LE PUTTANE AMERICANE (A CURA DI G.P.)
Il vero problema dei finiani è sempre stata la politica estera del governo Berlusconi. E' questo l'ultimo steccato da abbattere per accreditarsi definitivamente presso quelle forze straniere che non ammettono concorrenti sullo scacchiere internazionale, e men che meno accettano di essere danneggiate nei loro interessi strategici da un Paese come l'Italia, aspirante potenza regionale con un occhio al mediterraneo e l'altro ad est, spintasi troppo in là nei suoi suoi legami politici e nei suoi affari commerciali con partner non graditi alla Comunità Mondiale (cioè agli Usa) come Russia, Libia ed Iran.
Lo ha detto chiaro e tondo il Presidente della Consulta esteri del Pdl in un articolo dal quale stralcio i passaggi più importanti [tutte le sottolineature sono mie]:
“Le esternazioni di Bocchino su di una politica estera italiana 'sbilanciata verso Paesi come Libia e Russia' di contro ad un 'atlantismo e multilateralismo' saggiamente professati da Gianfranco Fini, imparziale terza carica dello Stato, impongono al Pdl tutto una precisa e netta affermazione della propria identità e progettualità politica anche in questo ambito. Sulla politica estera ogni governo misura il valore della propria indipendenza, capacità decisionale e visione strategica per il Paese, se una fetta importante della maggioranza di governo critica in modo così radicale una linea progettuale sostenuta da anni e vincente sin dai tempi di Pratica di Mare, non possiamo che prendere atto di trovarci di fronte ad una questione di assoluta delicatezza. Non è la prima volta che i finiani puntano il dito contro la presunta ambigua politica estera di Berlusconi. Si tratta di critiche ideologiche, sradicate dal contesto multipolare del nuovo scacchiere internazionale sul quale Silvio Berlusconi ha saputo muoversi con grande abilità, ottenendo, negli anni, sicurezza e sviluppo economico per le nostre imprese, efficienza energetica, azzeramento dell’invasione extraeuropea. ”
Ed ancora:
“Se Gianfranco Fini e Futuro e Libertà per l’Italia intendono portare avanti vecchie forme di appartenenza geopolitica, con l’intento di apparire politicamente corretti e maggiormente affidabili agli occhi di interessi altri, né italiani né europei, liberi di farlo. Ma ciò non può essere fatto sulla pelle della maggioranza politica che dal 2008, vincendo tutte le competizioni elettorali, ha permesso loro di ottenere incarichi governativi fondamentali per la politica estera italiana, quali sono la delega al commercio estero del viceministro Adolfo Urso, e la poltrona ministeriale delle politiche comunitarie su cui siede Andrea Ronchi. Senza contare l’endorsement americano, il battesimo politico negli States, ottenuto dallo stesso Fini in qualità, e solo per quella, di presidente della Camera dalla speaker democratica Nancy Pelosi. Ecco, data la pesantezza politica della situazione, data la serietà della materia in questione ed i riflessi sullo Stato e sulla vita reale dei cittadini, il Pdl, ma soprattutto Silvio Berlusconi, farebbero bene a porre paletti piuttosto severi, da qui in avanti, anche sulla nostra politica estera. Come si è capito, qualcuno intende vanificare e delegittimare un lavoro di anni”.
E dove vanno queste puttane in intelligenza con le amministrazioni d'oltreconfine a spargere il loro veleno? Da Santoro ad Anno Zero confermando quanto da noi sempre detto circa l'esistenza di uno schieramento antinazionale, trasversale alla destra e alla sinistra e sostenuto dal potere mediatico, che vorrebbe riportare l'Italia nell'alveo di una piena subdominanza agli Usa.
Le puttane stanno bene nei bordelli, per questo la loro massima aspirazione è ancora quella di fare dell'Italia un lupanare per le brame e l'avidità altrui. Fermiamole prima che sia troppo tardi.