NEFASTO ARCOBALENO di A. Berlendis
1. La scelta delle metafore ed il loro simultaneo accostamento, può a volte svelare più di quanto in realtà non si volesse fare nelle intenzioni di partenza. L’arcobaleno è un fenomeno ottico che si può presentare alla fine di un evento meteorologico turbolento, mentre in questa congiuntura storica la turbolenza—nella fase policentrica che si va aprendo— sta probabilmente per arrivare. Che cosa possono provocare i fenomeni metereologici turbolenti ? Dei sinistri.
Il nome ‘sinistra arcobaleno’ veicola quindi un doppio effetto ideologico paradossale : o produce la (falsa) immagine che la turbolenza sia alle nostre spalle, oppure occulta il carattere negativo—appunto sinistro—degli effetti della turbolenza che si è verificata prima dell’arcobaleno.
2. Nella recente storia politico-sociale italiana l’impiego del simbolo dell’arcobaleno, ha contrassegnato tre eventi negativi, pur di diversa portata.
2.1. Nel 1989 vi fu l’operazione, a fini elettorali, di scissione detta arcobaleno di una ampia parte del ceto politico di Democrazia Proletaria : costoro confluirono nei Verdi, tramite l’aggregazione transitoria dei Verdi Arcobaleno. L’allora conduttore di questa operazione poi ebbe un non casuale esito ministeriale con l’assegnazione del Ministero dell’Ambiente nel governi Prodi e D’Alema –ed oggi appartiene al gruppo PD-Ulivo.
Si può qui rilevare una prima caratteristica della sinistra , il privilegiamento delle operazioni elettorali (di scissione—ieri—,o di fusione—oggi), sempre con gli stessi fini e la stessa strategia di sopravvivenza autoreferenziale, cioè volta del mantenimento della propria quota di mercato elettorale tra i dominati, ammantata ideologicamente sempre come rappresentanza politica a loro favore, mentre trattasi in realtà del mantenimento delle proprie quote di ceto politico e di posizioni negli enti pubblici ed apparati statali, con i sottoprodotti da esso derivati .
2.2. Nel 1999 vi fu il varo Missione arcobaleno ,simbolo dell’ipocrisia della sinistra che dopo aver contribuito all’aggressione della ex-Jugoslavia cercò, come sempre, la compensazione complementare della propria coscienza sporca con gli ‘aiuti’ ai profughi (che aveva contribuito a provocare con l’azione militare) . Per la memoria storica occorre ricordare che SD, Verdi e PDCI facevano parte del governo D’Alema mentre bombardava la Serbia, massacrava i civili, produceva devastazioni ambientali, distruggeva le ponti,strade ecc. … [Non è inoltre irrilevante l’esito di quegli ‘aiuti’ :“ci sono voluti qualcosa come sette anni di indagini per documentare e portare in un’aula giudiziaria fatti e misfatti della missione Arcobaleno, …. Per la verità quell’operazione, organizzata per sostenere i profughi in fuga verso l’Albania, si trasformò in una catena di sprechi…”Castellaneta 1 febbraio 2007 Il giornale (analogamente su ‘il manifesto’ 21-01-2000 RuotoloE’ scoppiato il caso ValonaIn carcere i capi della missione Arcobaleno. L’accusa è di peculato’ ]. Si evidenzia qui una seconda caratteristica delle sinistra : la strutturale ambivalenza per cui si può difendere l’autodeterminazione dei popoli ma anche partecipare alla loro aggressione, si può contribuire a produrre devastazioni ambientali ma anche difendere l’ambiente, si può ‘scavare un fossato morale’ (dimenticate parole di Bertinotti) con il titolare del governo che ha partecipato all’aggressione ma anche proporlo poi come Presidente della Repubblica….
2.3. Nel 2003 vi fu la campagna dell’esposizione delle bandiere arcobaleno come simbolo di opposizione all’aggressione americana all’Iraq (sia agli edifici che durante oceaniche manifestazioni) che si sono scolorite e dissolte quando la guerra è iniziata, per cui si è preferito ipocritamente accettare la fine ufficiale del conflitto proclamata da Bush proprio quando la multiforme resistenza del popolo irakeno aggredito continuò. Nelle parole di Tariq Ali “Perché,…,tante persone che si sono opposte attivamente alla guerra hanno assunto un a atteggiamento passivo di fronte all’occupazione ? … forse, quelli che tra voi non erano a favore della guerra credono tuttavia che il ritiro delle truppe sarebbe sbagliato e che l’occupazione/colonizzazione sia il male minore ? Accadde lo stesso, quando Mussolini occupò l’Albania e l’Abissinia ? Certo, era un dittatore fascista. Ma se i politici eletti democraticamente si comportano in maniera simile perché le loro azioni dovrebbero essere considerate accettabili ? Per chi si trova a subire, c’è ben poca differenza.” (Tariq Ali ‘Bush in Babilonia. La ricolonizzazione dell’Iraq’ Fazi editore pg VII-VIII). Qui abbiamo una terza caratteristica della sinistra, il suo essere un fattore ostacolante alla formazione di una chiara ,razionale e conseguente posizione anti-egemonica,sia verso i dominanti esterni (oggi gli USA) sia verso i (sub)dominanti interni loro alleati. Con la partecipazione organica al governo di centrosinistra, che ha mantenuto il riconoscimento ed appoggiato il governo quisling iracheno, le forze coalizzatesi oggi nella sinistra arcobaleno hanno dimostrato qual’era la vera natura ed i limiti di fondo della loro precedente opposizione (dimostrazione ovviamente avvenuta anche con il ripetuto voto a favore del rifinanziamento della missione militare in Afghanistan ,con il voto a favore dell’invio delle truppe stanziate in territorio libanese che era paese aggredito, ecc.).
