MANDIAMOLI SULLA LUNA di G.P.
I due articoli riportati ieri e l’altro ieri nel blog, quello di
Tutto ciò dovrebbe convincere l’intero Paese (per questo invochiamo la cementificazione di un possente blocco sociale, con al centro le imprese di punta della nazione, alle quali dovrà presto legarsi una più combattiva e lungimirante classe politica di nuova composizione) della necessità di stringere i denti senza perdersi dietro alle rivendicazioni strumentali della sinistra, la quale sfrutta il malcontento dei ceti medio-bassi, rinverdendo antichi rigurgiti massimalisti (sempre buoni in periodi d’opposizione), con l’unico scopo di accelerare lo sfascio della nostra formazione sociale, per tornare a compiere le sue malversazioni.
Certo, dobbiamo ringraziare il cielo che a curarsi del Sistema-Paese ed a tracciare le linee di indirizzo della sua politica economica e sociale – sotto questo punto di vista si deve rimproverare al governo Berlusconi di non aver fatto ancora abbastanza, con i pochi e superficiali interventi approntati i quali, seppur orientati ad piccola correzione di rotta rispetto alle turpitudini del periodo ulivista, non hanno la consistenza necessaria ad affrontare una crisi eccezionale che richiede non le aspirine ma la chemioterapia – non ci sia una compagine di sinistra la quale (e solo i falsi e stolti oltranzisti identitari potrebbero ancora negarlo, dopo le schifezze viste negli ultimi anni) avrebbe sicuramente accelerato la caduta dell’Italia in un baratro ancora più profondo. Non si tratta di un giudizio fazioso ma di una valutazione obiettiva che nasce dai risultati della precedente gestione governativa e dagli interessi coagulati e serviti da tali drappelli di potere pluripartitico (dobbiamo ancora elencare le “corvée” dei sinistri al mondo finanziario e industriale parassitario, mentre il paese annaspava pericolosamente sotto il peso di una recessione che nemmeno lontanamente poteva essere accostata alla crisi dei muti subprimes e dei derivati?), i quali hanno fatto i loro sporchi giochi ubriacando le “italiche genti” con il solito chiacchiericcio democraticistico, costruito sulle parole vacue che impastano la bocca (i diritti civili, l’integrazione, i d.i.c.o-p.a.c.s. e altre “questioni sociali” varie che tanto affascinano la parte più radicale di detta compagine politica), al fine di meglio celare la rapina ai danni della parte sana della società italiana. Ovverosia: mentre tutti i vari comparti industriali arrancavano pericolosamente, perché non più in grado di stare dietro ai concorrenti sui principali mercati esteri ed in preda alle convulsioni da produttività decrescente, il governo distribuiva risorse “aggiuntive” ai settori più parassitari del complesso banco-industriale; contestualmente, si raggirava il popolo offrendogli, come palliativo, le brioche del bel mondo democratico-progressista-integrazionista che però hanno il difetto di non riempire lo stomaco. Da questo rimpinzamento forzato di aria fritta sono nati i mal di pancia della gente che ha, infine, dato il ben servito alla combriccola ulivista, cancellando dal panorama politico anche le fantasmagoriche sinistre "sparapalle" alternative. E che dire delle farneticazioni di un Padoa-Schioppa su inesistenti tesoretti, frutto di un mero raggiro contabile, che era servito a screditare il precedente governo Berlusconi (al quale fu attribuito di aver fatto crescere il deficit), per poi prendersi i futuri meriti del risanamento delle casse statali? Insomma, come sempre, ladrocinio e menzogna vanno a braccetto.
La cattiveria descrittiva, quando si ha a che fare con gente di tal fatta, non è mai abbastanza, soprattutto se questi inani e corrotti uomini (pardon, omuncoli) politici continuano ad appestare il clima fomentando la rovina del paese attraverso il braccio armato sindacale. Proprio quest’ultimo, quando al governo c’è Berlusconi, è sempre pronto a chiedere la luna e anche di più. Ma dov’era Epifani quando il governo Prodi, in barba al programma elettorale, aumentava le tasse ai lavoratori autonomi e dipendenti e rimandava alle calende greche gli interventi a favore dei più deboli?
E che faceva Epifani per rivendicare, verso il governo amico, un intervento diretto finalizzato all’adeguamento dei salari all’aumentato costo della vita o per il rilancio di seri programmi di sviluppo che non si riducessero alla solita emoraggia di denari pubblici verso la Fiat?
Probabilmente, in quel periodo, Epifani si trovava sulla luna dove speriamo torni al più presto, questa volta però a calci ripetuti nel sedere ed alla velocità della luce.
Indubbiamente, a livello Europeo le cose non vanno meglio, sia dal punto di vista economico che da quello strategico-politico. Il progetto di creare una sorta di monopolio dei giganti energetici europei (Caspian Development Corporation) con il coinvolgimento, di E.on, Rwe, Gaz de France ed Eni, di cui ha parlato