L’ORA DELLA VERITA’? VEDREMO
Nessuno di noi crede alla favoletta delle virtù intrinseche del “libero” mercato, che ci indicherebbe, con poche correzioni (il minimo possibile), qual è la reale situazione in cui ci troviamo. Secondo i suoi cantori (stonati) potremmo al massimo sfruttare le sue “leggi” così come sfruttiamo la gravità, ad es. utilizzando l’energia di una cascata d’acqua. Una balla colossale; ma è altrettanto balla quella che ci racconta del potere politico o, peggio che peggio, dei mitici banchieri che condurrebbero l’economia come pare e piace a loro.
Ci sono diversi gruppi strategici di maggior o minor potere, che agiscono in conflitto e possono anche allearsi per fini “superiori” – gli interessi di una frazione importante dei dominanti – onde tentare di orientare in qualche modo dati processi, che comunque non rispondono ai manovratori esattamente come un’auto al suo guidatore, almeno finché non vengono commessi da costui errori marchiani o si manifestano guasti imprevedibili della macchina. Poiché del mercato la parte più “volatile” (cioè più maneggevole in un brevissimo lasso di tempo) è la Borsa valori, quel che possono escogitare dati gruppi dominanti è di lanciare segnali in certe direzioni. Poi, però, questi segnali, in genere poco duraturi a causa appunto della suddetta volatilità, devono essere colti da altri gruppi subdominanti attivi nella sfera politica del paese “subalterno”, secondo una filiera di organizzazione e trasmissione dei comandi, soggetta a possibilità di disturbo maggiori o minori a seconda di varie contingenze.
Tutto questo premesso, si attendono i segnali che daranno le borse domani e nei prossimi giorni. Ci interessa soprattutto quella italiana, perché i “ballisti” attendono la sentenza del “libero” mercato sulla sporca e indecente manovra finanziaria italiana, pensata a mio avviso dal presidente dell’Aspen Institute (perché in tale veste sembra aver avuto la “bella pensata”) per realizzare una nuova tappa dell’affossamento progressivo di questo ridicolo governo, presieduto da un uomo ormai allo sbando totale e che teme il nuovo attacco estivo della magistratura. Il segnale che darà la Borsa sarà null’altro che un indice, un indizio – nemmeno del tutto preciso ed univoco – delle intenzioni dei predominanti (gli Usa, quelli di Obama) e dei subdominanti (la più volte nominata GFeID italiana). Ma fra qualche giorno (o settimana? Mi sembra già troppo) agirà per conto proprio chi non può aspettare troppo tempo a realizzare i vantaggi dovuti alla paura dei gonzi che avessero svenduto i loro titoli. E allora i ribassi cesseranno, semmai ci saranno rialzi perché i furbi procederanno a campagne di acquisto dei titoli a bassa quotazione.
Il segnale, se ci fosse, servirebbe solo a lanciare un “ordine” di accelerazione delle manovre per il governo “balneare” in attesa di un vero governo di “salvezza nazionale”, cioè di sudditanza piena e senza più sussulti agli Usa (quelli di Obama); ordine rivolto alla accozzaglia che va da Di Pietro a Bersani a Casini con gli “esterni” tipo Monti, Montezemolo, ecc. Il vero vertice della nostra interna “aggregazione” politica filo-Usa (di Obama) è però in altri personaggi, da Napolitano a Tremonti stesso, credo ancora Fini (non liquidato come si vuole, visto che non si è riusciti a sloggiarlo dalla carica; il fatto che perda adepti è proprio l’ultima cosa che conti). Difficile dire se questo vertice agisce di concerto, tramite opportuna divisione dei compiti, con i personaggi prima citati, o se invece vi è fra loro qualche attrito circa i tempi in cui sloggiare Berlusconi, che attualmente è la “foglia di fico” (e l’uomo che deve prendere gli schiaffi) in attesa del momento migliore per passare al governo di “salvezza nazionale”, essendo possibilmente sicuri che milioni di elettori del centro-destra siano a quel punto convinti della sua necessità, essendo terrorizzati dalla “fine greca”.
Quindi, per riprendere il discorso, se il segnale negativo “di Borsa” arriverà, sarà (non con certezza piena, ma con alta probabilità) l’indicazione di un’accelerazione del “sommovimento”. Se invece fosse positivo o almeno di benevola attesa, vorrà dire (sempre con alta probabilità) che i vertici della “quinta colonna” – in gioco delle parti oppure in reale modesto attrito con le “seconde file” – lanciano l’“ordine” di una più lunga attesa, magari aspettando pure eventuali nuove offensive giudiziarie. Ovviamente, può esserci un segnale negativo per un giorno o due, per procurare un po’ di spavento, e poi una “ritirata”. In ogni caso, lo ripeto, si tenga ben presente che il mercato di Borsa non è come la suddetta auto in salda mano del guidatore. Si lanciano dei razzi; non dico proprio simili a quelli dei palestinesi verso Israele, che colpiscono per puro caso, ma del tipo dei Cruise, tanto precisi da ammazzare sempre un bel po’ di civili (quale “danno collaterale”, per carità, mai perché lanciati da assassini di professione).
Stando alla razionalità, a me sembrerebbe utile per le “quinte colonne” (degli Usa di Obama, ci siamo capiti) aspettare ancora un po’. Anche perché la liquidazione di Berlusconi – legato alla precedente strategia (più “asiatica”) degli Usa di Bush – sarebbe migliore se fosse abbastanza contemporanea a quella di Gheddafi, che testardamente non se ne vuole andare. Questo governo – guidato da un suo “amico” e infarcito di docili marionette quali Frattini & C. – potrebbe ancora essere utile (sempre meno, a dire la verità) per l’esecuzione dei compiti principalmente assegnati ai sicari quali Francia e Inghilterra, mentre i sornioni Usa (di Obama, che non ha battuto definitivamente i suoi avversari interni) stanno sempre a manovrare come fanno i reali criminali “machiavellici” (i veleni e i pugnali vanno adoperati prevalentemente da altri). Per inciso, è bene dirlo ormai apertamente: meno peggiore Bush di questo ipocrita che colpisce alle spalle. Fa quasi pena Berlusconi che ha fatto tutta la pantomima della “soffiata all’orecchio” per sentirsi rispondere: “stai tranquillo, non cadi e, se cadi, cadi in piedi”. Mi auguro per lui che si sia toccato i coglioni, perché non so quanto tempo passerà prima che il “bell’abbronzato” glieli tagli. E, se fossi in Marina, comincerei a prepararmi (non so però a che cosa, ma non certo ad una bella cosa).
Beh, insomma, adesso aspettiamo, senza particolare ansia, domani e i giorni immediatamente successivi. Senza trarne conclusioni deterministiche, solo come “indizio”. Per finire, lo ricordo ancora una volta: i mercati non hanno nulla di quanto pretendono i liberisti, ma nemmeno sono manovrabili a piacere dal potere politico o, come pensano certi banaloni, dai banchieri. Servono appunto a lanciare segnali, ad inviare “pizzini” ai propri sottoposti, ai subdominanti, con le nostre “quinte colonne” all’opera; come minimo da “mani pulite” in poi. E con i rinnegati del piciismo, con i voltagabbana per “antica professione”, in ottima posizione. Questi ultimi servono soprattutto quali guastatori e sfascisti, poi per “ricostruire” (la subalternità totale) si cercheranno anche altri, i “camerieri miti e buoni” venuti dai “monti”; o una volta oppure tre. Ovviamente, con l’ingresso della caverna sorvegliata da un Drago dalle fauci fiammeggianti.