:

“Se gli Stati Uniti non avessero esteso la NATO fino ai confini con la Russia; se non avessero schierato sistemi di lancio di missili con capacità nucleare in Romania e non li avessero messi in cantiere in Polonia e forse anche in altri paesi; se non avessero contribuito al rovesciamento del governo ucraino democraticamente eletto nel 2014; se non si fossero ritirati dal trattato ABM e dal trattato sui missili nucleari a raggio intermedio, e non avessero poi ignorato i tentativi russi di negoziare una moratoria bilaterale su tali dispiegamenti; se non avessero condotto esercitazioni a fuoco vivo in Estonia per addestrarsi a colpire obiettivi” ecc. ecc.

Se tutto ciò non fosse avvenuto ora non parleremmo di questa guerra (avremmo avuto un conflitto diverso, in altre forme e in circostanze affatto differenti).

Hanno pertanto poco da latrare i cani rabbiosi delle succursali ideologiche nostrane, mistificatori di professione e professori di menzogne che da interpretazioni fasulle fabbricano le colpe altrui nascondendo le proprie dietro maschere moralistiche. Nessuna soluzione, che sia una tregua o una perdurante pace, potrà mai raggiungersi senza riconoscere al nemico almeno l’assoluta parità di torti e ragioni. Anzi, gli accordi più duraturi si basano sulla condivisione dei reciproci torti piuttosto che sul riconoscimento delle proprie ragioni. Il torto è l’unico motore della Storia.