NOTE SULLA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA di R. Di Giuseppe
1 – L’Italia non è un paese indipendente; nel senso che l’individuazione e la selezione dei suoi gruppi dirigenti e di conseguenza, la loro azione, non corrispondono agli interessi generali del Paese.
2 – Tale mancanza è presente a tutti i livelli dell’organizzazione sociale del Paese. Tale fattore segnala lo stato di profondità di questa condizione subalterna.
3 – Le potenze dominanti sull’Italia sono due: USA e Stato Vaticano.
4 – Queste potenze dominano in abbinamento ed in forma esclusiva sull’Italia, a partire dalla fine della II Guerra Mondiale; cioè dal 1945.
5 – Il Vaticano ovviamente, domina sull’Italia da circa 1500 anni , da solo o, il più delle volte, in abbinamento con altre forze (una o più).
6 – Nessuna altra potenza, dal 1945, ha potuto o voluto inserirsi in questo contesto.
7 – Queste due potenze hanno stipulato un “patto di non aggressione” in nome del comune interesse ad impedire, con qualsiasi mezzo, la penetrazione del Comunismo nel Paese.
8 – Con il senno del poi, potremmo affermare oggi, che tale penetrazione o il suo sviluppo interno, erano sostanzialmente impossibili. Tuttavia, all’epoca questa possibilità di visione era preclusa.
9 – Il “patto di non aggressione” si rompe concretamente con la caduta del Muro di Berlino. Tuttavia già da diversi anni erano presenti alcuni gravi segni di frattura.
10 – Il primo concreto e grave segno, è la morte di Enrico Mattei. Il Vaticano lo usa come punta di lancia contro il dominio americano in campo energetico. Siamo negli anni del boom economico del Concilio Vaticano II e del Centro-Sinistra. L’avvertimento sembra essere sul momento sufficiente.
11 – Gli anni dello stragismo nero (1969/1974: Piazza Fontana – Piazza della Loggia) sono vissuti in concordanza di propositi, in funzione anticomunista. Da intendersi come freno a quella che viene giudicata una eccessiva liberalizzazione della vita pubblica italiana
12 – Gli “anni di piombo” segnano una nuova divergenza. L’evento è il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. Questo va, a mio avviso, inquadrato ancora in funzione antivaticana. Serve a impedire un inglobamento definitivo del PCI nella sfera di influenza cattolica.
13 – Con l’elezione di Woityla, il vaticano si propone come interlocutore politico autonomo verso l’Unione Sovietica. In questo quadro ha luogo la “transizione polacca”.
14 – L’azione vaticana non mira alla dissoluzione dell’URSS, ma ad una sua trasformazione complessiva in senso meno ostile alle esigenze ed agli interessi del mondo cattolico.
15 – L’attentato a Woityla non va necessariamente inquadrato in un’ottica est – europea.
16 – Anche la vicenda di Ustica (attentato a Gheddafi) a mio parere rappresenta una ulteriore faglia di frattura tra interessi ed azioni vaticani e interessi ed azioni statunitensi.
17 – Il craxismo, dal 1976 fino al 1984 – 85, si inquadra come una ulteriore mossa statunitense in funzione antivaticana. Obiettivo è impedire il definitivo assorbimento del PCI nella sfera di influenza vaticana. Tale processo di assorbimento viene comunemente definito periodo del “compromesso storico” e poi del “consociativismo”.
18 – Il sostanziale fallimento del tentativo craxiano di destrutturazione del PCI e di indebolimento strategico della DC, cioè del partito di riferimento del vaticano presso lo stato italiano, provocano una progressiva presa di distanza dei pre-dominanti americani dal PSI.
19 – Nel vuoto che viene progressivamente a crearsi, cercano di inserirsi i dirigenti del PCI di ultima generazione (Occhetto, D’Alema, Veltroni, ecc.), sempre indirizzati e seguiti dai dirigenti più anziani (Napolitano, Reichlin, Ingrao, in parte Pajetta), a partire da 1984, anno della morte di Berlinguer, che secondo me resta una figura sostanzialmente ancorata alla vecchia strategia catto-comunista. Vengono tagliati fuori i dirigenti più legati alla precedente stagione berlingueriana (Natta, Cossutta in funzione veterocomunista, ecc.).
