MAJDAN. UN’OPERAZIONE DELL’INTELLIGENCE USA.

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genNon si può andare sempre dietro agli imbecilli che se poi sono pure giornalisti la fatica è moltiplicata esponenzialmente. Invito i nostri lettori ad ignorare quello che lorsignori della stampa scrivono senza troppa fantasia e sotto dettato delle agenzie occidentali. Risalite direttamente alla fonte dove la menzogna ha origine e vi eviterete inutili giri di frasi a firma di questo o di quello sui peggiori quotidiani nazionali.
Anche servire è un mestiere che richiede un minimo di creatività ma i nostri scribacchini italioti sono così idioti da non capirlo. Vorrebbero apparire le migliori penne del pollaio senza nemmeno metterci un po’ di originalità, per questo il risultato è spesso ch(i)occ(i)ante.
Poi arriva il proprietario della stalla che dimostra al pennato laureato come la posizione conti eccome nella vita, e si prende la licenza di dire la verità mentre il pennuto a prestazione continua con la sua minzione che chiama alta professione.
Mentre i nostri Repubica, Spedizioniere della sega, Sfatto giornaliero – ogni riferimento a testate esistenti è puramente inventato, proprio come i giornali s’inventano le notizie – continuano con la solfa della rivoluzione democratica in Ucraina, George Friedman di Stratfor (rivista molto vicina all’intelligence Usa) rilascia un’intervista al Kommersant e paro paro afferma che gli Stati Uniti hanno cambiato con la forza i confini dell’Europa sin dalla caduta dell’URSS, partendo dalla Jugoslavia, passando per il Kosovo e finendo, per il momento, all’Ucraina.
Ohibò, e tutto quello che per anni hanno scritto i fogliacci di cui sopra, tra amore per la libertà e afflato per i diritti umani delle popolazioni che volevano affrancarsi da 50 anni di dittatura sovietica, che fine fa? Mandiamo la pubblicità per interrompere questa figura di merda? Non si può, qui non siamo ad un reality show! E’ la vita bellezza ed allora continuiamo. Sui fatti di Majdan e sulla successiva formazione di un governo filo-occidentale a Kiev Friedman non ha dubbi: tutto organizzato dai servizi segreti americani per limitare le aspirazioni regionali della Russia. Ma come? I gioralisti nostrani ci hanno sempre raccontato che le barricate in piazza degli ultraortodossiliberali di Pravy Sektor, Svoboda, nonché dei malviventi all’uopo scarcerati, erano spontanee manifestazioni di affetto per lo stile di vita occidentale, esempi illuminanti di esercizio del libero arbitrio in uno stato prima bordello ed ora anche peggio.
Che delusione, ci hanno mentito. O forse non lo sapevano nemmeno loro, non è che uno può scrivere sotto dettatura e pensare allo stesso momento. Il giornalista non è multitasking ma è molto attento alla sua di tasking che per camuffare chiama rispetto per la deontologia del mestiere. Il più antico del mondo, dopo quello al lupanare.
Dunque, tutta colpa (o merito) degli yankees sostiene lo yankee. E se ce lo racconta lui dobbiamo crederci. Friedman è un analista intelligente e scaltro che parla anche di un tentativo americano di creare un cordone sanitario intorno a Mosca per limitare la sua espansione egemonica. Nulla di personale contro i russi, solo geopolitica e rapporti di forza. Questa nuova cortina di ferro sarà stesa da Bucarest a Tallin, un muro virtuale per sbarrare il passo al Cremlino e separarlo dall’Europa. Per questo la Russia risulterà sempre troppo vicina alle basi Nato nel Vecchio Continente, come ha riferito un burlone di Washington.
Tutto chiaro ora che lo abbiamo sentito direttamente dalla voce del padrone?