NIENTE PUTTANAIO, OPERAZIONE SOVVERSIVA (di Giellegi, 21 gen '11)
Parte prima: il mondo della finzione e della menzogna
In questo paese di buffoni e bugiardi, è ovvio che anche un’eversione ha lo stesso carattere, ma di eversione nondimeno si tratta. I mandanti sono all’estero (Stati Uniti, in alcuni loro ambienti) e in una classe industrial-finanziaria da sempre fellona (dal 25 luglio e 8 settembre del ’43), e per di più oggi lacerata dal conflitto tra certo capitalismo concertativo, ancora seguace di Agnelli, e chi va giù con la mannaia alla “Marpionne”. Tuttavia, forse mi sbaglio, tutti pronti a nuovi compromessi se l’Italia cadesse preda della “manina d’oltreoceano”, se venissero annientati gli ultimi bastioni dell’industria strategica (il fatto che sia sotto controllo pubblico tramite la golden share è a questo punto elemento di fragilità; dei bei gruppi privati cattivi e duri alla Marchionne darebbero più garanzia), il che significa al momento eliminare Berlusconi e la sua politica estera.
Il colpo di Stato iniziò con “mani pulite” e lo scrissi già alla fine del 1994 (pur se l’opuscolo venne pubblicato, da casa editrice senza distribuzione, nel gennaio 1995), mentre la canea, anche di alcuni intellettuali che oggi fanno i tromboni in difesa della Costituzione, dilagava urlando al moralismo più becero e disonesto. Nessuno, nemmeno un centro-destra del tutto privo di palle, ricorda che di oltre 100 incolpati da quell’ondata di vergogna giudiziaria, i 4/5 sono stati assolti, ma dopo anni di gogna ed essere stati distrutti politicamente; il che era il vero obiettivo di quell’operazione. Andreotti dopo 10 anni di processo, Mannino e Formica dopo 17, e via dicendo. Geronimo, che ha usato per anni l’espressione “manina d’oltreoceano” (e che ha subito una trentina, forse 31, processi, se non erro con una condanna sola), oggi, passato all’Udc, non la usa più, si è scordato che quel colpo di Stato fu ordito per conto degli Stati Uniti (con l’uso del pentito di mafia di turno) seguiti dalla solita Confindustria e tramite acquisto dei rinnegati del piciismo salvati dalla fine del sedicente socialismo, con intorno piccoli gruppetti di democristiani salvati dai processi.
Mi sembra assai sintomatico che, nell’Udc, Geronimo non parli più del colpo di Stato al servizio dello straniero; perché, fallita miseramente quell’ammucchiata di rinnegati “salvati”, dopo che nemmeno Fini ha fatto una troppo buona riuscita, i democristiani (etichettati al “centro” per non essere sputtanati dalla nomea di “sinistra”), salvati dai processi, sono gli ultimi cui affidare il tentativo di liquidare l’attuale schieramento governativo. Per farlo sarebbe però necessario un supplemento di manovre (da tradimento) con altri settori malleabili del Pdl (e forse della Lega); questi stanno però ben guardinghi, sapendo a quali farabutti e “accoltellatori alla schiena” si dovrebbero accompagnare. Niente più “manina d’oltreoceano”, comunque, per il “neofita” Geronimo, ormai mondatosi da ogni peccato d’appartenenza ad una stagione meno indegna della politica italiana. Noi però sappiamo egualmente come andarono le cose.
Messosi in mezzo Berlusconi – soluzione certo debole di chi volle resistere, e ci riuscì parzialmente, alla svendita del paese, di cui fu simbolo (tipo “delitto di Serajevo” se si capisce ciò che intendo dire) la riunione di italiani “di sinistra” con stranieri, soprattutto americani e inglesi, sul “Panfilo Britannia” – questi fu perseguito per tutto il periodo del suo impegno politico, tuttora perdurante. Prima si è cercato di farlo fuori con i tipici “prodotti giudiziari” di “mani pulite”: corruzione, tangenti, malaffare, ecc. Poi, fallito ogni tentativo in tal senso, ci si è dati alle “luci rosse” e all’incredibile accusa di favoreggiamento della prostituzione. Si è risposto dall’altra parte, sempre per non rivelare mai di che cosa si trattasse, con accuse di carattere “immobiliare” a Fini, ecc.; ma non si è tenuto conto che esiste un fronte teso alla sovversione, per effettuare la quale Fini e la magistratura sono “cul e braga”, così come quest’ultima lo è pure con la “sinistra”.
