LI SOPRANI DER MONNO VECCHIO

gianfranco

LI SOPRANI DER MONNO VECCHIO [quelli dei paesi europei e UE; note mie tra parentesi]

C’era una volta un Re [in Italia] cche ddar palazzo
mannò ffora a li popoli st’editto:
<<Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo,
sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto!

Io fo ddritto lo storto e storto er dritto;
pòzzo vénneve a ttutti a un tant’er mazzo;
Io, si vve fo impiccà, nun ve strapazzo,
ché la vita e la robba Io ve l’affitto.

Chi abbita a sto monno senza er titolo
O dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore [o di presdelarep]
quello nun po’ avé mmai vosce in capitolo>>.

Co st’editto annò er boja pe ccuriero,
interroganno tutti in zur tenore;
e risposero tutti: E’ VVERO, E’ VVERO.

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A questo punto, si può dire che l’Italia è arrivata quasi al livello di vergogna della Repubblica di Weimar. Per fortuna – in questo caso bisogna considerarla una fortuna – la popolazione italiana è una massa di “affastellati” senza grande dignità, molto ben rappresentati dalle maschere di Pulcinella e Arlecchino. Se non fosse così si rischierebbero avvenimenti molto gravi come nel 1933 in Germania. Quegli immondi detti ancora “di sinistra” hanno il coraggio di affermare – in tutti i luoghi della politica e dell’informazione – che ci sono “indebite pressioni” dei due partiti (che sembravano vicini al governo) sul presidente della repubblichetta Italia. Mentre un qualsiasi cervello con neuroni funzionanti capisce che si tratta dell’esatto contrario. Tuttavia, continuo a ritenere che c’è qualcosa di non detto, di “coperto”, per consentire simile atteggiamento di totale subordinazione ai poteri centrali europei.
D’altronde, alla “sinistra” va associata – sia pure con differenti manifestazioni della stessa subordinazione – quella che altrettanto ridicolmente viene denominata “destra”, quella degli “alleati” di Salvini. Costui è “arrabbiato” (solo?) e Di Maio mette un like alla sua dichiarazione (non una dichiarazione di pieno e totale appoggio contro le indebite pressioni altrui?). Ci vuole ben altro. Preoccupante anche il fatto che Spadafora – personaggio che ha percorso svariati cammini politici e che è uomo molto vicino a Di Maio – si sia sfilato dalla compagine governativa. Intendiamoci bene: Savona è nettamente filo-atlantico (anche se appartiene all’atlantismo della prima Repubblica, che aveva qualche minima dignità d’autonomia) e fortemente antitedesco; in ogni caso, nell’attuale contesto internazionale, essere contro la Germania significa mettere in crisi dati assetti dell’atlantismo degli ultimi decenni, quelli legati all’establishment americano in conflitto con Trump.
In ogni caso, non credo proprio che un governo capace di dare autonomia e rispetto all’Italia possa nascere senza ampi movimenti di malcontento popolare e molto ben diretti da gruppi organizzati in grado di affrontare uno scontro di estrema durezza (ma proprio estrema, senza quartiere). Nulla di tutto questo è sul tappeto. Quindi, o il governo non nasce o ne nascerà uno amputato di gambe e braccia, che galleggerà, annaspando, per poco tempo. Questa popolazione è fottuta per l’ennesima volta e continuerà a brontolare, di fatto sonnecchiando e andando sempre più verso la completa servitù a poteri esteri.

 

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Qui

sospetti non forse eguali ai miei, ma non troppo dissimili. I “5 stelle” sono in fondo morbidi con il Quirinale, cioè con i poteri europei, cioè con la Nato e gli Stati Uniti (anche se adesso bisogna barcamenarsi tra i due establishment in conflitto laggiù). Il problema centrale non è Savona; semmai questo è sintomo di un grave asservimento della “regione Italia” ai poteri centrali della UE, quelli franco-tedeschi, a loro volta in sordo conflitto “intestino”, con Macron che è più “possibilista” della Merkel verso la nuova presidenza statunitense (pur restando indeciso non sapendo come andrà a finire il conflitto interno agli Usa). Salvini minaccia di rompere tutto se non si accetta Savona. Si accanisce sull’effetto di una causa ben più grave; esattamente come fa con l’immigrazione che è anch’essa effetto di ben altra causa da combattere con vera determinazione. Quindi, si sta barando.
Salvini vuol arrivare eventualmente alla rottura per portare avanti l’altro programma, che è influenzato dal “vile nano”. Di Maio, pure, spera di rigettare la colpa del fallimento sulla Lega e di riprendere a sondare “l’altro forno”. E tutti e due grideranno al non rispetto del voto della popolazione, che nelle elezioni si era spostata decisamente a favore dei due partiti ora vicini all’abbandono del tentativo governativo. Ognuno dei due partiti darà la colpa all’establishment (e in subordine all’altro partito, visto come concorrente elettorale). Fregata in toto la popolazione che ha votato secondo la sua insoddisfazione nei confronti del Pd e di FI, che erano già pronti all’inciucio (bastava che il primo risultasse appena un po’ sopra il 20% e la seconda in vantaggio rispetto alla Lega). D’altra parte, questa popolazione un po’ si merita questo raggiro poiché dovrebbe dare chiara indicazione che ormai non ne può più ed è decisa a seguire un’autentica organizzazione politica di netta rottura con tutto il vecchio mondo; sia europeista sia statunitense.
Il governo è ancora in alto mare e comunque non sarà mai fatto per restare a lungo né guiderà minimamente il paese verso gli obiettivi indicati nella campagna elettorale; e non per motivi economici (la mancanza di risorse) come vogliono venduti e idioti del giornalismo e sedicenti e inetti “esperti universitari”. Qui manca ben altro. Si avvicinano tempi in cui solo chi sarà capace di spazzare via la politica degli ultimi 70 anni, sterminando i suoi “cultori”, potrà far rivivere il proprio paese. Bisogna prendere a calci chi canta “bella ciao” e intonare finalmente il vero, grande, motivo: “pietà l’è morta”.