Nelle foibe giace la verità

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Oggi è il Giorno del Ricordo. È uno di quei giorni, tra tanti altri di commemorazioni retoriche e pelose, in cui la smemoratezza regna sovrana. Chi ricorda selettivamente non rammenta i delitti di tutti, ma usa politicamente e ipocritamente quelli degli altri per coprire i propri. La memoria con la “M” maiuscola è la più grande falsità della storia, comunque etnicamente declinata. Non Mnemosine, ma il Lete, diceva Rensi, è la vera deità della storia.

Infatti, gli uomini ripetono sempre gli stessi errori perché la storia non è mai stata magistra vitae, checché se ne dica.

Sulle foibe il registro è diventato lo stesso di tante altre tragedie del passato: è sempre tutta colpa del nemico, che avrebbe ucciso innocenti senza motivo. L’aggressore è sempre un pazzo, l’aggredito un angioletto. Non è così, ma lungi da noi lo scusare i crimini contro l’umanità. Solo che tali crimini vanno storicizzati, altrimenti si finisce per dividere il mondo in buoni (ovviamente noi) e cattivi (immancabilmente gli altri).

Invece, nessuno è innocente quando accadono certi fatti funesti: né loro, né noi, perché gli avvenimenti si susseguono e, non avendo né principio né fine (a non aver né capo né coda sono solo determinate interpretazioni a senso unico e post festum), non è possibile sapere mai chi abbia cominciato per primo. Anche se sappiamo che chi arriverà per secondo, all’ora del suo crimine, non sarà da meno.

Per questo riporto quanto scritto anni fa dal mio maestro Gianfranco La Grassa:

“Il fascismo non popolò di italiani quelle zone (così come fece in Alto Adige)? Crediamo ancora che [gli italiani] siano “brava gente”, che “aiutino” le popolazioni sottoposte al loro dominio coloniale? Ci siamo scordati quello che abbiamo combinato in Libia, in Etiopia (gasificando le popolazioni), in Albania, in Grecia e, per l’appunto, in Jugoslavia? E pensavamo di essere trattati con i guanti? Siamo forse di una specie “superiore” che non può essere maltrattata da una presunta “inferiore”? E possiamo con tanta leggerezza parlare di “pulizia etnica”? Fino a prova contraria, eccessi ce ne sono sempre stati, e sempre ci saranno, durante guerre, rivoluzioni, sconvolgimenti politici e sociali, ecc. …Nelle foibe non metto in dubbio che siano stati buttati persino innocenti o comunque alcuni che non meritavano la morte (come non la meritavano i serbi uccisi dalla d’alemiana “difesa integrata”, cioè dai bombardamenti aerei compiuti al seguito degli USA nel 1999; qualche autorità italiana, e in primo luogo l’attuale “indignato” Ministro degli Esteri, ha chiesto scusa e perdono per quei morti?). Ci saranno stati anche, come durante la Resistenza italiana (ed in ogni rivolgimento politico-sociale), vendette personali, regolamenti di conti, persino omicidi per appropriarsi della “roba”. I giudizi complessivi su eventi storici di quella portata si emettono in base a tali iniquità inevitabili? Si parla poi di “rivalsa sociale”. La rivoluzione compiuta dai comunisti di Tito (qualunque giudizio si voglia dare su di essa, magari anche assai negativo) non può però essere considerata in nessun caso una semplice rivalsa sociale…”