LE SPERANZE RISORGONO


Ci sono nuovi ottimi motivi per sperare che il Parlamento dica no all’utilizzazione delle intercettazioni telefoniche, chiesta dal gip Forleo, dando così ulteriore spinta alla sedicente antipolitica; in realtà a un “sano odio” per questa politica (al gran completo). D’Alema e Fassino non hanno affatto detto si, come titolavano i giornali di disinformazione, bensì si sono rimessi al buon cuore dei loro sodali in quelle due accolite di vampiri che sono Senato e Camera dei Deputati. Il “cavalier nero”, forse in effetti acciaccato e vecchio (un po’ rimbambito lo sembra), vuol costringere i “suoi”, per rifritte questioni di principio, a votare no; finalmente sollevando un’ondata di sdegno e incredulità tra i suoi elettori, di cui si fa portavoce nientepopodimenoche Il Giornale (il suo direttore in testa), mentre Libero sta tra lo sdegnato e l’irridente. Tutto questo quando la grande stampa, quella che ha invitato a votare per il centrosinistra (e che ha pubblicato ogni notizia di processi e indagini sul Berluskaz) censura rigorosamente la smentita di quel Giuffrida che lo voleva implicato con la mafia (e le cui dichiarazioni erano alla base della “documentazione” dei vari Travaglio, Luttazzi, Santoro, ecc.). Il più giustizialista di tutti (in altri tempi), Violante, tuona che il Parlamento deve addirittura votare una mozione di censura contro la Forleo; alcuni della Rosa nel pugno pretendono che sia quanto meno riscritta l’“irrispettosa” richiesta di autorizzazione.
Bene, la politica si sputtana sempre più. Mi è molto piaciuto un fax di uno dei destri in rivolta, che afferma essere probabilmente inevitabile una “rivoluzione, o borghese o proletaria”. Usa un linguaggio un po’ vecchio, sembra Giordano o Diliberto; ma il succo è quello che spesso sintetizzo io con “rivoluzione o dentro o contro il capitale”). Non dico che si verificherà sicuramente questo, in ogni caso lieto, evento. Continuo a non udire nemmeno il vagito di una qualche terza forza; inoltre, non siamo usciti da poco da una grande guerra e non siamo ancora dentro una crisi come quella del 1929-33. E’ però interessante che cominci a diffondersi lo scoramento sulla possibilità di salvarsi dal pantano finché perdurano gli attuali schieramenti, dell’una e dell’altra parte. Il suddetto rimbambito (almeno alle apparenze) continua a sfornare dati di sondaggi a lui favorevoli in modo strepitoso (ma che non illustrano come il centrodestra sia ormai spaccato in quattro pezzi, ognuno dei quali presenta ulteriori spaccature) e, con quell’ebete sorriso stampato al centro del troncone inferiore di quello che normalmente è un viso, afferma che tanto la maggioranza imploderà per conto suo. Sparando tale cazzata, dimostra: 1) che non ha capito di quali vermi sia composto il centrosinistra; vermi che nel pantano navigano (stando magari fermi) meravigliosamente bene (evidentemente crede sul serio che si tratti di comunisti, i quali in effetti – quelli veri, non gli imbroglioni oggi “indossatori” di quel nome – non erano vermi); 2) che non ha nessuna idea in testa per essere alternativo allo schieramento governativo. Come quest’ultimo continua a chiamare a raccolta i suoi “fedeli” (coglioni) con lo spauracchio del ritorno di Berlusconi (e altro non sa fare), così quest’ultimo continua a chiamare a raccolta i “liberali” contro immaginarie dittature comuniste.
Nessuno dei due schieramenti ha la minima idea del “che fare”. Se non viene presto questa “rivoluzione, borghese o proletaria” (in realtà nessuna delle due, ma solo una bella “spazzolata” di questa massa di incapaci e succhiasangue), andremo in completa cancrena. Mi dispiace per un “amico”, che si agita quando mi sente invocare il “grande chirurgo”, ma c’è un detto popolare fra i più belli ed incisivi che avverte: “il medico pietoso fa la piaga purulenta”. Il bisturi, a volte, ci vuole. Possibile che nessuno si ricordi più quei bei (e “maschi”) western, in cui John Wayne a un altro (o un altro a John Wayne), con un bel coltellaccio sterilizzato alla viva fiamma, toglieva una pallottola dalla spalla o dalla coscia (o polpaccio) e poi cauterizzava la ferita con una bella brace ardente? E non parliamo di quel che accadeva se il protagonista veniva morso da un serpente! Così ci vuole (cioè ci vorrebbe) ormai in questo paese. Sono rimasto il solo a provare disgusto e voglia di “distruzione”, con equanime ribrezzo e disprezzo, quando vedo una facciazza di sinistra o di destra (e dei “nuovi centristi” amati da Montezemolo e la GFeID) spuntare in TV? A me sembra invece di cominciare ad avvertire tanti “buoni sentimenti” attorno a me. Non sarà però breve l’agonia!
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