L’ANTICOMPLOTTISMO DEI COMPLOTTISTI

L’anticomplottista, come il conformista, è uno che sta sempre dalla parte giusta, potremmo dire parafrasando il bravissimo Gaber. Non vede il complotto perché entra lui stesso nella macchinazione quale attore protagonista, come fiancheggiatore ideologico delle forze-ombra o, ancora, facendo la comparsa, consapevole o incosciente, del gioco nel torbido e nell’ oscurità. Pertanto, non c’è nulla di più facile che nascondere i sabotaggi nazionali e mondiali  sotto chilometri di righe di buon senso, di frasi acute e di battute astute con le quali innalzare la propria lungimiranza e  rimarcare la propria distanza dagli intrecci del sottosuolo facendo passare gli altri per paranoici e mitomani. Per carità, a volte l’odor di congiura può entrare nel cervello ed annebbiare la vista, tanto da far vedere nemici ovunque, ma questo non implica che dove c’è fumo non ci possa essere anche arrosto. La cospirazione, pertanto, esiste, il passato è pieno di trame e di disegni invisibili che sono tali proprio perché non emergono mai completamente in superficie, pur segnalandosi con singoli episodi o eventi, ma, soprattutto, con gli effetti che producono. L’intrigo fa parte del carattere degli uomini e della Storia, e, prima ancora, di quello del potere che per sua natura agisce dietro le quinte per espandersi e rafforzarsi, per celare le sue asimmetrie e i suoi conflitti, proiettando sul davanti dalla scena sovrastrutture culturali, impalcature legali e sintesi sociali più o meno omogenee. E meno male che le cose vanno così perché una società totalmente trasparente, oltreché impossibile, sarebbe costantemente distrutta dai suoi nemici esterni e messa in subbuglio da quelli interni. Ma tutto questo Pierluigi Battista non lo sa. Oppure dobbiamo pensare che essendo lui giornalista del Corsera, quotidiano dei peggiori poteri marci italiani, in uno dei suoi ultimi articoli intitolato “Particelle elementari”, abbia proprio svolto quel compitino altrettanto elementare da pennivendolo al servizio del Sacro Ordine del Gran Capitale. Sostiene Battista che tra quanto accadde sul Panfilo Britannia (di cui ci parlano altri colleghi di Pigi in maniera meno convenzionale: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=2008) e quanto seguì subito dopo, tra sconquassi politici e arraffamenti delle proprietà di Stato, non vi sia correlazione. Non lo dice espressamente ma lo fa intendere con una scarna ironia da intellettuale superiore che disdegna l’incurabile complottista inferiore. Tanto che anche B. ci sarebbe caduto, forse perché le sue turbe sessuali si sono aggravate fino a diventare manie di persecuzione politico-internazionali. E’ la sindrome della “perfida Albione” altrimenti detta degenerazione anglofobica acuta. Parola di chi mangia solo concetti e vive di libere idee e non dello stipendio ritirato mensilmente dallo sportello della Stanza di compensazione dei padroni del vapore asserragliati nell’amministrazione della corazzata di via Solferino. B. sarà pure un vecchio psicolabile che si sente assediato, ma di Pierluigi Battista cosa possiamo dire? Che è schizofrenico oppure che è un bugiardo cronico?

 

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