L’EUROPA HA BISOGNO DI UNA RUSSIA FORTE

Pierre Le Vigan

Tribune libre (TRAD.di G.P.)

 

 

 

Dalla caduta del muro di Berlino, l’Europa ha ritrovato i suoi fratelli separati del centro e dell’est: polacchi, rumeni, ungheresi, ecc. non soltanto i paesi del vecchio “Patto di Varsavia„ hanno trovato la loro indipendenza ma vecchi paesi collegati di forza all’URSS sono diventati indipendenti: i tre paesi baltici, la Georgia, l’Armenia, ecc. Conseguenza: la Russia si è trovata più ridotta geograficamente che alla fine del regno di Caterina II, nel XVIII secolo.

Mai una grande potenza ha accettato altrettanti arretramenti senza guerra, e ciò per il più grande bene dell’umanità. Ma ci sono limiti che non si possono superare. Quando i paesi limitrofi della Russia si avvicinano all’alleanza “atlantica„, alla sua organizzazione militare, la NATO, si allineano alla politica offensiva ed a volte bellicista degli Stati Uniti d’America, la Russia ha la sensazione che queste politiche anti-russe e pro-americane dei paesi vicini costituiscano altrettante minacce contro di essa, altrettante pistole puntate su di essa, ed altrettanti tentativi di accerchiarla. È in questo contesto che si è verificata la crisi georgiana. Cosa è avvenuto? La Georgia, dopo avere a lungo nella sua storia ricercato la protezione della Russia, in particolare contro i persiani, è ora guidata da un presidente molto chiaramente ed incondizionatamente alleato degli Stati Uniti. Questo paese è, d’altra parte, un perno per il convogliamento del petrolio.

Il 13 marzo 2007, il Parlamento georgiano ha approvato una dichiarazione sull’adesione “completa ed urgente„ della Georgia alla NATO. Le conseguenze sono naturalmente e legittimamente inquietanti per la Russia, proprio alle sue porte. La Russia deve accettare ciò che gli Stati Uniti non hanno tollerato in occasione della crisi dei missili a Cuba nel 1962? La Russia non ha tuttavia intrapreso alcuna azione militare. È il seguito degli eventi che l’ha condotta ad intervenire. Perché? Spiegazioni. La Georgia incorpora tre regioni popolate di popolazioni che chiedono la loro autonomia e sono pro-russe (l’Ossezia meridionale, l’Abhasia, l’Adjarie). Le prime due regioni sono limitrofe alla Russia. Avendo dovuto ritirarsi essenzialmente dall’Ossezia meridionale, la Georgia ha tentato di riprenderla con la forza l’8 agosto 2008, non esitando a bombardare la popolazione. La Russia è allora intervenuta, anch’essa militarmente, per garantire la maggioritaria volontà di indipendenza dell’Ossezia meridionale e le sue aspirazioni di ravvicinamento con l’Ossezia settentrionale, appartenente alla Federazione Russa. Di conseguenza, Ossezia meridionale e Abhasia hanno proclamato l’ indipendenza che la Russia ha riconosciuto. Quale esempio seguiva la Russia? Quello delle potenze occidentali, che hanno riconosciuto alcuni mesi fa l’indipendenza unilaterale del Kosovo, mettendo in pericolo l’integrità territoriale della Serbia. Con la differenza che la Serbia, per quanto di simpatie “pro-russe„, non costituiva in nessun modo una pistola puntata al cuore dell’alleanza atlantica e non aspirava in nessun modo ad integrare un’alleanza militare pro-russa ed anti-occidentale. Lo si vede: al di là del mosaico delle etnie negli affari del Caucaso e singolarmente della Georgia, il problema di fondo è di sapere se si vuole una Russia forte o debole. Una Russia debole, è interesse degli Stati Uniti. Non è interesse dell’Europa. La Russia è una parte dell’Europa, dunque l’Europa non può volere la debolezza di uno dei suoi membri. La Russia fa parte delle nostre retrovie, l’Europa è forte soltanto se si estende verso la Siberia. Da parte sua, la Russia è europea senza essere molto europea: è così un ponte verso gli altri. La Russia è ciò che dà e darà all’Europa la sua forza, il suo spazio, la sua capacità di agire per il multilateralismo. L’Europa ha bisogno di una Russia forte e rispettata, come l’Europa ha necessità di essere forte e rispettata; Europa e Russia sono due spazi di civilizzazione che hanno vocazione ad avvicinarsi, a lavorare insieme per la loro difesa e la loro sicurezza, lottare contro l’egemonismo senza freni della sola iper-potenza d’oggi, gli Stati Uniti d’America. Voler accerchiare la Russia, volerla scartare dalla regolamentazione degli affari del mondo, renderla marginale, deformare la presentazione delle sue azioni, intossicare le opinioni sulla sua politica che si pretende imperialista, è agire contro l’Europa. Sì, l’Europa ha bisogno di una Russia forte, ha bisogno di una Russia rispettata, ha bisogno di una Russia in sicurezza sulle sue frontiere. No, non è la Russia che rappresenta una minaccia, è l’espansionismo della NATO che è fattore di rischi di guerra. La Russia deve sapere che gli europei le dicono: abbiamo bisogno di una Russia forte e ferma, quanto misurata. L’Europa non deve essere solidale con una politica di isolamento diretta contro la Russia