L’ITALIA GHIGLIOTTINATA

mani_pulite_fotogramma_1

 

Apprendo da un articolo su Il Giornale che è uscito, finalmente tradotto in italiano, The italian guillotine (Aracne, pagg. 346, euro 18), testo che noi abbiamo compulsato in inglese tanti anni fa. In esso si tratta del famigerato golpe giudiziario che agli inizi degli anni ’90 cancellò un’intera classe politica per far spazio a “uomini nuovi” disposti ad accollarsi la svendita dell’Italia in un diverso contesto mondiale. La tesi del libro può essere così riassunta: “Un gruppo di magistrati altamente politicizzati, in larga maggioranza orientati a sinistra, agendo come pubblici ministeri, hanno usato una legittima inchiesta giudiziaria per perseguire, selettivamente, i loro nemici politici, ignorando o minimizzando misfatti simili dei loro alleati politici. L’investigazione di fondo è stata un’inchiesta su pratiche che erano andate avanti per decenni… I magistrati sono stati abbondantemente appoggiati da un gruppo di quotidiani e settimanali, tutti di proprietà di alcuni pochi grandi industriali che avevano una chiara posta in gioco nel successo del colpo di Stato.” L’autore del saggio, S. Burnett, disse in una successiva intervista che: “Il pool non si è limitato ad applicare la legge ma ha speso molte energie per eliminare il pentapartito sapendo che a beneficiare di questa operazione sarebbe stato il PDS. Per questo si chiama golpe. […] Con l’eliminazione del pentapartito tutti davano per scontata la presa del potere del PDS alle elezioni del 1994. Ricordo che a fine 1993 ricevetti al CSIS [Centro Studi Strategici internazionali di Washington] Giorgio Napolitano e lo presentai come il prossimo ministro degli Esteri”.
In realtà, chi muoveva i fili dei giudici e delle combriccole politiche ed economiche nazionali erano certi servizi statunitensi. Non importa se dietro il terremoto di tangentopoli ci fosse la Cia o l’Fbi, come riportano alcune ricostruzioni. Ciò che conta è che il piano fu elaborato oltreatlantico e realizzato grazie ai numerosi tradimenti interni italiani. Dalle “soffiate” del mafioso siciliano Buscetta, alla rapida carriera in magistratura dell’ex poliziotto Di Pietro, protagonista indiscusso di una pubblica accusa che utilizzava il tintinnio di manette per spaventare gli imputati, fino all’appoggio indiscusso ai giudici dei cattocomunisti (sinistra DC ed ex picciisti), ogni tassello del quadro di sconvolgimento nazionale si andò ad incastrare anche se il disegno non si completò del tutto, grazie alla “discesa in campo” di Berlusconi il quale frenò l’avanzata della “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto e catalizzò il malcontento del vecchio elettorato democristiano e socialista vincendo le elezioni nel ‘94. Il ceto politico governativo della prima Repubblica (il grosso della DC e del PSI) fu eliminato perché non si sarebbe mai piegato ad una retrocessione dell’Italia tra i paesi più pezzenti della sfera egemonica statunitense, come invece è puntualmente avvenuto dopo. Che si trattò di persecuzione nei confronti di una sola parte politica e non di un’altra viene fuori anche da quanto rivelato dalla magistrata Tiziana Parenti, addetta alle indagini sulle tangenti al Pci, la quale fu bloccata e non poté andare fino in fondo. La Parenti uscì dal pool investigativo perché, a suo dire, le venne impedito di indagare sul Pci: «Me ne andai perché c’erano state delle gravi incomprensioni sulla necessità di approfondire le indagini e ci fu una scelta di chiudere il capitolo, fatta però più da D’Ambrosio che da Borrelli>>>. C’era una tangente cospicua di cui parlò Gardini che sarebbe bastata per colpire i vertici comunisti, invece fu solo fu seguita fino ad un certo punto, coinvolgendo quasi esclusivamente Greganti, il Compagno G, per aver intascato la somma per sé (ci sarebbe da ridere). Di Pietro ebbe la faccia tosta di dire che “la giustizia deve perseguire una persona fisica perché non può porre sotto accusa un partito”. Il Pci prese i soldi come tutti ma non pagò le conseguenze come tutti.
Da allora l’Italia è diventata mero zerbino di Usa ed Europa e finché ci si lascerà governare e giudicare da quei personaggi (e loro epigoni) che svendettero il Paese agli stranieri non avremo mai possibilità di risollevarla.