NOTERELLE SULLA GRECIA, di GLG

gianfranco

 

 

  1. Quello che volevo sottolineare è che non hanno deciso la storia – ad andare nel senso “urlato” e fantasticato per decenni da chi era già stato sconfitto ideologicamente e politicamente, e non se ne era accorto – lotte armate condotte con grande decisione e abilità. Soprattutto il corso di questa storia non è stato quello voluto da rivoluzioni importanti (a partire da quella di Ottobre, a quella cinese o cubana e poi vietnamita, e ancora altre.), che hanno – sia chiaro – cambiato il mondo, non è che siamo state “bruscolini”. Ci mancherebbe altro, non mi sogno di dire una simile fesseria. Tuttavia, nessuno vuol capire che quegli eventi hanno ottenuto risultati al 100% diversi da quelli perseguiti e ancora creduti: e non solo dai residui ormai ridicoli di quelle grandi forze che per essi si erano battute, ma perfino dai “nemici” che ancora cianciano di esistenza di “comunisti” o similari. E nessuno se ne dà per inteso; e non vuol rivedere le illusioni coltivate per decenni e decenni. Nessuno intende compiere un minimo di sforzo analitico per rivedere i giudizi di allora; revisione che oggi comincia ad essere possibile con l’esperienza accumulata. No, adesso si sceglie la facile, e molto “popolare”, esaltazione per i sì o i no in referendum; e ci si augura ancora tanti sì o no in altri paesi. Bene, il cambiamento è dunque affidato al referendum. Dalle grandi esaltazioni per la vittoria degli smilzi e (presunti) affamati di aree “depresse” contro il potente esercito americano – senza capire che quella vittoria era del tutto effimera, preparava l’ulteriore indebolimento sovietico e la futura vittoria del paese detto “sconfitto”; e lo era stato proprio a causa di rotture “interne” circa la strategia da seguire per indebolire l’Urss, avversario cardine dell’epoca – andiamo verso il glorioso futuro di ordinate file di elettori cui nemmeno si chiede un minimo di scelta tra opzioni politiche diverse; no, basta che dicano sì o no alle domande poste loro da chi lavora per stare a galla in una situazione certo complicata come quella che si produce sempre in ogni epoca in cui si vada verso un policentrismo. Questa volta non occorrerà per fortuna un tempo calcolabile in decenni (come quello del confronto bipolare nel mondo uscito dalla seconda guerra mondiale); basterà qualche anno. E forse alla fine ne usciremo con accettabile ripresa del cervello di pensare e di non esaltarsi. Solo però se ci sarà una grande tragedia. Perché mi sembra assodato: solo questa salva l’umanità dal tornare verso gli ominidi. Bisogna che l’esaltazione di uomini superficiali e fasulli trovi una grande “punizione”; allora i neuroni si rimettono in marcia

 

 

  1. http://www.ilgiornale.it/news/economia/grecia-faccia-faccia-hollande-merkel-usa-trovare-accordo-1149032.html

 

non credo che la Germania possa fare molto se parla con Hollande. Comunque, in linea di principio e come obiettivo di medio termine, occorrerebbe un’intesa tra questi due paesi. Probabilmente non però con queste forze al governo; sarebbero necessari cambiamenti con grande “rinforzo” di tendenze autonomiste. E diventa cruciale liquidare il governo italiano e trovare una forza in grado di collegarsi ai due paesi di cui sopra. Infine, lo sappiamo, è indispensabile una tendenza verso est: in definitiva, si tratta della Russia (non certo di paesi come Polonia, Romania e via dicendo). Tuttavia, senza cedere troppo a Mosca. Non mi fiderei di scelte siffatte. La Russia potrebbe trovare convenienza a collegarsi con Parigi e Berlino; però, magari, si servirebbe di questi contatti per poi trattare con gli Usa qualche compromesso da “status quo”. Smettiamola con i grandi discorsi (culturali) sulla comune civiltà “eurasiatica”. Balle! Basta stupidaggini. La Russia, se può, la mette in culo a noi come a qualsiasi altro. E’ solo questione di forza e possibilità.

Notate un po’. Putin che telefona alla Lagarde. Obama che consiglia moderazione con la Grecia e si augura la sua permanenza nella UE. Cosa ci fanno credere? Che la Lagarde si muove in perfetta autonomia dagli Usa? E se Putin parla con lei è come se colloquiasse con il paese predominante. Bei giochetti no? A Roma non dicono: “er mejo c’ha la rogna”? Divertiamoci a queste partitine minori a scacchi. Tuttavia, è necessario che l’Europa trovi infine un gruppo di paesi dominanti e che diano il “ritmo” alle “danze” dei prossimi dieci-quindici anni nel nostro continente. Anche con robusta indicazione alla Russia che non si ha alcuna intenzione di sostituirla agli Stati Uniti. Si deve giocare alla pari e cercare di proteggere il proprio culo, nel contempo stando attenti se per caso qualcun altro, per errore, scopre il suo (e allora……).

Seguiamo, seguiamo. In questo senso è stato certo un bene che abbia vinto il no; e anche non di misura. Perché adesso qualcuno un po’ il culo se lo sente in pericolo. E per sfuggire all’“introduzione”, potrebbe fare qualche mossa che infine acceleri un po’ i tempi e renda i vari giochi appena più scoperti. Sarebbe comunque già qualcosa. Però, attenzione e freddezza. Lasciate ai coglioni di entusiasmarsi alla “democrazia”. Tutto da ridere. Perfino i grandi ultrarivoluzionari dell’epoca che fu si scoprono “democratici”. Che fine miseranda. Proprio sceeeeeemi come dicevano un tempo ai “padroni e borghesi” che, come si sa, avevano ancora pochi mesi.

 

 

  1. “Una settimana di tensione alle stelle, con il motore franco-tedesco inceppato. Poi il terremoto del no greco ha restituito un minimo di vitalità all’asse europeo che si è ripresentato con un’unità di facciata. «La porta è ancora aperta», hanno detto Hollande e Merkel, il primo convinto, la seconda a denti stretti……………….Atene, che la scorsa settimana era disposta ad accettare quasi tutte le misure proposte dai creditori, rimetterà sul tavolo la questione del debito, forte del parere del Fmi – che si dice pronto a sostenere il Paese se glielo chiedesse”   [da Il Messaggero].

 

Ma l’Ansa di 10 ore fa riporta:

(ANSA) – NEW YORK, 6 LUG – Il Fmi non può versare altri fondi alla Grecia in base alla sue norme sui mancati pagamenti di finanziamenti concessi dal Fondo. Lo ha ribadito il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, parlando al telefono con il primo ministro greco, Alexis Tsipras. La Grecia ha saltato un pagamento di 1,6 miliardi di dollari.

 

Questo, quindi, dopo la telefonata tra Putin (che certo non ha chiesto durezza verso la Grecia) e la Lagarde; e dopo che avevamo letto che anche gli Usa indicavano maggiore clemenza e si auguravano la permanenza greca nella UE. E il FMI è però molto “sensibile” ai desideri Usa. Secondo Il Messaggero, Atene, sentendosi “forte del parere del FMI, che si dice pronto a sostenere il paese” (Grecia appunto), intendeva rimettere in discussione la questione del debito. Ma l’Ansa ci dice che il FMI ha proprio un parere diverso e rigido in termini di mancato pagamento del debito. Se ne conclude che continua la “recita” di un non sempre ben decifrabile gioco delle parti. Comunque, una qualche direzione tale gioco dovrà – credo – intraprendere.