Tutte le vecchie questioni della Banca 121 del Salento, dell’Unipol con la banca Nazionale del Lavoro, delle cooperative romagnole e altre, pur riguardando branche del malaffare dove erano stati assegnati i colpi di “mani pulite” a Dc-Psi, sono finiti in nulla. Non va avanti l’indagine sullo scempio della Sanità in Puglia, si è fatto scalpore e nulla più in Calabria, in Campania. Si era sollevato scandalo per il vecchio viaggio di Craxi (presidente del Consiglio) in Cina con una sessantina di “ospiti”; lo stesso numero va a New York con Vendola, semplice presidente di Regione: qualche mormorio appena. Di De Benedetti, Agnelli, ecc. ci si ricorda ancora che cosa è saltato fuori in varie occasioni? Ma no. E si potrebbe continuare. Non importa. Non intendo fare il notaio del malaffare della sinistra, lasciato impunito.
Due questioncelle vanno però ricordate, perché dimostrano l’inettitudine della “destra”, che tuttavia, essendo eccessiva, fa sorgere altri sospetti più gravi. Accorgendosi che le “luci rosse” non sono comunque reato ma solo sputtanamento, e potrebbero non sortire l’effetto voluto, si è ritirata fuori a Firenze (con il solito pentito “alla Buscetta”, però “de noantri” e non “italo-americano”) la balla dei rapporti tra Berlusconi e la mafia per le stragi del ’93. Impossibile non ricordarsi del bacio andreottiano a Totò Riina, nauseabonda ridicolaggine presa come prova regina della colpevolezza del democristiano “principe” e finita in coda di pesce, ma dopo 10 anni di perversa insistenza da parte di una magistratura da far paura. Adesso, però, è saltata fuori la confessione di Conso, Ministro di Giustizia del governo Ciampi (28 aprile 1993-10 maggio 1994), che trattò – e il capo di quel governo ci prende in giro se sostiene di non averne saputo nulla – con la mafia per far cessare le stragi ammorbidendo il regime carcerario dei suoi adepti (ripristinato in pieno dal governo di “destra”).
Ebbene, il Pdl ha minacciato inchieste per sapere com’è andata a quel tempo, e invece non se ne fa nulla, cercando solo di mantenere in piedi una traballante maggioranza. La Lega, che ha il Ministero degli Interni, sembra assente. Eppure, sarebbe l’occasione per dimostrare che la mafia è sempre stata in combutta con gli Usa: sbarco in Sicilia, bandito Giuliano e “indipendenza” siciliana (l’acciughina con cui usarono ed eliminarono quest’ultimo, non prima della “bella” strage a Portella della Ginestra), incidente-assassinio di Mattei, installazione della base a Comiso, appunto “mani pulite” con il manovrato “pentimento” del mafioso Buscetta, e non ricordo quanti altri favori. Quindi la mafia è al servizio degli Stati Uniti; è un fatto.
Altro fatto. Cossiga, mai smentito, rivelò fuori dai denti che D’Alema fu messo al posto di Prodi nel ’98 perché gli Usa foss
ero maggiormente garantiti in Italia (base di Aviano come una delle principali per quell’operazione) durante l’aggressione alla Jugoslavia dell’anno successivo. Si montò l’organetto del genocidio dei kosovari ma, a guerra finita, pian piano si è capito (per chi vuol capire) che non vi sono stati 100.000 massacrati, nemmeno 50.000, nemmeno i 10.000 “certificati” dall’associazione “Medici senza frontiere” (diretta dal “sinistro” Kouchner, poi divenuto Ministro degli esteri del governo Fillon della destra francese; un personaggio coerente e limpido!); di fatto, si è trattato di 2.000 cadaveri, di cui una parte serbi, quindi un tipico risultato della guerra tra forze ufficiali jugoslave e ribelli kosovari, ben aiutati dagli Usa fin dall’estate del ’98 (come minimo). Ciononostante, il sig. D’Alema, la sinistra in coro, il TG3 e gli altri “falsari” continuano ancor oggi a parlare di genocidio.
