MA CHE FOGNA!

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Dopo mi si dice che non debbo essere insultante, che questo atteggiamento nuoce ai ragionamenti. Di fronte allo spettacolo di questo immondezzaio che abbiamo sulla nostra testa – agenti economici e politici, destra e sinistra, “intellettuame” vario (e del tutto privo o di cervello o di senso morale) – non si può stare tranquilli, altrimenti si è della loro stessa pasta. Cercherò comunque di essere apparentemente calmo, pur se dentro di me sono in tumulto e non so che farei se ne avessi la minima possibilità, perché quel che è troppo…..con quel che segue.
Lascio perdere politici e giornalisti di destra; sul piano della politica estera sappiamo che sono i peggiori, i più patriottardi. Non patriottici, state attenti, perché rispetto pienamente chi nutre un onesto “amor di Patria”, per adesione ad una comune appartenenza culturale e di tradizioni, ecc.; esattamente come rispetto e anche stimo chi crede con profondità in Dio. Tutto ciò pur non credendo personalmente né nella Patria né in Dio; ma non sono uno di quegli altri intellettualoidi, che si sentono superiori sol perché sputano su chi è sinceramente convinto di ciò che per loro – cervelli “eccelsi” – è una frottola per “minorati psichici”. In realtà, costoro non credono proprio in un bel nulla, e si permettono un cinismo che pensano dimostri la loro raffinatezza intellettuale, mentre si tratta solo di aridità e insensibilità a tutto.
Comunque, non disperdiamoci. Malgrado non abbia più alcuna fiducia in questi figuri che impestano la TV e i giornali, il Parlamento, le lobbies finanziarie e industriali, ecc., penso che ieri questi omuncoli abbiano proprio sceso un ulteriore gradino nella loro abiezione. Ho dovuto sentire – e non nomino nemmeno chi l’ha detto, perché pretendo che i lettori abbiano udito queste mostruosità diffuse a piene mani da “chi sta in alto” (con la massima ufficialità governativa) – che l’attentato del kamikaze afgano era contro il suo stesso popolo. La TV occidentale – non quella del “nemico” – ha mostrato decine e decine di soldati in pieno assetto militare, con non so quanti mezzi blindati e altro, mentre c’era, come sempre avviene (purtroppo) in casi del genere, “una quindicina di afgani” (tra virgolette perché cito quanto detto in TV ripetutamente), fra cui una decina di bambini (nove, anzi, è stato riferito più volte in TV), che si aggiravano nei dintorni. L’attentato era, per qualsiasi non decerebrato, diretto contro un obiettivo militare, e i “curiosi” che spesso sono presenti ci hanno rimesso. C’è di più: tutti i TG hanno riportato, quasi con orgoglio, che i nostri soldati non sono stati colti di sorpresa, hanno visto avvicinarsi “il tipo” con vestiti rigonfi in modo sospetto, e l’hanno intercettato prima che giungesse laddove voleva colpire per procurare il massimo danno; quindi l’attentatore si è fatto esplodere prima del previsto e ciò ha contribuito ad investire con le schegge, ecc. soprattutto gli afgani che erano intorno (non certo in mezzo ai soldati, dove l’attentatore voleva giungere).
Dopo averci fornito questa cronaca, abbiamo inteso Premier e ministri, e tutti i giornalisti ecc., dirci che il sacrificio del nostro soldato (per cui provo vero dolore, non quello di questi individui che se ne stanno comodi a casa loro con sulle labbra il famoso motto di tutti i vili: “armiamoci e partite”) ha salvato delle vite afgane (su “una quindicina” ne sono morti nove; e su nove bambini, sei o forse quattro) che sarebbero stati il reale obiettivo del kamikaze. Si può essere così spudorati?! Non insulto, ma sapete bene quello che penso dentro di me di costoro, e soprattutto che cosa auguro loro! Proprio nessuno di voi pensa le stesse cose, nessuno di voi si è reso conto che ormai si è raggiunto il livello della massima bassezza umana? Anzi non umana, non credo trattarsi di uomini, li vediamo in quelle sembianze perché siamo preda di un “incantesimo velenoso”.
Sono certo che nemmeno nel 1914 e 1939 (e per l’Italia, rispettivamente, 1915 e 1940) si sia giunti a simili menzogne disgustose e di una meschinità che “fa epoca”. Si saranno certo intesi discorsi incendiari, pieni di ultranazionalismo, di odio per “il nemico” (ognuno è sempre “l’infedele” per l’altro), e via dicendo; ma un cumulo di stupide menzogne, del tipo di quelle raccontate “ufficialmente” da chi “comanda” e che milioni di coglioni continuano a votare e a seguire appassionandosi alle loro beghe “da pollaio” – come se fossimo in una fiction televisiva e la morte non avesse
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colpito realmente uno di noi – non credo, lo ripeto, si sia mai udito nella storia dell’umanità (ribadisco che questi, in realtà, non sono uomini, c’è un “filtro magico” che ci annebbia la vista).
