L’ECO DELLA BANALITA’

Karl-Marx

“È impressionante come il Manifesto avesse visto nascere, con un anticipo di centocinquant’anni, l’era della globalizzazione, e le forze alternative che essa avrebbe scatenato. Come a suggerirci che la globalizzazione non è un incidente avvenuto durante il percorso dell’espansione capitalistica (solo perché è caduto il muro ed è arrivato internet) ma il disegno fatale che la nuova classe emergente non poteva evitare di tracciare, anche se allora, per l’espansione dei mercati, la via più comoda (anche se più sanguinosa) si chiamava colonizzazione” (Umberto Eco).

Non è per niente vero che Marx avesse previsto la globalizzazione, almeno non fu il primo a sostenerlo, poichè prima di lui avevano anticipato questa “impressionante scoperta” i cosidetti economisti classici.

Ridurre Marx ad un nano è la maniera di certe pulci per raffigurarsi come giganti. Scrive a proposito Gianfranco la Grassa: “Da Attali fino appunto ad Hobsbawm vi sono un bel po’ di superficiali studiosi che fingono di riverire Marx affermando che ha anticipato la “globalizzazione capitalistica”. Il capitalismo ha comportato la generalizzazione del mercato a livello mondiale. Una “scoperta sconvolgente”, che farebbe di Marx soltanto un seguace minore dei “classici”, di Adam Smith, che già sapeva come il capitalismo fosse produzione generalizzata di merci; e rivendicava al mercato il grande merito di premiare chi produce meglio e a costi (impiego di risorse) minori. Era inoltre disincantato nel considerare i vantaggi della produzione mercantile, tanto da affermare che ci si deve aspettare la buona carne dall’interesse egoistico del macellaio e non dalla sua benevolenza. Una società che fa gli interessi dell’insieme degli individui in società, poiché spinge ognuno ad accrescere la quantità di beni prodotti e a migliorarne la qualità abbassandone anche i costi e quindi i prezzi (l’esborso di denaro per chi li acquista) – ed ottiene simili risultati non facendo “cristianamente” appello alla bontà, ma utilizzando invece l’egoismo individuale – non può che prevalere su ogni altro sistema produttivo sociale, espandendosi quindi a macchia d’olio a partire da un’area iniziale (che fu, storicamente, l’Inghilterra).C’era bisogno di Marx per capire questo?”.

Il venerato maestro Eco non lo aveva capito ed, in nome di un altro equivoco, avanzava pretese di educazione del nostro popolo “per renderlo aderente a valori più democratici e progressisti”. Chi ne ha seguito il consiglio ora è definitivamente istupidito. Parce sepulto.

Per fortuna che almeno noi, razza di indefessi screanzati, non siamo stati mai a sentirlo.