Ancor più rilevante la rivelazione del dicembre scorso, ad opera di una commissione del Consiglio Europeo (la cui relazione, ci si può giurare, resterà lettera morta), secondo cui il capo dell’UCK (Thaci), oggi addirittura presidente dello Stato-fantoccio del Kosovo, è un trafficante di droga e addirittura di organi di serbi trucidati. La relazione afferma che i servizi segreti di molti paesi europei, fra cui il Sismi, erano a conoscenza dei fatti. E il Sismi non avvertì D’Alema? Non si faccia ridere. Eppure quest’uomo non è stato nemmeno sputtanato per bene, mentre dovrebbe addirittura essere chiamato al Tribunale dell’Aja, se questo non fosse il tipico Tribunale dei vincitori. Invece, il ben noto “baffetto” è addirittura presidente del Copasir (sui servizi segreti, ironia estrema) con i voti della “destra”, a dimostrazione che quest’ultima o è composta da deficienti o da conniventi. Però, dimostrarsi tali con personaggi proni ai voleri americani – i quali, come rivelato dai documenti di Wikileaks, aborriscono la politica estera berlusconiana, in specie verso Russia, Libia, ecc., e la vogliono bloccare facendo cadere il premier – significa o essere traditori alla Fini o emeriti masochisti.
Concludendo. Innanzitutto, c’è qualche farabutto di sinistra desideroso di passare anche per decerebrato sostenendo che i festini ad Arcore sono un reato, sono immorali, sono…..non so bene che cosa, mentre tacere su chi erano i capi dell’Uck e andare in guerra con gli americani, bombardando e massacrando i serbi (con linguaggio da “1984” poiché D’Alema parlò di quei bombardamenti come di “difesa integrata”), sarebbe invece un “peccato veniale”? Dal punto di vista sia politico che morale, “baffetto” è infinitamente più colpevole e ributtante di Berlusconi. E inoltre, mentre quest’ultimo irrita gli Usa – che i cialtroni della “sinistra” finto-radicale accusavano di imperialismo e altro, con ridicole manifestazioni tipo il No-Dal Molin, come se chiudere quella base, lasciando intatte o rafforzando quella di Aviano e altre, avesse un senso – l’aggressore della Jugoslavia ha giocato il ruolo del lacchè del paese predominante.
Lo ricordo benissimo (visto in TV) a Roma, mentre il gen. Wesley Clark presentava il suo libro su quell’aggressione (mai tradotto in italiano, et pour cause). Sorriso da perfetto subordinato, il generale che ogni tanto gli batteva sulla spalla come ad un valletto, nel mentre lo ringraziava ridacchiando soddisfatto perché, oltre ai servigi resi dalla nostra aviazione e dalle nostre basi (servigi superiori perfino a quelli inglesi! Siamo stati secondi dopo gli Usa come numero di missioni aeree), se ci fosse stato bisogno dell’operazione di terra, l’ineffabile ex piciista aveva promesso l’invio di 18.000 soldati (pensate a quanti morti, altro che quelli in Irak e Afghanistan, combattendo contro l’esercito serbo).
Se ne deve dunque trarre la conclusione che la sedicente sinistra è sempre stata, da “mani pulite” in poi, la vera accozzaglia dei servi degli Usa; non che la destra brilli per spirito di indipendenza, ma comunque dal 2003 (estate ben nota) è divisa tra l’appoggio, da una parte, ad Eni (con Gazprom), Finmeccanica e ad altre iniziative, che hanno aperto mercati ad est e sud (anche a piccolo-medie imprese) e, dall’altra, a iniziative imperiali statunitensi (inutile elencarle). Questa divisione tra due compiti così diversi si è tradotta in periodici, ma continui, distacchi di spezzoni dal “centro-destra”, fenomeno che ha sempre impedito una normale navigazione al governo di tale schieramento. E ogni spezzone che si è staccato si è unito alla scompaginata “sinistra” per aiutarla a buttare giù il premier (cioè la sua politica estera verso est e sud, invisa agli americani), nel mentre venivano continuamente alla luce le frequentazioni dell’Ambasciata americana da parte dei capetti di questi traditori; oltre ai colloqui americani di Fini con la Pelosi, con John Kerry, ecc.
