Noi siamo Fake News
L’uomo cammina sulla testa, il mondo va al contrario, come diceva Marx prima e meglio di Vannacci. È di qualche giorno fa la lettera del commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, a Elon Musk, padrone di X (Twitter) contro le fake news di cui il social sarebbe ricettacolo e grancassa. Breton ha la faccia di tolla. Basterebbe sopprimere l’Ue per diminuire la produzione di propaganda e falsità. In un secondo tempo o meglio in concomitanza bisognerebbe vietare tutti i social statunitensi, perché democratici o repubblicani, indistintamente cospargono di veleno le nostre società. Sia chiaro inoltre mentono tutti i politici (russi, americani, europei, non fa differenza) ma l’ipocrisia Occidentale è imbattibile su ogni fronte. Proprio i nostri fini europeisti ci hanno raccontato, negli ultimi due anni, che la Russia era spacciata e al collasso, che avrebbe perso la guerra, che Putin era moribondo e che le sanzioni avevano già messo l’economia russa alle corde e si aspettava di lì a poco il default generale. Tutte balle smentite dai fatti. Parimenti, hanno cercato di far passare i russi per folli espansionisti mentre la NATO, negli ultimi decenni, non ha fatto altro che dislocare missili e basi sotto il naso di Mosca, estendendosi dove non avrebbe dovuto anche per patti già presi. A quest’ultima non poteva che saltare la mosca al naso. Così è stato ma non è finita. Quando è saltato in acqua il gasdotto Nord Stream, i soliti atlantisti, hanno provato ad accollare ai russi il misfatto. Ora la Germania sta ricercando un ucraino accusato di essere responsabile del sabotaggio. Ma da Berlino si affrettano a dire che non cambia il sostegno a Kiev. Che coerenza tedesca come un orologio svizzero rotto! I nostri governi europei, a caccia di fantasmi della disinformazione, non solo ci ingannano bellamente ma si autoingannano consapevolmente con iniziative non consequenziali che rivelano il loro grado di incapacità, incompetenza e doppiezza. Ora che gli ucraini sono entrati in territorio russo con un’azione spettacolare ma suicida – infatti sono massacrati come tonni accerchiati – sui loro giornali è ricominciato lo show di una Russia debole e impreparata che a breve sarà costretta, se non alla resa, almeno alla trattativa, da pari a pari, con Kiev. È un sogno che non si realizzerà mai anche se Putin eviterà di umiliare l’Europa per ricucire i rapporti con i suoi membri meno sciocchi, qualora ci fossero tra qualche anno segnali di rinsavimento.
Noi non parliamo a vanvera come loro e abbiamo le prove della mancanza di coraggio di tutte le classi dirigenti continentali e delle loro numerose piroette. Vedete per esempio cosa dicevano prima di diventare donne e uomini di governo gli esponenti di Fratelli d’Italia. Idem quelli della Lega che andavano sulla piazza rossa ma da quando si sono piazzati sono meno disponibili a guardare ad Est. Hanno cambiato idea o meglio gliela hanno fatta cambiare. Come ad altri prima di loro, s’intende. Capiamo che non sia facile resistere alle minacce e pressioni ma almeno non ci vengano a dare lezioni di credibilità nazionale e internazionale. Sono tutti non credibili. In Italia comandano gli americani, siamo uno Stato occupato dalla fine della II guerra mondiale, abbiamo basi nemiche e straniere sul nostro suolo, i ruoli strategici nei nostri servizi segreti e nei ministeri vanno concordati con il Dipartimento di Stato USA. Anziché pensare a liberare gli altri (che invece contribuiamo a incatenare) dovremmo provare a liberare noi stessi, identificando una volta per tutte il comune nemico. Nostro e degli ucraini.
ps.
Ormai è un delirio di somari che si fanno chiamare storici e giornalisti. In poco tempo, il buffone ucraino degli americani, Zelenky, è stato accostato a Churchill, Scipione, Eraclio e, dulcis in fundo, oggi Sallusti azzarda un altro improbabile paragone con Alcide De Gasperi. Mi dispiace per gli asini che sono certamente più intelligenti di certi omuncoli ma è sempre più difficile distinguere tra i ragli dei quadrupedi e quelli dei bipedi. Questa informazione postribolare non teme più vergogna e si presta a svolgere qualsiasi lavoro di bocca o di mani, come scrivere falsità sui giornali o parlare a sproposito in televisione, per attaccarsi, come si fa con i ciucci, lì dove vuole il padrone. Certo, quando è troppo è troppo. Dopo tutta questa millanteria dove andremo a parare? Scartato Napoleone perché sarebbe di cattivo auspicio, già sprecata la carta dell’inglese contro il novello Hitler di Mosca, tirati in ballo i classici troppo presto restano poche altre possibilità da giocarsi. Ci sarebbero martiri e santi ma non farebbero molto effetto. Pensandoci bene qualcosa si può ancora fare. Lui ha camminato sulle macerie come sulle acque, ha moltiplicato fucili e proiettili come pani e pesci, si è spogliato dei suoi abiti in pubblico per apparire (di una noia) mortale, si sta sacrificando per il mondo, per la libertà di tutti. Ci sono, ho trovato. Il Signore è rinato.