LE MENZOGNE DI KIEV
Il mondo ha già deciso chi è il responsabile (e i correi) dell’abbattimento del Boeing 777 malese che due giorni fa è precipitato sull’Ucraina. Non servono altre testimonianze e indizi, basta l’evidenza che non tradisce la vista. Peccato che, come scriveva de Saint-Exupéry, l’essenziale è sempre invisibile agli occhi. E, mai come questa volta, tale saggia definizione risulta calzante in quanto troppi elementi contrastanti fanno diffidare della frettolosa versione statunitense, a cominciare dal fatto che non si sono voluti attendere gli esiti delle indagini e il reperimento delle informazioni dalle scatole nere del velivolo. Su che basi Obama ha preso simile posizione, utilizzando toni inequivocabili? Sulle informazioni fornite da Kiev, all’uopo prefabbricate. Ma Kiev ha dimostrato di essere un distaccamento della Cia nell’Europa dell’Est, dai giorni delle famigerate visite di Brennan che hanno condotto a questa escalation conflittuale.
Se il presidente Obama dice che sono stati i ribelli del Donbass, con armamenti passati da Mosca, non può che essere così. Lui è un Nobel per la pace mica un pinco pallino qualunque. La stampa amica al suo via ha acceso le polveri contro Putin, il Killer senza scrupoli. Non occorrono altri riscontri, del resto non è importante la verità ma gli effetti che una sua percezione iniziale produce sulla pubblica opinione mondiale. I grad dei giornali hanno incominciato il fuoco di saturazione incenerendo qualsiasi possibilità di replica o insinuazione di dubbi. La maggior parte delle cose scritte dai quotidiani è pura fuffa, persino il numero dei bambini morti e la nazionalità dei passeggeri. Ma smentire serve a poco perché è in atto un’azione di provocazione a mezzo di menzogne. Spararle più grosse di loro non aiuterà la causa. Per uscire da questo impasse bisogna concludere la guerra più velocemente e costringere Kiev alla resa, perché chi vince ha sempre ragione.
L’alleanza Occidentale con questa operazione di propaganda sta tentando di prendere due piccioni con una fava. Da un lato può delegittimarne i resistenti, già pronti ad intavolare trattative con la mediazione tedesca, partendo da un punto di forza dopo aver respinto gli attacchi ucraini, dall’altro può screditare i russi accusandoli di ammazzare passeggeri incolpevoli, per aver armato mani assassine. Il suo obbiettivo è ricompattare il fronte incrinatosi in questi mesi a causa delle titubanze di alcuni paesi, tra i quali Germania e Francia. Scendendo sullo stesso terreno propagandistico o semplicemente negando le sue convinzioni, anche con prove inconfutabili, non otterremmo assolutamente nulla. E’ necessario, invece, spingere il governo ucraino con le spalle al muro, sconfiggerlo militarmente e poi metterlo al cospetto delle sue responsabilità (che sono le stesse dell’amministrazione americana la quale ha finanziato e sostenuto il golpe). Processando (meglio se sommariamente) Poroshenko e soci si infliggerà un duro colpo anche ai loro pupari. Come scrive giustamente La Grassa, siamo filo-russi, perchè vogliamo che la potenza Usa sia ridimensionata. Nessun evento che sconvolge le anime belle ci farà cambiare idea.
Tornando al caso dell’aereo rammentiamo che, ovviamente, lo Stato Ucraino non ha nessuna intenzione di collaborare alle indagini. Il suo ruolo è di depistarle per tutto il tempo indispensabile a riorganizzarsi.
I russi hanno formulato 10 domande semplici a Kiev per venire a capo delle reali colpe. Basterebbe rispondere a queste per fugare i sospetti e dimostrare buona fede, ma i puppet ucraini si sottraggono in ogni maniera.
Ecco le domande liberamente riassunte:
1. Le autorità ucraine hanno identificato i responsabili della tragedia all’istante; Naturalmente, a loro parere, i miliziani. Che cosa c’è alla base di questi risultati?
2. Potrebbe Kiev riferire ufficialmente i dettagli circa l’utilizzo di sistemi “Buk”, in una zona di guerra, e soprattutto perché questi sistemi sono schierati laddove la milizia non ha aerei?
3. Quali sono le cause che impediscono a Kiev di accettare l’istituzione di una commissione internazionale che svolga indagini indipendenti?.
4. Le forze armate ucraine sono disponibili a presentare certificazioni di esperti internazionali in materia di missili “aria-aria” e “terra-aria” in loro possesso?
5. E’ possibile fornire ad una commissione internazionale le rotte degli aerei da guerra ucraini il giorno della tragedia?
6. Perché è stata autorizzata da Kiev la deviazione del Boeing verso l’area del sud-est del paese in guerra?
7. Perché non è stato completamente chiuso lo spazio aereo ai mezzi civili sulla zona di combattimento? Soprattutto, perché in questa zona non c’era campo di navigazione radar?
8. Perché il controllore di volo di Borispol, di nazionalità spagnola, ha riferito che poco prima dell’incidente vicino al Boeing c’erano due jet ucraini?
9. Perché la SBU ha incominciato a controllare le registrazioni di colloqui tra controllori di volo ed equipaggio del Boeing, nonché la visualizzazione dei dati radar, senza l’assistenza di rappresentanti internazionali?
10. La lezione di una catastrofe analoga, nel 2001, con l’abbattimento di un velivolo Russo Tu -154 sul Mar Nero non è servita a nulla? Prima i leader ucraini negarono il loro coinvolgimento e poi crollarono dinnanzi a prove inconfutabili.
Non aspettatevi nulla dai criminali di Kiev.