L'ESALTAZIONE di Giellegi

Tutto come previsto nel pezzo messo ieri sera. Grande euforia. Dispiace (“manco pe’ gnente”) per le povere “pecorelle tosate” fra un po’. Comunque, FMI e Confindustria mantengono, almeno una volta con serietà, le loro non esaltanti previsioni per l’economia reale. Metto anche qui sotto un pezzo dal blog di Marcello Foa come “avvertimento” per quelli con gli “occhi stellanti” che stanno adesso roteando vorticosamente. State attenti, meglio restare sui bot e simili almeno per un po’.

[George Bush tenta di rassicurare i mercati: “Siamo una nazione prospera e ci risolleveremo dalla crisi“, ha dichiarato. Me lo auguro di cuore, ma non tutti sono ottimisti. Non lo è l’economista Martin Feldstein, come spiego in un articolo uscito oggi sul Giornale. Negli ultimi giorni l’Economist ha citato un dato spaventoso: il debito aggregato americano (ovvero famiglie, banche, imprese e pubblica amministrazione) è pari al 358% del Pil ovvero 51miliardi di debiti rispetto a un Pil di 14 miliardi. Massimo Mucchetti ha analizzato i sette errori del capitalismo americano, citando, oltre a queste, anche altre cifre inquietanti: l’esposizione della finanza è passata dal 21% del Pil nel 1980 al 116% nel 2007.

Non sono un economista, ma un po’ me ne intendo e la situazione mi sembra la seguente: l’economia americana è sommersa dai debiti, ma per un meccanismo assurdo che nessuno ha contrastato per oltre un decennio la crescita economia è dipesa e continua a dipendere dai consumi (che contano per il 70% del Pil), che a loro volta sono alimentati dalla finanza e dunque in ultima analisi dal debito.

Ora la finanza è a corto di ossigeno, come fa l’America a rialzarsi in tempi brevi? Ho il sospetto che il fossato sia incolmabile: il peggio deve ancora venire?].