LE RAGIONI DEL “DRITTO”
L’état, c’est moi, fece capire Napolitano col ricorso alla Consulta. Quest’ultima ribadì il concetto annullando il sospetto: Après toi, le déluge, Sa majestè. La Repubblica Napolitana titolò soddisfatta: “Le ragioni del diritto” e poi bacchettò il proto che stava per correggere in “dritto”. Il Presidente della Repubblica è inviolabile come Dio, infallibile come il Vicario di Cristo, inintercettabile come il bosone di Higgs (che, tuttavia, presto potrebbe essere intercettato, almeno lui). Ha sbagliato chi ha definito questo Presidente un Re, chi lo ha chiamato Sua Maestà, la qualifica giusta per lui era Sua Santità. Il contenuto delle telefonate con il senatore Mancino (cognome luciferino) rientra nel segreto confessionale dei Papi di Stato e nessuno ha il diritto d’infrangere la riservatezza della confessione, che, in questi frangenti, non si chiude con la penitenza e la benedizione ma con la renitenza e l’imprecazione contro le procure. Da oggi in poi il mistero della parola presidenziale sarà eternamente assicurato, anche in caso di organizzazione di un colpo di Stato. Che c’è già stato, per chi ancora non avesse notato il miracolo della moltiplicazione delle decisioni prese dall’estero sulle nostre teste.
Tuttavia, lo ribadiamo a scanso di esegesi equivoche, non ci è mai piaciuto il pulpito di questa magistratura che agli inizi degli anni ’90, scomunicando e condannando unidirezionalmente, fu parte integrante di un disegno politico blasfemo e profanatorio, finalizzato a spedire all’inferno coloro che il dio americano aveva segretamente dichiarato, benché eletti dal popolo, non più eleggibili alla testa del paese per mutate esigenze geostrategiche. Quel patto diabolico fu appunto siglato dai magistrati, dalla parte politica che i giudici s’incaricarono di non toccare, non perché innocente ma poiché qualcuno decise di salvare per far successivamente governare (sono dichiarazioni di D’ambrosio, principe del pool famigerato, ma anche della Parenti che per non voler ascoltare fu messa a tacere), e dalla manina d’oltreatlantico, abituata a firmare col sangue dei poveri cristi. Adesso, togati e porporati si ritrovano gli uni contro gli altri armati, ma non essendo più così urgente il bisogno di sorvegliare e punire, in quanto le istituzioni sono già occupate da impuniti e guardiani della polluzione morale, voluta tempo fa dai profeti americani, i giudici vengono castigati. Ormai il nano sadomaso è stato messo fuorigioco, cos’altro avrebbero da fare? Dovranno aspettare i prossimi ordini, non è detto che quegli Onnipotenti d’oltreoceano si accontentino di delegare sempre agli attuali genuflessi. Di questi tempi la narrazione muta in fretta, chi serve meglio farà incetta e chi ha servito e non è più gradito si prenderà un colpo d’accetta. Giudiziario? La storia quasi mai si ripete nelle stesse forme.