20 – I nuovi dirigenti del PCI si offrono come curatori assolutamente fedeli degli interessi statunitensi in Italia.
21 – Il processo prende le mosse nel 1984 e subisce una brusca accelerazione dalla seconda metà del 1988, in concomitanza con il defenestramento di Natta dalla segreteria generale del PCI, e della sua sostituzione con Achille Occhetto.
22 – Intuendo o conoscendo il pericolo di uno scavalcamento, Craxi, già dalla metà degli anni ’80, tende ad avvicinarsi al vaticano ed in particolare alla sua politica verso il Medio Oriente. Da questo contesto nasce l’episodio di Sigonella che ha luogo nel 1985.
23 – E’ ipotizzabile che tale gesto abbia avvantaggiato i dirigenti del PCI nelle loro profferte in direzione dei pre-dominanti americani.
24 – E’ ipotizzabile che a partire dal 1988, il vaticano comprenda che la situazione politica internazionale va rapidamente deteriorandosi.
25 – L’Unione Sovietica non sembra più in grado di tenere il passo. L’Influenza degli Stati Uniti diventa sempre più massiccia
26 – Il vaticano decide di prendere le distanze dalla DC come partito unico dei cattolici italiani. Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, la centralità della DC come referente unico dei cattolici, viene progressivamente abbandonata (vedi “primavera di Palermo” e “referendum Segni”, in particolare sulla preferenza unica alle elezioni politiche). Ciò per evitare un coinvolgimento diretto nel sempre più possibile collasso del quadro politico italiano.
27 – Anche il PSI, come alleato fiancheggiatore, subisce analoga sorte.
28 – La caduta del Muro segna la grande vittoria strategica americana. Il vaticano sembra perdere la sua capacità di interlocuzione.
29 – Agli inizi del 1991 scoppia la “Prima Guerra del Golfo”. Il vaticano vi si oppone fermamente, mentre ciò che resta dell’URSS, non è minimamente in grado interferire.
30 – Alla fine del 1991, l’URSS crolla definitivamente.
31 – Nel giugno 1992 prende le mosse “l’operazione Britannia” alla quale il vaticano non può opporsi.
32 – Appena precedente a “l’operazione Britannia” ed allo smantellamento dell’industria pubblica italiana, scatta “l’operazione Mani Pulite”. Il primo arresto è di Mario Chiesa il 17 febbraio 1992. La vecchia classe politica viene quasi completamente spazzata via; compresa quella di matrice vaticana.
33 – Occorre comunque considerare che nell’ambito de “l’operazione Britannia”, agiscono in misura corposa, due personaggi sicuramente provenienti dal mondo cattolico: Romano Prodi e Beniamino Andreatta.
34 – Si ritiene ragionevolmente che tali personaggi, nonostante la matrice cattolica, abbiano sempre agito alle strette dipendenze americane, pur non omettendo di considerare in qualche misura (verosimilmente non minima), gli interessi e le esigenze dello S
tato Vaticano.
35 – Nel biennio 1992/93 si ha una serie impressionante di attentati terroristici, attribuiti in prevalenza alla mano mafiosa. L’attentato a Falcone il 23 maggio ’92. Quello a Borsellino il 19 luglio dello stesso anno. La bomba di via dei Georgofili a Firenze nella notte tra il 26 e 27 maggio ’93, costata cinque morti e preceduta dall’attentato a Maurizio Costanzo il 14 maggio, in viale Parioli a Roma, senza nessuna vittima, ma con notevoli danni. Infine gli attentati quasi in contemporanea di via Palestro a Milano (cinque morti) e a San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma (ventidue feriti) nella notte tra il 27 e 28 luglio 1993. La loro funzione ed i loro effetti nel conteso generale non è assolutamente chiara. Essi potrebbero essere serviti per promuovere una non meglio definita “trattativa” tra mafia e stato, oppure, molto più probabilmente, potrebbero essere stati parte di un progetto complessivo di destabilizzazione del quadro politico italiano, favorente il determinarsi di un nuovo equilibrio di forze.
36 – Alle elezioni comunali di Roma del 1993, il Partito Popolare, rimasuglio dell’esplosione della galassia democristiana, risulta la terza forza dopo la coalizione di centro-sinistra e (a sorpresa), della destra ancora non post-fascista. Viene esclusa quindi dal ballottaggio per l’elezione del sindaco che sarà poi vinto da Rutelli, con il più che probabile appoggio dei voti cattolici.