Ora 2+2 fa 4. Gli Usa si sono sempre serviti della mafia per i loro maneggi in Italia. Egualmente, hanno messo sotto ricatto i rinnegati del Pci (che ha cambiato mille nomi), salvandoli dal crollo del socialismo e usandoli per i più bassi servizi (comprese aggressioni e bombardamenti). Se B e C sono al servizio di A, si può tranquillamente sostenere che o essi agiscono come la famosa “mano destra” che non sa quello che fa la “sinistra” (ciò accade spesso tra Cia e Fbi); oppure, se collegamenti vi sono, essi esistono tra B e C (mafia e “sinistra”, come talvolta avviene che Cia e Fbi collaborino). Sostenere però che invece esiste il collegamento tra D (“destra”, a parte gli spezzoni staccatisi e andati verso “sinistra”) e B (mafia) è una menzogna colossale. La sinistra è la vera collaboratrice (a sprazzi, per contatti a periodi alterni) della mafia. Questa verità è stata improvvisamente messa in chiaro dalle rivelazioni dell’ex Ministro di Giustizia Conso.
Una bella inchiesta parlamentare (ma coadiuvata da Servizi fidati e affidati a personaggi fedeli) avrebbe infine svelato questa realtà. Invece, la “destra” ha chiacchierato, sollevato un po’ di polvere e poi si è zittita. Masochismo, stupidità o cosa? Quanti sono sempre pronti a nuovi tradimenti non appena il “padrone” straniero (con i suoi scherani industrial-finanziari italiani) “suggerisce” di gettare nuove truppe fresche (dopo averne già logorate non so quante) nella battaglia contro la politica estera italiana? Qualche giorno fa era riportata la notizia, fatta poi scomparire in poche ore (la si ritrova nel link indicato nel commento n. 14 al mio “continua il festival dell’inganno”), di una “calda” telefonata tra presdelarep e B., in cui il primo avrebbe consigliato il ritiro al secondo e la sua sostituzione con Letta. Ero molto soddisfatto perché l’intervento, messo in pubblico a mezzo stampa, della prima carica dello Stato sarebbe stata l’ultima cartuccia sparata dal PAB (poltiglia antiberlusconiana), a meno di non voler chiedere aiuto a “corpi speciali”, dopo di che sarebbe stato impossibile fingere ancora il mantenimento della “democrazia” (già oggi inesistente di fatto; degli elettori tutti se ne fregano). Poi, la notizia è stata sostituita da quella di un “Colle silente” (e perplesso come ogni “buon padre di famiglia”).
Si tengono ancora l’ultima cartuccia di riserva. E, ancora una volta, la “destra” si è mostrata tanto “sciocca” (?) da permetterlo.
Chi non ha capito queste banali verità, che sono sotto gli occhi di tutti (basta volerle vedere), merita disprezzo. Il “popolo di sinistra” – parassita legato, direttamente o indirettamente, per quattro quinti almeno alla spesa pubblica improduttiva, di puro spreco – merita questo disprezzo. I suoi capi meriterebbero però di più: la pena per alto tradimento. La “destra” (o quella parte di questa), che tutto fa per non mettere termine a simile azione di servaggio, per non svelare i “segreti” contatti dell’avversario con lo straniero – sembra solo interessata a servirsene al massimo per ricattare e tentare di ammorbidire certi maneggi – merita anch’essa disprezzo.