Allarghiamo il discorso. Simili spudorati, che ci ammanniscono storielle del genere (basate sulla falsità che i “terroristi” afgani vogliono aggredire il loro popolo), sono gli stessi che servono, in modo ormai lurido e sconcio (da destra a sinistra), i più feroci padroni di tutti i tempi: gli americani. Questo “meraviglioso” popolo (della “dichiarazione dei diritti dell’uomo”; belle parole, senza dubbio, usate però da ipocriti che pensano e agiscono in modo esattamente contrario) – quello che ha una “democrazia matura” fondata sul bipartitismo, cui noi aneliamo ardentemente, cosicché anche da noi, finalmente, meno della metà andrà a votare senza più disturbare i manovratori – ha sempre affidato il comando a massacratori della più bell’acqua. Hanno cominciato con lo sterminare i “nativi”, tanto per portare loro la “democrazia” e il “progresso”, e continuano ancor oggi in questa “civile esportazione”. E chi li attacca, e attacca i loro servi sciocchi, attacca in realtà – secondo questi nani intellettuali e morali – il suo stesso popolo, che notoriamente agogna a questa democrazia e a questa loro libertà, a questi costumi moderni.
Questi fottuti americani sono proprio quelli che hanno teorizzato – altro che gli afgani o gli iracheni, mascalzoni smemorati (finti) che non siete altro! – il massacro delle popolazioni civili come mezzo per demoralizzare “il nemico”. Quanti milioni di morti (e quanti italiani!) nei bombardamenti di città “nemiche” nella seconda guerra mondiale? Bombardamenti in cui è stato usato di tutto, fino alla bomba atomica. Ci si ricorda ancora di Dresda? E delle infinite altre città? Ripeto: milioni di civili sterminati. Perfino nel mio “modesto” Veneto, abbiamo avuto il “bel” massacro del venerdì santo del 1944 a Treviso dove non sussisteva nemmeno mezzo obiettivo militare (e sono in grado di ricordarlo, non per sentito dire); e Padova e non so quante altre città; perfino nella piccola Conegliano, vi furono almeno dieci bombardamenti “a tappeto” con decine di morti. E di notte, arrivava “Pippo”, che sganciava a caso nei centri abitati (o anche talvolta in campagna) tanto per far sentire (ai civili!) che la morte era sempre “a portata di mano”.
Avete mai letto perché per l’“esperimento” atomico fu scelta Hiroshima? Erano tre le candidate all’eccidio di massa, ma si lasciò decidere al tempo atmosferico. In ogni caso, erano tutte città di qualche centinaio di migliaia di abitanti. Qualcuno aveva proposto Tokyo, ma i più obiettarono che, dato l’ancora “basso” potenziale di quella bomba (oggi non vi sarebbe alcun problema!), si poteva al massimo distruggere (e ammazzare) un quinto della capitale, forse meno. Invece, una città di media portata sarebbe stata “cancellata dalla carta geografica” (proprio così si disse!); si sarebbe quindi raggiunto il massimo impatto psicologico sulla popolazione civile. Questo – farabutti che volete ricordare solo quello che vi fa comodo (e che fa comodo ai vostri alleati-padroni e ai loro sicari) mentre dimenticate, e volete far dimenticare, quanto vi copre di infamia – era il bel modo di ragionare di coloro che istituirono il Tribunale di Norimberga per i “crimini contro l’umanità”.
Siete servi di “squisiti” sterminatori di milioni di esseri umani, dai cosiddetti “pellerossa” fino ai più “recenti” afgani e iracheni, eseguite gli ordini di massacratori che hanno preteso di fare giustizia istituendo il tribunale dei vincitori per cercare di asservire meglio tutti i popoli, ma non hanno mai accettato di farsi giudicare da un identico tribunale per i loro crimini contro le popolazioni inermi. Siete servi di chi usa ancora mandare centinaia di persone alla pena detta capitale, senza che mai si siano visti, nel “braccio della morte”, gli “alti dirigenti” che hanno commesso colossali eccidi di massa, secondi a nessuno! E, malgrado siate al servizio di “gente di rispetto” del genere, pretendete di farvi belli, di giocare agli eroi, alla fermezza di fronte al “terrorismo” (anche i nazisti mettevano i famosi cartelli “Achtung banditen” nelle zone partigiane!). Diceva Totò: “ma mi faccia il piacere!”. Così diciamo a voi, che avete “una faccia di tolla” da non credere. Siete solo ipocriti, e circa la vostra “essenza umana”, ho già detto che è lecito sollevare i più seri dubbi.
