NON ANDATE A VOTARE

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Il mio consiglio è di disertare le urne. Per screditare tutti i partiti ma, soprattutto, la democrazia elettorale. Deve cadere la maschera dell’investitura popolare per mettere i lestofanti politici di fronte alle loro responsabilità. I gruppi e gli omuncoli che fino ad oggi si sono fatti scudo della preferenza accordata loro dai cittadini per colpirli nei loro diritti e nelle loro certezze non potranno più parlare e agire in nome e per conto del popolo. Se, come diceva Wilde, la democrazia significa semplicemente prevaricazione sul popolo da parte del popolo per il popolo, rinunciando il popolo a votare, la democrazia si mostrerebbe finalmente per quello che realmente è: prevaricazione di alcuni sui molti, ma senza l’assenso dei più. Voglio vederli i nostri parlamentari chiedere ancora sacrifici alla comunità, distruggendo sanità, pensioni, scuola, lavoro e indipendenza statale richiamandosi ai loro sempre più scarsi militanti o alle loro ristrette burocrazie di casta. Alla domanda “chi vi autorizza a fare ciò?” dovrebbero replicare “il mandato conferitomi dagli iscritti al mio partito”. L’effetto è abbastanza comico, anche se conoscendo i nostri illustri rappresentanti non tarderebbero a mettersi in ridicolo. Per il bene della patria, s’intende. Pauvre pays sempre più pays pauvre.
Però se alle prossime elezioni l’astensione raggiungesse il 70 o l’80% (il 90% sarebbe l’apoteosi nazionale) questi farabutti non avrebbero diritto nemmeno a dirigere il loro condominio. Occuperebbero ugualmente le cariche, facendosi preventivamente nominare tutti senatori a vita, ma svolgerebbero le faccende pubbliche in preda al panico, timorosi della reazione della gente ad ogni misura restrittiva. Si può governare anche contro il popolo ma mai senza il popolo. L’astensione è il partito più temuto delle future consultazioni. Del resto, i soggetti politici sono già d’accordo che governeranno, più o meno, tutti insieme perché, sicuramente, qualcuno ce lo chiederà da fuori i confini nazionali e nessuno avrà la forza di sottrarsi alle pressioni (e minacce), nemmeno quelle compagini che ora sembrano contro i poteri forti, interni ed esterni. Infine, perdurando le criticità e le scelte sbagliate, i timori di costoro si volgeranno in terrore. Prima o poi, e lorsignori lo sanno, arriva sempre qualcuno a raccogliere la disaffezione delle moltitudini per trasformarla in vendetta e, sa va bene, anche in riscatto. Il popolo è boia, ci mette un attimo a scordarsi le buone maniere e a travolgere tutto, se glielo si lascia fare e se gli si concede quel minimo d’impunità necessaria alle grandi scazzottate. Dunque, cacatevi addosso, come nella canzone del film, La Tosca, di Magni. Se poi è ben indirizzato da élite consapevoli (che per ora non si vedono, per fortuna dei farabutti parlamentari), dopo le mostruosità, esce rinnovato dai bagni di sangue commessi e subiti. Il processo non avverrà subito ma speriamo decanti a partire dal marzo a venire. Dunque, non sottostate al rito elettorale perché se servisse a qualcosa in ogni caso non ve lo lascerebbero fare (come affermava Twain). Utile è, invece, non andare per rendere più palpabile un disprezzo collettivo che qualcuno crede ancora di poter controllare, sfottendo il popolo con i migranti e l’antifascismo, il femminismo, l’ecologismo ecc. ecc..
Se provano a dirvi che anche un solo voto può essere determinante, richiamandovi ad un senso civico che loro non dimostrano mai, rispondete che a memoria vostra nessun precedente appuntamento si è chiuso con un voto di scarto. Il vostro conta lo 0,000002% del totale. Ovviamente, vale anche per l’astensione ma tutti i sondaggi ci dicono che siamo in vantaggio. Siamo il non partito dell’avvenire che non elegge candidati ma esseri pensanti e arrabbiati che abbatteranno questa democrazia di liquidatori dell’Italia.