Per assistere i magistrati che, senza nemmeno la furbizia di aspettare almeno una settimana, almeno qualche giorno, si sono subito scatenati 24 ore dopo la sentenza della Corte Costituzionale (quindi tutto era già pronto da un pezzo; e Fini, guarda un po’, lo sapeva, dunque lo sapevano anche gli altri, tutti, del PAB), sono stati usati ingenti mezzi e personale degli apparati “speciali” di sicurezza. E’ ovvio che hanno agito anche i Servizi, e basta con il dire che sono deviati; sono quello che sono da un bel pezzo [si potrebbe, ad es., sapere la verità su che cosa accadde al povero Calipari? Si deve aspettare un nuovo Cossiga che rivelò 3-4 anni fa, nell’imbarazzato e vergognoso silenzio di tutti, destri e sinistri, la verità sull’abbattimento dell’Argo? E si sono messi in silenzio anche i poveri familiari dei morti in quel finto incidente e reale attentato, che chiedevano a quel punto la riapertura del processo per avere almeno lo straccio di un indennizzo].
I nostri apparati speciali funzionano in senso filo-atlantico; di conseguenza fanno il gioco di coloro per cui giocano anche quelli della “sinistra”, “centro”, “destra”, in pappe ma che cercano di riprendere quota come servitori dei “soliti noti”. Se i nostri apparati funzionano in tal senso, il “popolare” Ministro degli Interni non ne sa nulla? Si limita alle retate di latitanti, al rientro di immigrati clandestini, a qualche colpo contro i narcotrafficanti e il malaffare in genere? Conquista la solita popolarità presso il famoso “popolo bue”, ma lascia agire indisturbati i sovvertitori reali del nostro “ordine costituito”? Le domande si affollano: superficialità vanesia, masochismo, mala fede, piede in più scarpe o che cosa ancora? O forse, si cerca di spingere gli eversori a spiazzarsi sempre più, rivelando meglio i loro piani? E anche la loro fretta, cattiva consigliera e che comporta scoordinamento? Si vedrà quale risposta dare. Non si venga comunque a raccontarci che certi piani sono ignoti, che ci sono solo supposizioni in merito. Non posso credere a tanta stupidità. Nel “poppolo”, in specie negli scervellati e spregevoli di “sinistra”, questa è comprensibile, ormai congenita. Da ben oltre dieci anni avverto che il virus dell’antiberlusconite avrebbe provocato totale rammollimento cerebrale del ceto medio semicolto, parassita della spesa pubblica. Non concedo però tale motivazione a chi sta al governo di un paese.
Basta menzogne e falsificazioni. Che la “sinistra” inganni gli idioti, e gli ipocriti moralisti (senza vera morale) che la seguono, è “normale”. Altrettanto “normale” è il mondo di quegli spregevoli conformisti che passano per intellettuali “progressisti”, sempre a gonfiarsi l’un l’altro per parere geni, influenzando persino poveri dementi di “destra” che mai hanno avuto il dispiacere, come il sottoscritto, di frequentarli e di capire benissimo con quali sporcaccioni e mentitori si ha a che fare. Personaggi ammuffiti e decadenti, abituati ai salotti romani e milanesi, che non hanno troppo da cercare donnacce varie perché le trovano già pronte negli ambienti frequentati, si mettono a fare la morale e a scandalizzarsi; soprattutto perché “l’estero ci guarda”.
Sono vili e meschini ipocriti come quelli che insultavano Craxi e gli altri per corruzione, per affari fatti in Italia e all’estero. Certi “puri”, che non posso nominare pubblicamente (in parte già morti), sarebbero dovuti venire a casa mia nel ’92-‘93 a raccontarmi in faccia certe “divertenti istorie”, perché io so bene quali affari faceva il Pci; e non solo con l’Urss e il campo socialista, ma anche con l’industria “pubblica”, anche con quella “privata”, anche con la “maledetta” Fiat. E io conosco soltanto alcune vecchie “storie” del Pci ante-compromesso storico, ante-concertazione (prima del patto sulla scala mobile tra Lama e Agnelli nel 1975). Figuriamoci cos’è accaduto dopo. Vorrei però essere chiaro. Mai ho polemizzato con esponenti del Pci – non proprio di terz’ordine in quell’epoca – per “queste storie”. Le ritenevo del tutto normali. Come si può mantenere un’organizzazione così complessa, forse con salsicce, costicine, polenta, alle Feste dell’Unità?
