MA ANDATE AL DEMANIO!
Finalmente è stato trovato il bacillo che ha devastato lo Stato. Lo sostiene un’esperta e preparata equipe di dottori e luminari sociali che va dai pennivendoli dei quotidiani ai politicanti parlamentari, dagli economistucoli da scrivania agli intellettualacci da signoria, dai tuttologi panciafichisti ai gastroenterologi malpancisti i quali vorrebbero curare i dolori di panza di tutta una popolazione con una terapia d’asportazione ed estirpazione. Il male si chiama demanio ed è un fattore patogeno ereditario. Va inciso come un tratto di intestino necrotizzato, come un pezzo di viscere imputridito, sono centimetri o forse metri di frattaglie da eliminare per salvaguardare il resto dell’organismo nazionale.
Lo chiedono a gran voce i liberisti, gli statalisti, gli specialisti del “colon infame” e i professionisti del “retto sparlare” che se non ci rifilano qualcosa su per il canale non si possono mai accontentare. Per questo propongono di vendere e di liquidare dicendosi disposti anche a subire un po’ di patrimoniale. Ma quel che vogliono fare è comprare per pochi spiccioli e seguitare a spadroneggiare. Uno di questi insigni curatori della patria coi guanti bianchi ed il dito ardito pronto ad esplorare si è detto disposto a farsi tassare il capitale ma in cambio vuole meno penetrazione dello Stato nelle sue cavità proprietarie. Insomma, ci sono buchi e buchi, alcuni si devono otturare altri invece si possono allargare per poter meglio sottrarre, estrarre e ripulire. Lo Stato, a suo modo di “auscultare”, dovrebbe soltanto occuparsi di sanità, scuola e giustizia. Deve cioè perdere la testa e i pensieri, rinunciare alle braccia e alle gambe, dismettere gli organi duri e farsi tessuto molle, ridursi ad un corpo esanime che si fa divorare il fegato come Prometeo dagli imprenditori-roditori interni e dai poteri forti esterni. Dice espressamente il chirurgo della patrimoniale, il lupo col nome dell’agnello e la smania dell’incaprettamento, il Cordero che cerca d’imbucarsi e prelevare nel supermarket pubblico-statale che “negli ultimi 15 anni abbiamo toccato tutti i record. Ma i servizi non sono affatto migliorati. Sono cresciuti i monopoli, è nato quello che ho chiamato neostatalismo municipale. Dov’è la concorrenza nei servizi locali? C’è forse nei trasporti…?” Che gran para-culo-suo questo Montezemolo, si traveste da ferroviere per eccitare le sue ricchezze ma poi si deprime se qualcuno gli sbarra il tunnel del piacere. Bel modo di concepire il bene generale. Privatizzare per sodomizzare, questo è il suo unico slogan. Se lo Stato ha le mani bucate, se esso appare ricurvo e sfinito ed anche un po’ appecoronito è proprio perchè lorsignori lo hanno sempre preso alle spalle per fare i loro porci comodi. Oggi che i suoi apparati si sono consumati e sembrano inservibili, costoro si lamentano delle scarse prestazioni e vorrebbero mandarlo a chiedere l’elemosina. Che vergogna questi capitalisti pervertiti e assistiti, mandiamoli tutti al demanio per il benessere comunitario!