MORALISTI, IPOCRITI E VECCHIE RACCHIE di G.P.

bunga

I giudici stanno cercando di far passare ad ogni costo Berlusconi per un mandriano che si occupa esclusivamente di giovenche in calore trascurando i problemi Paese, il quale di conseguenza va in vacca.

Chi abbia investito di questa prerogativa i tribunali non è dato saperlo ma qualche idea ce la siamo fatta da Mani Pulite in qua. Questo brianzolo dallo spirito texano avrebbe promosso la figa a titolo di merito parlamentare, la gnocca a qualità di accesso ministeriale e il lenocinio a principio ineluttabile di partito. In parte è  vero ma torniamo all'interrogativo di partenza e cioè che c'entrano le Procure con tutto ciò? Dov'è il reato? A B. hanno sempre imputato di selezionare la sua squadra in base a criteri di avvenenza ma nel suo Esecutivo per una Gelmini c'è un Rotondi, per una Carfagna c'è un La Russa o per una Prestigiacomo un Tremonti. Dunque estetica ed antiestetica si bilanciano adeguatamente e non tutto può essere ridotto a chilogrammi di culo, centimetri di cosce e circonferenza di tette. Non è sicuramente edificante quel che accade dalla parti del Premier ma il potere giudiziario ha come compito precipuo quello di perseguire i crimini e non le depravazioni personali. Contrariamente non si chiamerebbe magistratura ma Inquisizione e noi non saremmo nel XXI secolo ma nel Medioevo. Peraltro non è B. il primo che ha messo le etichette dei prezzi sul bestiame umano. Esse sono state incollate agli individui  da che questi si sono divisi tra proprietari e nullatenenti, tra ricchi e poveri, tra potenti ed impotenti, tra padroni e servi, tra signori e sudditi, tra decisori e non decisori. Il mercimonio degli esseri è secolare e continuerà anche nell'era post-berlusconiana. È solo che nel PDL pagano meglio generando un sovraffollamento alle casse che richiama l'attenzione di invidiosi e curiosi. Tuttavia, gli atteggiamenti animaleschi abbondano anche nell’altro campo della politica nostrana dove c’è un fitto gregge di pecoroni che bela forsennatamente contro l'allevamento accanto un po' per combattere l'assenza di idee del proprio, un po' per coprire meglio nefandezze interne che non sono da meno rispetto a quelle della fattoria concorrente. Diceva, mi pare Wilde, che i moralisti se uomini sono ipocriti mentre se donne sono immancabilmente brutte. Ecco, gli uni e le altre hanno fatto stalla comune a sinistra. Il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi in questi giorni. In Italia si è smesso da tempo immemorabile di avere una visione larga dell'orizzonte e tutto viene osservato attraverso un piccolo buco della serratura che inevitabilmente si affaccia su una camera da letto. Sono d’accordo sul fatto che si stia superando qualsiasi limite di decenza e di decoro ma la responsabilità non è di quel frequentatore di bordelli soprannominato Caimano. Se costui è immorale nella vita privata chi lo critica, aggrappandosi a qualsiasi pretesto per prenderne il posto, lo è in quella pubblica. Giudicate voi ciò che è peggio.  Qualcuno dice, ammiccando alla Presidenza della Repubblica, che occorre tirare lo sciacquone ed andare a votare. Difficile però che lo faccia questo Quirinale perché non si è mai visto da nessuna parte che una catena riesca a tirare sé stessa. Giusto per intenderci sulle responsabilità di ciascun vertice istituzionale e per ricordare che Napolitano, da  indefesso partigiano qual è, ha dimostrato di essere ugualmente interessato ad evitare le urne poiché quest'ultime sarebbero funebri per il suo partito. Ciò che invece non comprendo assolutamente è questa vocazione al martirio di B. il quale si sta portando addosso la croce fino al monte del supplizio dove terminerà dolorosamente i suoi giorni. Perché è proprio lì che il Cav. sta andando con questo stupido attaccamento allo statu quo. Dovrebbe essere lui medesimo a rompere le righe e a chiedere al popolo di esprimersi sull' operato del Governo ottenendone, di rimando, anche una valutazione sulla sua condotta morale (non perché sia importante ai fini politici ma è utile a zittire i  suoi preteschi avversari). Sarà la gente a stabilire se il Premier ha agito troppo sotto le lenzuola e poco tra i banchi del potere o viceversa. L'Italia può anche fare a meno di B. ma il modo in cui egli sparirà dal palcoscenico nazionale ci dirà molto sulla maturità del Paese – il quale dall'epoca di tangentopoli sconta ancora troppe anomalie e ingerenze di forze esterne  – e sulla futura possibilità di normalizzare i suoi assetti istituzionali. Il recupero di credibilità della classe politica porterà con sè la fine della politica fatta a colpi di giustizia. Questo almeno è l'auspicio.