37 – Da questo momento prende le mosse “l’operazione Forza Italia”. Ritengo questa, un’operazione di grande valenza strategica dello Stato Vaticano. E’ possibile anche l’interessamento di realtà mafiose, ma solo in funzione di supporto economico.
38 – L’operazione si concretizza con la “discesa in campo” di Berlusconi, in occasione delle elezioni politiche del 1994. L’operazione era già stata anticipata nel ’93, con l’appoggio pubblico dato da Berlusconi a Fini (candidato (post) fascista alle elezioni comunali di Roma). Tale appoggio pubblico avviene subito dopo il primo turno elettorale che appunto registra la sconfitta del PPI. La vittoria rutelliana testimonia di una tempistica non ancora matura nel 1993.
39 – La manovra si conclude invece nel 1994, con la clamorosa vittoria di Berlusconi alle elezioni politiche.
40 – Berlusconi vince con un’alleanza spuria con Lega Nord in Padania e MSI nel Centro-Sud, senza la collaborazione del partito cattolico ufficiale, il PPI. Egli inoltre raccoglie il massiccio consenso degli elettori della cosiddetta (ex) “area laica” (PSI – PSDI – PLI – PRI)
41 – In questa fase il PPI viene sostanzialmente abbandonato al suo destino. Ritengo che il motivo vada ricercato nell’impossibilità del vaticano, in quella determinata fase, di assicurarsi un partito di maggioranza ad esclusiva matrice cattolica
42 – Il controllo diretto del voto da parte delle gerarchie vaticane copre presuntivamente circa il 20 – 25 % dell’elettorato.
43 – Di questo, poco più del 15% è lasciato al PPI e Patto Segni, cioè all’area esplicitamente cattolica, il resto confluisce verso Forza Italia, che nel contempo raccoglie la diaspora socialista – socialdemocratica, liberale e repubblicana.
44 – Berlusconi parla non a caso, nella sua campagna elettorale, di “nuovo 1948” e di FI come la nuova democrazia cristiana.
45 – Alla vittoria di Berlusconi, segue un periodo piuttosto confuso. Una parte del mondo cattolico, quella probabilmente più vicina agli interessi americani, sembra non voler avallare “l’operazione Forza Italia”. La punta di lancia di questo schieramento è rappresentata da Oscar Luigi Scalfaro, allora Presidente della Repubblica.
46 – Le pressioni interne ed internazionali determinano nel 1995, l’uscita della Lega Nord dal governo che ne provoca la caduta.
47 – Esiste quindi a mio avviso, un’area di matrice cattolica, prossima però agli interessi ed alle indicazioni statunitensi.
48 – Dopo un governo “tecnico” presieduto dal filo-americano Lamberto Dini, già presente come ministro nel suo governo, Berlusconi perde le elezioni del 1996, vinte invece da Romano Prodi
49 – Da notare che nelle stesse elezioni, Berlusconi cerca e ottiene l’alleanza con il Partito Radicale, fedele rappresentante degli interessi americani ed israeliani in Italia.
50 – Questo (parziale) tentativo di voltafaccia non riesce.
51 – In questa fase pare non essere più affidabile per nessuno dei due schieramenti.
52 – Segue l’ingresso dell’Italia nell’Euro a marzo 1998.
53 – A ciò fa seguito la caduta del Governo Prodi, nell’ottobre dello stesso anno.
54 – Il sostituto è Massimo D’alema.
55 – Il suo compito è predisporre la compartecipazione armata dell’Italia nella guerra contro la Serbia.
56 – A tale compito viene preposto in quanto esponente più in vista del gruppo dirigente dell’ex PCI. Un forma di “prova fedeltà” pienamente superata.
57 – La guerra contro la Serbia, segna a mio parere, un riavvicinamento tra gli interessi internazionali vaticani e quelli statunitensi.
