L’emergenza è finita

43f08805db943b3147e9589c26d29ea5

 

Il dibattito sulla pandemia ha ormai assunto aspetti moralistici che non c’entrano nulla con la seria disputa scientifica. Media, televirologi e loro contraltare ciarlatanesco (novax, curatoridomiciliari, vitaminomani, ozonoterapeuti, omeopati e chi più ne ha più ne “menta”) costituiscono ormai un unico schieramento che esiste per sorreggersi vicendevolmente, in una chiassosa polemica ideologica. Personalmente, sono reduce dalla terza dose di Pfizer e sono convinto che non ci sia altra strada alla problematica Covid. Il vaccino è la medicina più sicura per evitare guai che, in alcuni casi, possono diventare grossi. Questo non fa di me un illuminato dalla scienza, semmai uno che soppesa rischi e vantaggi derivanti dall’assunzione di un farmaco prevenzionale, l’unico al momento efficace (che non significa definitivo), senza farne una panacea per tutti i mali. D’altro canto, sono immune al famigerato discorso libertario, in quanto la nostra apparente libertà è sempre e soltanto una concessione per i tempi tranquilli, soggetta a revoca quando la gerarchia costituita si sente minacciata nei suoi fondamenti.
Per questo, mi stanno ancora più sul gozzo quei filosofi chiacchieroni, che si sono lanciati nella diatriba odierna per rinverdire le loro pseudoteorie, già defunte all’atto di nascita. Che siano stati i vari Cacciari, Agamben e Bencivenga ad alzare il polverone non deve sorprendere. Dopo decenni di strampalatezze sull’esistenza di un biopotere (soprattutto Agamben ma ci ricordiamo anche di Negri) a costoro non sarà sembrato vero di poter ricicciare simili panzane, al tempo dei confinamenti di massa e delle costrizioni sanitarie. La loro convinzione è che il potere sia dominio sui singoli corpi non una questione di produzione e riproduzione dei rapporti di forza e delle relazioni che garantiscono l’esistenza di una determinata formazione sociale. In questa prospettiva svanisce la storia e resta esclusivamente la solita confusione filosofica tra biopotere, biopolitica e, ça va sans dire, la nuda vita. Ma il potere o, meglio, il sistema di rapporti sociali storicamente determinato non sa che farsene di vite nude, esso piuttosto le veste inondando il mondo di merci, capitali, profitti e nuovo valore (estorto alla forza-lavoro). Ed è solo un aspetto, nemmeno quello prevalente, delle nostre vite, le quali “abitano” soprattutto un campo extraeconomico, politico e sociale, dove confliggono in alleanze cangianti, di gruppi e insiemi più vasti, variamente strutturati e gerarchizzati per mille ragioni di primeggiamento. Perciò questi cosiddetti pensatori sono fasulli, cercano solo platee per i loro deliri. Lo scrive bene l’epistemologo Corbellini: “In Italia, abbiamo avuto un movimentoNoVax che ha messo assieme, come neanche nei giorni migliori del Sessantotto, i portuali di Trieste e alcuni dei più noti filosofi del paese. Questi ultimi, però, non si sono limitati a notare che il Green Pass, a tutti gli effetti un lasciapassare, rappre sentava un meccanismo di controllo della vita degli individui e in quanto tale esigeva una vigilanza attiva da parte dei cittadini.
Si sono invece inalberati in discorsi sconclusionati sull’efficacia dei vaccini (andando regolarmente a sbattere contro la statistica e l’immunologia), sul loro sviluppo in tempo eccessivamente rapido (come se un possibile snellimento delle norme che go vernano i trial clinici non fosse una delle più significative eredità positive del Covid), sulla loro stessa natura (il NoVax autentico parla di “siero”, le parole portano seco anche una magia nera). Come sempre, in politica, il messaggio non è qualcosa che arriva dal leader al seguace ma è l’esito di una negoziazione, più o meno aperta, fra i due. Io ti seguo perché dici qualcosa che
mi convince, ma anche tu devi dire qualcosa che mi convince per farti seguire”. Esattamente, chioserei.

Comunque, occorre dire fermamente che l’emergenza covid non è più tale, mantenendo le dovute precauzioni si può tornare alla vita di prima e si può finalmente chiudere la bocca alle tante cornacchie che grazie al virus hanno avuto troppa notorietà. Vale sia per i medici che per gli imbroglioni.