3. I tre caratteri sinistri della sinistra sono funzionali alla caratteristica principale espressa magistralmente dall’ex presidente della repubblica Francesco Cossiga : “Si può essere il punto di riferimento dei poteri forti ed essere di sinistra. Quando la famiglia Agnelli stava andando alla malora tutta la sinistra avrebbe votato per mettere una tassa a favore della Fiat. Gli Agnelli hanno sempre potuto chiedere, al governo come all’opposizione, tutto. La cassa integrazione è stata inventata per loro.” Saetti Fioretti Intervista a Francesco Cossiga Aliberti editore 2007 pg 116
Dalla comprensione la natura della sinistra ne consegue che non si deve ricercare né uno spostamento più a sinistra, né il ristabilimento della vera sinistra, ma si deve perseguire coerentemente una rottura ed un conflitto con essa.
Il filosofo francese Alain Badiou ci ricorda un primo antecedente storico di rottura : «La Comune è ciò che per la prima volta, …, rompe con il destino parlamentare dei movimenti politici operai e popolari. […] La dichiarazione [del Comitato centrale della guardia nazionale] del 19 marzo del 1871 […] è una dichiarazione di rottura con la sinistra [intesa come] l’insieme del personale politico parlamentare che si dichiara il solo capace di assumere le conseguenze generali di un movimento politico popolare singolare» (A. Badiou, La Comune di Parigi, Edizioni Cronopio, Napoli 2004 pp. 35, 37).
Se non vogliamo che nella fase che va ad aprirsi si generi come unica possibilità la (eventuale) formazione e la (probabile) prevalenza dei rivoluzionari lagrassianamente definiti dentro il capitale, ma che si formino e siano in grado di cogliere una (eventuale) nuova occasione dei rivoluzionari contro il capitale, sarà un compito imprescindibile, al di là forme che sono consegnate al futuro, seguire la logica di fondo di quell’esempio storico .
1. La scelta delle metafore ed il loro simultaneo accostamento, può a volte svelare più di quanto in realtà non si volesse fare nelle intenzioni di partenza. L’arcobaleno è un fenomeno ottico che si può presentare alla fine di un evento meteorologico turbolento, mentre in questa congiuntura storica la turbolenza—nella fase policentrica che si va aprendo— sta probabilmente per arrivare. Che cosa possono provocare i fenomeni metereologici turbolenti ? Dei sinistri.
Il nome ‘sinistra arcobaleno’ veicola quindi un doppio effetto ideologico paradossale : o produce la (falsa) immagine che la turbolenza sia alle nostre spalle, oppure occulta il carattere negativo—appunto sinistro—degli effetti della turbolenza che si è verificata prima dell’arcobaleno.
2. Nella recente storia politico-sociale italiana l’impiego del simbolo dell’arcobaleno, ha contrassegnato tre eventi negativi, pur di diversa portata.
2.1. Nel 1989 vi fu l’operazione, a fini elettorali, di scissione detta arcobaleno di una ampia parte del ceto politico di Democrazia Proletaria : costoro confluirono nei Verdi, tramite l’aggregazione transitoria dei Verdi Arcobaleno. L’allora conduttore di questa operazione poi ebbe un non casuale esito ministeriale con l’assegnazione del Ministero dell’Ambiente nel governi Prodi e D’Alema –ed oggi appartiene al gruppo PD-Ulivo.
Si può qui rilevare una prima caratteristica della sinistra , il privilegiamento delle operazioni elettorali (di scissione—ieri—,o di fusione—oggi), sempre con gli stessi fini e la stessa strategia di sopravvivenza autoreferenziale, cioè volta del mantenimento della propria quota di mercato elettorale tra i dominati, ammantata ideologicamente sempre come rappresentanza politica a loro favore, mentre trattasi in realtà del mantenimento delle proprie quote di ceto politico e di posizioni negli enti pubblici ed apparati statali, con i sottoprodotti da esso derivati .