58 – Sul piano interno intanto è la strategia vaticana a segnare un punto. Il 9 giugno ’98, muore definitivamente la cosiddetta “Bicamerale”, presieduta da D’alema. Essa avrebbe dovuto rappresentare la saldatura dei vari processi di trasformazione del quadro politico-sociale italiano comportanti il definitivo superamento della cosiddetta “Prima Repubblica”, ovvero di una fase di equilibrio contemporaneamente filo-americana e filo-vaticana (con possibili sinuosità e contorsioni pseudo-autonomistiche da parte dei suoi gruppi dirigenti) ed assicurare il passaggio alla cosiddetta “II Repubblica”. Cioè ad una situazione a netta ed indiscussa prevalenza filo-americana (con un’influenza vaticana pur sempre presente, ma chiaramente subalterna alla prima). Il vaticano a mio parere, riesce con grande abilità ad impedire l’approdo di questo processo, utilizzando tra l’altro Berlusconi (ed in parte la Lega Nord) come testa d’ariete.
59 – D’Alema si insedia come primo ministro nell’ottobre del ’98. Il primo bombardamento NATO di Belgrado ha luogo il 24 marzo 1999. La guerra finisce con la resa della Serbia nel giugno dello stesso anno. Il secondo governo D’Alema cade definitivamente ad aprile del 2000. Giusto il tempo di finire la guerra.
60 – La nuova relativa convergenza tra interessi USA e vaticani, favorisce la ripresa di Berlusconi, che si concretizza con la netta vittoria elettorale del 2001.
61 – Berlusconi resta in carica fino all’aprile 2005. E’ il governo più longevo della Repubblica. A partire dal 2003, inizia un rapporto di “amicizia personale” tra Berlusconi ed il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.
62 – Ritengo questa mossa il segnale del riaccendersi della conflittualità tra USA e vaticano.
62 – Berlusconi perde le elezioni del 2006 per poche migliaia di voti. Il risultato di stretta misura è un’autentica sorpresa. Per la prima volta nella storia dei media occidentali, tutti i s
ondaggi falliscono le loro previsioni, nelle quali il centro-sinistra veniva dato in netto vantaggio. In questo modo la vittoria del centro-sinistra si trasforma in sostanza in una sconfitta politica e la sconfitta elettorale di Berlusconi, in una sua personale capacità di tenuta a dispetto degli alleati.
63 – Il governo di centro-sinistra, presieduto ancora una volta da Romano Prodi nasce già condannato. A minarlo in misura decisiva provvedono non a caso, i moderati e i cattolici presenti nella coalizione.
64 – La sinistra detta radicale dimostra tutta la sua misera impotenza.
65 – A ottobre 2007 nasce il PD. Si tratta di un’autentica forzatura in stile nord-americano, che dimostra a mio parere, la difficoltà che da sempre hanno le “teste d’uovo” statunitensi a mettere bene a fuoco l’intricata realtà italiana. Intricata soprattutto per la scaltra, longevissima presenza vaticana.
66 – La forzatura determina infine la caduta del governo ed il ricorso alle elezioni anticipate.
67 – Queste ultime sono facilmente vinte da Berlusconi che nel frattempo è riuscito a costituire il PDL, inglobando i posti-fascisti di AN.
68 – Risultato da non sottovalutare è la scomparsa della cosiddetta “sinistra radicale”, stritolata dal tritacarne PD.
69 – Il resto è storia quotidiana. Sono però da segnalare alcuni elementi a mio avviso, molto significativi: primo – la sempre maggior difficoltà del vaticano a mascherare il suo “alto patronato” nei confronti dell’area Berlusconiana/leghista (due soli esempi per tutti: la vicenda di Eluana Englaro e l’uscita forzosa di due autentiche quinte colonne vaticane nel PD, come Rutelli e la Binetti); secondo – il tentativo di avvicinamento, solo in parte disconosciuto, di rinsaldare i legami italo-russi da parte del governo Berlusconi; terzo – l’avvio di una pesante campagna di logoramento si nei confronti di Berlusconi, ma anche e soprattutto nei confronti del vaticano, attraverso la vicenda dei preti pedofili e più recentemente, attraverso le inchieste giornalistico/giudiziarie intorno alle magagne purulente dello IOR.
70 – Oltre questa soglia sarebbe assai utile uno dei “palantiri”, le pietre veggenti della saga del “Signore degli Anelli”. Purtroppo non ne possediamo. Dovremo limitarci a proseguire le nostre analisi, basandoci su dati presuntivi e sulle conferme o disconferme che ci verranno dagli eventi reali (ammesso che se ne venga a sapere abbastanza)