E se pure qualcuno ne approfittava, perché uomo capace di stabilire contatti proficui anche per il partito (e su suo ordine), è proprio spaventoso che qualche “cresta” la trattenesse per sé? E conoscete, o imbecilli nullafacenti del “poppolo di sinistra”, il rischio che corre un vero capo politico se cade in disgrazia, se deve affrontare processi o addirittura andarsene all’estero? Se non ha messo da parte opportune riserve, e in conti fuori del territorio nazionale, è “morto” (e spesso non in senso metaforico). Soltanto degli sciocchi possono pensare, tanto per fare un esempio per me luminosissimo, che il grande Lenin, fuoruscito all’estero a riorganizzare il partito in clandestinità, a prepararsi per eventi “fortunati” (poi prodottisi con la prima guerra mondiale), si sia mantenuto con l’elemosina per le strade, andando a chiedere la minestra alle porte di qualche Convento o non so con quale altra imbecillità pensata da minorati psichici. E non mi si dica che viveva con soldi inviati (come?) dai seguaci fedeli (molto pochi). Faceva lavoretti, si arrangiava, ma non erano certo sufficienti, perché non doveva semplicemente sbarcare il lunario come solingo esule. Comunque basta con i moralisti che sono personaggi miserabili senza morale alcuna.
Sia chiaro, quindi, che dicendo quello che dico non intendo fare alcuna chiamata di correo per uomini di un Pci di tempi dignitosi. Me la prendo solo con gli immondi che, tradendo e cambiando casacca (e nome), hanno accusato gli altri di malaffare e hanno ottenuto l’investitura a servi prediletti di Usa e Confidustria agnelliana, utilizzando magistrati ancor peggiori di loro. Me la prendo con il verminoso moralismo dei loro seguaci e votanti piccolo-borghesi del più volte nominato ceto medio semicolto (gli “uomini medi”, di cui si ricordi cosa dice il regista impersonato da Orson Welles nel mirabile “La ricotta” di Pasolini; parole “sante”, da riprodurre appena possibile nel blog; magari tutta la scena del film), supportato da gruppi di intellettuali laidi e vigliacchi.
Il primo compito da affrontare sarebbe ripulire la cloaca ormai colma degli escrementi di questo PAB, con apparati di S
tato (magistratura, Servizi, “corpi speciali” non fedeli) non degni di alcun rispetto. Senza una ripulitura totale di questa società dall’infezione del PAB, non credo sia più possibile andare avanti. So che questi “porcaccioni” sono pure ridicoli. Per un mese almeno, prima del voto del 14 dicembre alla Camera, hanno insistito che il premier desse le dimissioni perché si illudeva pensando di avere la maggioranza, ormai era virtualmente già cacciato; quindi se ne andasse spontaneamente. E da vermi quali sono, fingevano anche di fargli ponti d’oro, di lasciargli la “buona uscita”, mentre stavano già da mesi e mesi affilando le armi delle “luci rosse”, messe in azione appunto senza nemmeno aspettare un po’ di tempo dopo la sentenza della C.C. Figuriamoci se si fosse dimesso!
Questi vili moralisti della difesa della Costituzione e della “democrazia” appoggiano continuamente chi le viola con manifestazioni tipo “rivoluzione colorata”, sobillano teppisti e delinquenti, fatti passare per “gli studenti”, per “poveri giovani senza prospettive”, che distruggono cose materiali e prospettive sociali da disadattati quali sono, quali sono stati “creati” a loro immagine da genitori irresponsabili e permissivi, che li trattano da “amici” e consentono loro tutte le nefandezze possibili, proteggendoli da chi dovrebbe ormai impartire loro una lezione memorabile.
Purtroppo per loro, la “democrazia” che invocano ha dato la maggioranza a questo governo nel 2008, l’ha poi ribadita seccamente alle “regionali”. Nessun sondaggio, nemmeno dei loro “affiliati”, rivela che le cose stanno cambiando. Hanno sperato di rivoltare il voto all’interno del “Palazzo” con le manovre dell’amerikano Fini; nulla da fare. Vorrebbero tentare la già ricordata “ultima cartuccia”, ma c’è chi, saggiamente (per il momento), esita a spararla, perché dopo “il re è nudo”. Credono nei militari, nei Servizi, nella UE, nella Nato, o in quali altri marchingegni? Imbecilli oltre che manigoldi; sono ormai alla “canna del gas”. Hanno solo la fortuna di avere di fronte un’altra poltiglia, incapace di far valere la propria maggioranza e di usare, lei, certi apparati perché, di fronte all’eversione in corso, avrebbe pieno diritto (anzi dovere), di impiegarli per sventare con estrema durezza i tentativi di eversione in corso.