2.2. Nel 1999 vi fu il varo Missione arcobaleno ,simbolo dell’ipocrisia della sinistra che dopo aver contribuito all’aggressione della ex-Jugoslavia cercò, come sempre, la compensazione complementare della propria coscienza sporca con gli ‘aiuti’ ai profughi (che aveva contribuito a provocare con l’azione militare) . Per la memoria storica occorre ricordare che SD, Verdi e PDCI facevano parte del governo D’Alema mentre bombardava la Serbia, massacrava i civili, produceva devastazioni ambientali, distruggeva le ponti,strade ecc. … [Non è inoltre irrilevante l’esito di quegli ‘aiuti’ :“ci sono voluti qualcosa come sette anni di indagini per documentare e portare in un’aula giudiziaria fatti e misfatti della missione Arcobaleno, …. Per la verità quell’operazione, organizzata per sostenere i profughi in fuga verso l’Albania, si trasformò in una catena di sprechi…”Castellaneta 1 febbraio 2007 Il giornale (analogamente su ‘il manifesto’ 21-01-2000 RuotoloE’ scoppiato il caso ValonaIn carcere i capi della missione Arcobaleno. L’accusa è di peculato’ ]. Si evidenzia qui una seconda caratteristica delle sinistra : la strutturale ambivalenza per cui si può difendere l’autodeterminazione dei popoli ma anche partecipare alla loro aggressione, si può contribuire a produrre devastazioni ambientali ma anche difendere l’ambiente, si può ‘scavare un fossato morale’ (dimenticate parole di Bertinotti) con il titolare del governo che ha partecipato all’aggressione ma anche proporlo poi come Presidente della Repubblica….
2.3. Nel 2003 vi fu la campagna dell’esposizione delle bandiere arcobaleno come simbolo di opposizione all’aggressione americana all’Iraq (sia agli edifici che durante oceaniche manifestazioni) che si sono scolorite e dissolte quando la guerra è iniziata, per cui si è preferito ipocritamente accettare la fine ufficiale del conflitto proclamata da Bush proprio quando la multiforme resistenza del popolo irakeno aggredito continuò. Nelle parole di Tariq Ali “Perché,…,tante persone che si sono opposte attivamente alla guerra hanno assunto un a atteggiamento passivo di fronte all’occupazione ? … forse, quelli che tra voi non erano a favore della guerra credono tuttavia che il ritiro delle truppe sarebbe sbagliato e che l’occupazione/colonizzazione sia il male minore ? Accadde lo stesso, quando Mussolini occupò l’Albania e l’Abissinia ? Certo, era un dittatore fascista. Ma se i politici eletti democraticamente si comportano in maniera simile perché le loro azioni dovrebbero essere considerate accettabili ? Per chi si trova a subire, c’è ben poca differenza.” (Tariq Ali ‘Bush in Babilonia. La ricolonizzazione dell’Iraq’ Fazi editore pg VII-VIII). Qui abbiamo una terza caratteristica della sinistra, il suo essere un fattore ostacolante alla formazione di una chiara ,razionale e conseguente posizione anti-egemonica,sia verso i dominanti esterni (oggi gli USA) sia verso i (sub)dominanti interni loro alleati. Con la partecipazione organica al governo di centrosinistra, che ha mantenuto il riconoscimento ed appoggiato il governo quisling iracheno, le forze coalizzatesi oggi nella sinistra arcobaleno hanno dimostrato qual’era la vera natura ed i limiti di fondo della loro precedente opposizione (dimostrazione ovviamente avvenuta anche con il ripetuto voto a favore del rifinanziamento della missione militare in Afghanistan ,con il voto a favore dell’invio delle truppe stanziate in territorio libanese che era paese aggredito, ecc.).
3. I tre caratteri sinistri della sinistra sono funzionali alla caratteristica principale espressa magistralmente dall’ex presidente della repubblica Francesco Cossiga : “Si può essere il punto di riferimento dei poteri forti ed essere di sinistra. Quando la famiglia Agnelli stava andando alla malora tutta la sinistra avrebbe votato per mettere una tassa a favore della Fiat. Gli Agnelli hanno sempre potuto chiedere, al governo come all’opposizione, tutto. La cassa integrazione è stata inventata per loro.” Saetti Fioretti Intervista a Francesco Cossiga Aliberti editore 2007 pg 116
Dalla comprensione la natura della sinistra ne consegue che non si deve ricercare né uno spostamento più a sinistra, né il ristabilimento della vera sinistra, ma si deve perseguire coerentemente una rottura ed un conflitto con essa.
Il filosofo francese Alain Badiou ci ricorda un primo antecedente storico di rottura : «La Comune è ciò che per la prima volta, …, rompe con il destino parlamentare dei movimenti politici operai e popolari. […] La dichiarazione [del Comitato centrale della guardia nazionale] del 19 marzo del 1871 […] è una dichiarazione di rottura con la sinistra [intesa come] l’insieme del personale politico parlamentare che si dichiara il solo capace di assumere le conseguenze generali di un movimento politico popolare singolare» (A. Badiou, La Comune di Parigi, Edizioni Cronopio, Napoli 2004 pp. 35, 37).
Se non vogliamo che nella fase che va ad aprirsi si generi come unica possibilità la (eventuale) formazione e la (probabile) prevalenza dei rivoluzionari lagrassianamente definiti dentro il capitale, ma che si formino e siano in grado di cogliere una (eventuale) nuova occasione dei rivoluzionari contro il capitale, sarà un compito imprescindibile, al di là forme che sono consegnate al futuro, seguire la logica di fondo di quell’esempio storico .