L’Antitrust contro Mediobanca, scritto da Red

L’Antitrust contro Mediobanca.

Questa volta ad essere centrato è l’obiettivo grosso dell’affare FONSAI-UNIPOL. Nel marzo scorso (Le manovre di Unipol su Fonsai – Un conflitto tra (sub)dominanti) spiegavamo come la vicenda dovesse in realtà chiamarsi “affare MEDIOBANCA” per la centralità che questo istituto assumeva nella questione, dal punto di vista finanziario, industriale e politico.

 

Ed è proprio su questa centralità che ha puntato l’occhio e messo il dito l’Antitrust nella decisione di ieri: sospensione di ogni attività relativo all’affare fino a decisione dell’authority.

 

Come correttamente, a nostro parere, commenta A. Plateroti sul Sole 24Ore: “Anche se gli interessati lo definiscono «normale», l’articolato comunicato dell’Antitrust sull’avvio dell’esame dell’operazione Unipol-Premafin ha ben poco di ordinario”. Come mai? Sentiamo l’Antitrust in un passaggio del suo comunicato: «Alla luce dei legami (finanziari, azionari e personali) – scrive l’authority – che si verranno a determinare tra Mediobanca ed il gruppo Ugf/Premafin, da un lato e, dall’altro, dei legami che Mediobanca ha con Generali… Mediobanca non potrà non tener conto di come la propria esposizione finanziaria e l’eventuale partecipazione azionaria rispetto alle parti e all’entità post merger potrebbero essere influenzati dal rapporto rispetto a Generali».

 

Non sembra tanto un problema di tutela di concorrenza, ma di strapotere di Mediobanca. Plateroti parla espressamente di “forzatura giuridica”. Evidentemente il gioco si fa più duro.

 

Contemporaneamente ci informano che Marina Berlusconi (Fininvest) e Fabrizio Palenzona (Unicredit) hanno deciso di dimettersi dal CdA Mediobanca in ossequio all’art36 del decreto “salva-italia” (che proibisce agli amministratori di avere incarichi in più CdA/CdS di imprese che operano nel settore finanziario, bancario, assicurativo). Analoga decisione per Nagel e Vinci (Mediobanca) che escono dal CdA di Generali. Bollorè decide di rimanere in Generali.

 

Mediobanca aveva finora sempre portato a casa successi e rinnovata autorevolezza (centralità) in diverse operazioni finanziarie italiane: nella vicenda BpM, con M. schierata contro il potere operativo dei soci della cooperativa ottenendo la direzione per un suo uomo, nell’operazione MpS con il ridimensionamento, seppure onorevole, della Fondazione e dell’orgogliosa città di Siena, più indietro nel tempo nella estromissione da Generali di Geronzi, figura centrale del cosiddetto “capitalismo di relazione”. Fino alla più recente vicenda del rinnovo del CdA di RizzoliCorSera che ha visto M. imporsi insieme a EXOR (famiglia Agnelli) con gran dispetto di Della Valle che ha abbandonato il patto di sindacato RCS “per avere le mani libere”.

 

Insomma pare di capire che, se anche la fusione UNIPOL-FONSAI andasse in porto, magari con concambi meno favorevoli a UNIPOL e con precise condizioni sul settore RCAuto per salvare le apparenze della concorrenza, dietro le quinte M. non potrà cantare vittoria, ma sarà costretta in particolare a ridimensionare il suo attuale “potere di disposizione” su Generali. Se invece l’affare non andasse in porto (anche i previsti aumenti di capitale di PREMAFIN e FONSAI sono a questo punto incerti e a luglio scade l’opzione per UNIPOL) Mediobanca ne uscirebbe sonoramente e, crediamo, definitivamente ridimensionata. Il che non sarebbe indifferente per gli attuali equilibri di potere della provincia italiana.

 

Commenta A. Plateroti: “L’antitrust, insomma, pur ponendo questioni serie e condivisibili sui legami tra Mediobanca e Generali, sembra voler utilizzare il caso Unipol-Premafin per mandare un messaggio trasversale al mercato e alla finanza italiana. Ma è proprio questa l’occasione giusta?”

 

Domanda del tutto retorica. Il combinato disposto dell’art.36 del “salva-italia” e dell’intervento dell’Antitrust, sembra giocare sul cotè finanziario (banche ed assicurazioni) il medesimo ruolo che il “governo tecnico” sta rivestendo sul cotè politico (partiti e sindacati).

 

Un bel pantano, per dirla con glg, in cui sul davanti della scena sguazzeranno giudici ed avvocati, advisors e consulenti, mentre dietro la scena AXA ed ALLIANZ manovreranno a piacimento, sempre con un occhio attento agli USA.

 

Roma, 27.4.2012

 

Riferimenti:

 

1)      http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-27/impresa-mercato-sotto-esame-063620.shtml?uuid=Ab7YVCUF

2)      http://iusletter.com/?p=6593