Invece, si devono sopportare questi lacchè e furfanti ancora in TV, si devono vedere le facce flaccide e cadenti di questo lerciume umano che semina veleni, si deve tollerare una magistratura sempre più impresentabile nella sua faziosa e disperata protervia, che ancora nessuno riconduce alla normalità dell’almeno formale tripartizione dei poteri, “quintessenza della democrazia”, in cui tutti fanno finta di credere. Io potrei criticarla perché non credo a questa ipocrisia “borghese”; i fasulli democratici del PAB, no, non possono. E allora basta, si deve andare ad elezioni subito, e vedere quali risultati otterranno i furfanti che manovrano dietro le quinte al di fuori di ogni controllo e quelli che si fanno eleggere da una parte per poi vendersi all’altra. Questa è la “democrazia” di cui cianciano, mentendo, i malfamati detti “sinistra”, “progressisti”.
Indubbiamente, l’unica cosa reale che dicono (ma per motivi opposti al vero) è che questo governo è presieduto da un “uomo ridicolo”. Dovrebbero però ringraziare il “Fato”; se ci fosse una persona seria, darebbe ordine di eliminarli con la forza in quanto traditori del paese, cospiratori di una sovversione per condurci alle dipendenze altrui. Eliminarli sarebbe soltanto difesa della propria incolumità, ridare ordine e augurare “buon lavoro” a tutti i “produttivi” d’Italia, a quelli che lavorano sul serio e devono vedere la ricchezza da loro creata alimentare i parassiti, per di più dediti solo a incessanti trame per avere l’intero paese ai loro piedi, per averlo a disposizione come una pezza di formaggio da divorare, da topi quali sono. Sarebbe purtroppo indispensabile la derattizzazione, e al più presto. Il paese non è in grado di resistere nemmeno altri due anni senza la disinfestazione da questi topacci. Intanto, si vada subito ad elezioni, e poi si vedrà. Ci si dovrebbe preparare ad un severo regolamento di conti. Germania e Italia potrebbero, con un po’ di nerbo (certo molto deboluccio ora), iniziare una nuova via; e questa volta senza sbagliare come fecero con il nazifascismo. Nemmeno, tuttavia, con l’imbelle “democrazia” dei debosciati, che si fa creare il caos da pochi violenti, aiutati da una massa di viscide mignatte cui ha dato vita il clientelismo e assistenzialismo elettorali.
Non c’è più nulla da raschiare in fondo al barile; bisognerebbe solo tornare a riempirlo di buon vino, eliminando però prima la feccia, altrimenti si va di nuovo in aceto. La feccia è il PAB, dal vertice alla base! Asportarla dal barile. Nuova uva è già pronta, sarebbe sufficiente consentire ai “produttivi” di pigiarla e trasformarla in buon mosto pronto per la fermentazione. Sarebbe però necessario preparare le botti ripulite di ogni deposito, ormai putrefatto, derivante dalla precedente fermentazione andata a male. Il “buon popolo pigiatore” esiste; è solo intrigato da torme di disadattati, sudaticci e dai piedi sporchi, che possono infettare il mosto. Si isolino e si scartino. Salvo, ovviamente, coloro che accettassero, contriti, di lavarsi i piedi, facendosi magari anche una doccia generale. Ci sono sicuramente anche questi. Per gli altri, durezza esemplare e nessuna resipiscenza. I moralisti ipocriti, reali violenti eversori, devono uscire di scena; devono cioè essere buttati fuori di scena, e con tanti di quei calci in culo che quest’ultimo, alla fine, non dovrebbe più servire loro per le funzioni cui è addetto (altro che bunga-bunga!).
E qui purtroppo incontriamo il mondo reale odierno cui andrà dedicata una seconda parte.