Non ho voluto, come si usa fare, mettere le mani avanti prima di iniziare il discorso. Lo dico adesso: anch’io sono pronto a piangere – certo idealmente, perché non vi è alcun legame affettivo
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reale – il militare morto in Afghanistan; e qualsiasi altro dovesse morire in qualsiasi altra parte del mondo. Non c’è, questo è ovvio, alcun uomo innocente; solo gli animali lo sono perché non hanno scelta tra innocenza e colpa. Tuttavia, come accade quasi sempre – salvo rare occasioni tipo rivoluzione inglese o francese o sovietica, ecc. – ci rimette la vita chi ha meno colpe. I mandanti, i reali colpevoli, se ne stanno a casa, al calduccio, a parlare di cose, futili e infami insieme, come il “partito del popolo della libertà” o quello “democratico” o la “cosa rossa” o invece “bianca”, la “class action”, il protocollo sul welfare, la legge Biagi e la flessibilità del lavoro, i sussidi statali alle grandi imprese, quale tipo di governance dare alle banche (o stabilire “regole di onorabilità” per fare fuori Geronzi e mandare “in cielo” Bazoli e Bernabè; sia chiaro che i nomi servono solo a vivacizzare un po’ il discorso, poiché, da buon marxista, per me le persone, quando si analizzano le forze che si scontrano nella società, valgono solo in quanto “maschere di rapporti sociali”), e via discorrendo.
Piango il militare morto perché eseguiva gli ordini – mi permetto di ricordare che il solito Tribunale di Norimberga (dei vincitori, privi di senso di giustizia e di onore) condannò anche chi eseguiva ordini, e sarebbe stato fucilato se non li avesse eseguiti – mentre i colpevoli dormono nel loro letto e saranno messi in una bara quando “Dio li chiamerà a sé” (certo che Dio, abituato com’è all’eternità, mi sembra un po’ lento nelle decisioni; speriamo prenda atto che sulla terra “scorre il tempo”, e ce ne ha concesso veramente troppo poco da vivere per riuscire a cogliere qualche volta un po’ di soddisfazione nel vedere pagare duramente coloro che lo meritano). Quindi, non solo non mi rallegro, come faranno alcuni sciocchi, di quanto è avvenuto, ma massimamente mi auguro che possa non accadere più in futuro. Però sia chiaro che, nel contempo, non contesto a nessuno di volersi difendere dall’invasore e aggressore.
Non mi faccio incantare dai governi fantoccio e dai collaborazionisti. Altrimenti, perché abbiamo condannato la Repubblica di Vichy? Oltre a tutto, chi ha visto lo sconvolgente documentario di Marcel Ophüls, Le chagrin et la pitié (1971), sa bene che, anche in quel caso, ci hanno raccontato un cumulo di frottole retoriche, giacché una fetta non indifferente della popolazione francese (in specie in provincia) collaborava, più che volentieri, con l’occupante; eppure, giustamente, non ci facciamo confondere le idee da questo fatto, condanniamo sia il governo fantoccio sia questa (grossa) parte della popolazione francese. Perché allora i soliti “due pesi e due misure”? Iracheni e afgani hanno pieno diritto di difendersi e di cacciare l’occupante. Basta con questa indegna pantomima delle missioni di pace; addobbati come li vediamo tutti in TV; con tutti quei mezzi corazzati; con bombardamenti aerei micidiali? Questa è la “pace” della morte!
Senza dubbio alcuno, le principali responsabilità ricadono sulla dirigenza statunitense, e sui gruppi dominanti che pretendono di stendere il loro manto imperiale (per fortuna con ormai molti strappi) sul mondo intero. Subito dopo vengono però i servi europei, e gli italiani in prima fila. I destri sono all’avanguardia, ma solo perché meno furbi e più rozzi e volgari nel loro insensato razzismo e odio “ancestrale” per chi si oppone. I sinistri sono più melliflui, vaselinosi, preteschi (posso dire “cattocomunisti”?); ma certamente, in quest’ultimo frangente hanno anch’essi varcato una soglia, salito un gradino verso il vertice dell’ignominia di tutti i mandanti, per di più restando invertebrati servi sciocchi di selvaggi padroni.
In conclusione: onore e commozione per chi è morto, rabbia e disgusto per chi manda a morire, per di più assoggettandosi agli interessi altrui. Altro che Patria! Siamo noi – che desideriamo un’altra Italia autonoma e di nuovo viva nel mondo, diretta da gruppi con idee e strategie proprie in testa – ad essere i veri “patrioti”. Voi siete solo dei miserabili, incapaci, ladri (anche delle vite di chi mandate a morire), omuncoli piccoli di testa e curvi di schiena, sempre proni e striscianti di fronte agli arroganti e protervi; vi levate solo, nella vostra nana statura, contro i deboli e gli indifesi. A lavorare in miniera o, meglio, a pulire le fogne; questo è il mestiere cui dovreste essere inviati – ipocriti e anche ottusi insieme (una miscela in effetti esplosiva) – se esistesse in questo paese una forza con dignità nazionale.
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