Mentre la Siria è nel caos, la Russia fa le sue mosse in Europa
[Traduzione di Piergiorgio Rosso da: Amid Syrian Furor, Russia Makes its Move in Europe | Stratfor ]
Il netto rifiuto della Russia di interrompere il sostegno al regime siriano potrà aver attirato maggiormente l’attenzione durante i colloqui al summit del G8 in Irlanda, ma gli accordi economici raggiunti al G8 e in altre occasioni dimostrano ciò che è veramente importante per Mosca. La Russia sta usando la crisi siriana per distogliere l’attenzione dell’Occidente, mentre si rafforza la sua posizione in Europa centrale e orientale e con altre potenze europee come la Germania e il Regno Unito.
Anche se il summit era centrato in particolare su materie economiche – vi partecipano i leader delle prime otto economie mondiali, cioè gli Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Canada, Giappone e Russia – il conflitto siriano sembrava ancora dominare la discussione. Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto riunioni a margine con la maggior parte dei leader del G8, anche se l’incontro di Putin con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato il più atteso. Nell’avviarsi verso l’incontro di due ore fra Putin e Obama, la Casa Bianca ha affermato che Obama avrebbe lavorato per convincere il leader russo a smettere di sostenere il regime del presidente siriano Bashar al Assad. Alla fine del vertice, era ovvio che le due parti erano rimaste divise come all’inizio.
I russi non hanno incentivo ad abbandonare il loro sostegno al Assad e sono in realtà in una posizione forte riguardo la Siria e l’Occidente. Questo perché gli Stati Uniti non hanno alcun vero interesse ad aumentare sul serio il loro coinvolgimento in Siria. La scorsa settimana, Washington ha fornito promesse ambigue per aumentare l’assistenza alle principali fazioni armate dell’opposizione siriana, ma gli Stati Uniti continuano ad essere vincolati dalla difficoltà di ogni intervento e dalle preoccupazioni che le conseguenze regionali ad esso si rivelino peggiori dello status quo. Già la guerra siriana è diventata una battaglia tra una miriade di attori internazionali, tra cui l’Iran, l’Arabia Saudita, Turchia e, in effetti, gli Stati Uniti e la Russia. La Russia sa che gli Stati Uniti sono restii a rendersi più coinvolti nella guerra civile siriana e il rifiuto del tutto pubblico di Putin a riconsiderare il sostegno di Mosca ad al Assad era probabilmente destinato ad attirare l’attenzione sulla stessa riluttanza di Washington a fare di più. La Russia ha fermamente respinto qualsiasi no-fly zone sostenuta dagli Usa sulla Siria, qualcosa il cui sostegno a Washington era del resto già vacillante. E Putin ha condannato in modo colorito la decisione di armare i ribelli siriani, dicendo: “Non si vede proprio il bisogno di sostenere persone che non solo uccidono i loro nemici, ma aprono i loro corpi, mangiano i loro intestini di fronte al pubblico e alle telecamere.”
Se la Russia sembra essere in una posizione forte contro l’Occidente sulla Siria, la reale importanza della posizione della Russia a livello globale non ha nulla a che fare con il Medio Oriente. Per la Russia, il centro della sua attenzione internazionale si trova ad ovest, in Europa. La Russia è forte a livello internazionale se lo è in Europa. Attualmente, l’Europa sta attraversando una frammentazione politica che sta logorando i legami sociali ed economici delle persone sul continente. In assenza di unità europea, la Russia vede una finestra di opportunità per approfittare di queste divisioni.
La forza della Russia sta nel fatto che si tratta di una delle poche fonti di investimento, di risorse e di competenze tecniche interessate a stringere accordi economici e soccorrere le aziende che stanno per fallire in Europa. Mosca si sta concentrando in particolare su Europa centrale e orientale, come anche sui principali soggetti europei capaci di plasmare le dinamiche del continente.
Ma la Russia sa che non può agire in modo troppo aggressivo o troppo pubblicamente, perché tutte le sue importanti incursioni in Europa saranno contrastate con la paura che la Russia cerchi di ravvivare il suo predominio sulla regione ai tempi della Guerra Fredda. Così, invece, la Russia sta sia procedendo cautamente sia ritraendo se stessa in una posizione di debolezza. Ad esempio, la Russia sta subendo una serie di rinegoziazioni energetiche in Europa, in cui la Russia ha già tagliato i prezzi all’esportazione del gas naturale di circa il 10 per cento e sta ora rinegoziando un altro sconto del 7-10 per cento per i prossimi mesi. Apparentemente la Russia sembra essere in una posizione di debolezza, in quanto è ritenuta essere costretta a tali concessioni a causa della maggiore concorrenza al gas naturale russo che ci sarà sul mercato nel prossimo futuro. Tuttavia, anche in presenza di seri vincoli alla politica energetica russa, la Russia sta usando queste rinegoziazioni per bloccare molti paesi dentro contratti a lungo termine e pratica ancora prezzi ben al di sopra ai livelli di metà anni 2000. La Russia sta anche tranquillamente acquisendo industrie in Europa centrale e orientale, anche se non le aziende statali di alto profilo, nella maggior parte dei casi, ma invece controllate o società veicolo in modo da evitare di attirare l’attenzione. Inoltre, la Russia sta mettendo in tasca diversi grandi accordi in Paesi strategici che non sono così russo-fobici come molti Stati dell’Europa orientale e centrale. Poco prima della conferenza G8, Putin ha trascorso due giorni in riunioni a Londra con diversi dei migliori uomini d’affari e politici. In quelle riunioni, la Russia ha firmato un accordo che apre la strada alla Russia per iniziare a costruire centrali nucleari in tutto il paese, ruolo che tradizionalmente era coperto dalla Francia. Questo accordo arriva dopo che la britannica BP, gigante energetico, ha approfondito i suoi legami con il settore energetico russo, acquisendo una parte della azienda statale russa Rosneft e lanciando progetti in tutto il paese.
La scorsa settimana, una delegazione energetica russo è stata anche in Francia per aggiungere qualcosa ai crescenti investimenti di TOTAL in tutta la Russia. Inoltre, la Russia ospiterà il Forum economico di San Pietroburgo, in cui il cancelliere tedesco Angela Merkel sarà presente con una grossa delegazione di industriali tedeschi.
Ottenere accesso agli Stati dell’Europa centrale e orientale e stringere accordi economici con grandi paesi strategici fa parte del piano generale di Mosca per indebolire l’unità europea, in particolare ai confini della Russia. La Russia, però, non vuole richiamare l’attenzione su questo e invece preferisce concentrare l’attenzione mondiale su un tema, come la Siria, che alla fin fine ha relativamente meno impatto su Mosca.
[Le ripubblicazioni tratte e tradotte dal sito www.stratfor.com come del resto da altri siti, hanno l’intenzione di fornire ai nostri lettori materiali che noi giudichiamo interessanti e che pensiamo lo possano essere anche per i nostri lettori.C&S non supporta necessariamente le idee espresse in tali articoli]