L’holodomor non è mai esistito

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Gianni Petrosillo

 

Un giorno i pagliacci del circo mediatico arriveranno ad accusare persino gli elementi di complottare ai danni dei popoli liberi e democratici. Per ora, la narrativa sostiene che sia l’uomo a distruggere il pianeta, soprattutto l’inquinatore giallo o bruno colpevole di voler fare come abbiamo strafatto noi in passato, ma un giorno questo racconto potrebbe essere capovolto per ragioni propagandistiche in qualcos’altro. Avremo la pioggia sterminatrice, il vento massacratore, la terra trema e trama contro il sistema. In realtà ciò avviene di già quando non sappiamo quale dittatore accusare di aver inguaiato il nostro stile di vita. Le teste vuote si moltiplicano bellamente in quest’epoca di decadenza occidentale che genera nemici improbabili, miti farseschi, autocelebrazioni grottesche di inabissamenti epocali descritti come stadi ascensionali per prossime fortune mirabili e progressive.
L’ultima storiella riguarda la strage dei contadini ucraini da parte di Stalin. Vorrei dire che chiunque abbia fatto una tale affermazione è un idiota intergalattico. L’elenco dei diseredati della (s)ragione è lunghissimo e ricomprende storici, giornalisti, politici e vari opinionisti del piffero. Pensare anche solo per un momento che qualcuno possa aver provocato volontariamente una carestia per genocidiare un popolo è da mentecatti. Non esiste grande cambiamento nella storia umana che non abbia seminato cadaveri e moltiplicato i cimiteri. Pensate a quanto avvenuto con le rivoluzioni industriali che hanno distrutto il vecchio mondo feudale macinando carne e ossa di milioni di poveracci. Le brutture e brutalità di quelle fasi di profondi mutamenti sono le basi del nostro attuale benessere. Prosperiamo sugli scheletri dei nostri avi ma i liberali fanno iniziare i tempi da dove più conviene loro, scordandosi del loro passato scomodo. E anche del presente perché più ricchi siamo e più carogne siamo stati e dobbiamo continuare a essere per giungere a questi risultati, anche se ci descriviamo come l’avanguardia della civiltà. Del resto, che cosa era stata la famigerata “accumulazione originaria” capitalistica, di cui Marx parla nella sua massima opera? Quante vite di fanciulli, uomini e donne aveva spezzato per il progresso? E quante altre caddero durante le svariate epopee del capitalismo, dalle già citate rivoluzioni industriali che sradicarono i contadini dalle campagne per farne operai reclusi e abusati, al colonialismo, alle guerre mondiali, ai conflitti umanitari ecc. ecc.
Accusare i bolscevichi – che tentarono di meccanizzare l’agricoltura e modernizzarla, anche attraverso scelte discutibili valutate col senno di poi – di aver fatto tutto ciò per vendicarsi degli ucraini è una balla colossale. La penuria e la fame degli anni 30 furono esiti di fattori storici che toccarono tutto il mondo sovietico, appena uscito dal suo passato arretrato, ancora similfeudale, attraversando avvenimenti tragici quali invasioni, guerre mondiali, guerre civili e rivoluzione. Chi accusa lo Stato sovietico per l’Holodomor non è tanto diverso da chi sostiene l’esistenza delle scie chimiche. Fanno i saputelli, i sedicenti esperti, ma sono allo stesso livello di rincoglionimento del più scemo dei complottisti.