Ovuli al tegamino di GLG
Ho letto ieri una di quelle notizie che finalmente aprono il cuore alla speranza di un autentico trapasso di genere, abbandonando quello in cui oggi siamo ancora confinati con immane sofferenza. Si è adesso in vista di un autentico balzo in altra dimensione. Si era già arrivati finalmente a non accoppiarsi più per fare figli. Tuttavia, bisognava ricorrere ad un altro, cioè ad un’altra, che metteva in affitto il proprio utero. Soluzione invero ancora rozza, umanamente antiquata. Nei laboratori del Children’s Hospital di Philadelphia (ma possibile che questi benedetti americani, quelli che già esportano democrazia e libertà dappertutto, siano sempre i primi in ogni progresso?) hanno già realizzato con animali (mi sembra agnellini) un salto avanti enorme. Infatti l’esperimento – si dice già riuscito – dovrebbe giungere a maturazione anche per noi fra un due-tre anni; o forse un po’ di più, ma solo un po’. Dunque vediamo come si procederà allora.
Si prende uno spermatozoo e lo si fa fecondare un ovulo. Ciò che nasce lo si caccia subito in una bella busta di plastica (con cerniera ermetica in alto), di dimensioni convenienti. Nella busta viene immesso un liquido adatto a fare da liquido amniotico. Immagino che poi si conserverà a temperatura e condizioni d’ambiente adeguate, si controllerà in continuazione; non so se ci vorranno 9 mesi o si può accelerare il processo di “maturazione” dell’embrione, del feto. E poi, sempre immagino, si aprirà la cerniera e si tirerà fuori il bambino in perfette condizioni fisiche. Si potranno evitare, fra l’altro, le difficoltà, dolori e danni, ecc. di una nascita prematura. Non ho ben capito se saranno delle imprese apposite a preparare le buste e a distribuirle nei supermarket. I negozietti ovviamente non potranno tenere un articolo del genere. Infatti, almeno all’inizio credo che sarà molto costoso. Tuttavia, nel giro di qualche anno i processi di produzione miglioreranno le loro tecniche e si arriverà ad un prezzo accessibile alle masse di consumatori meno abbienti.
Ho sentito che c’è forte agitazione (sindacale?) delle donne che affittano l’utero; evidentemente il loro servizio andrà completamente fuori mercato o altrimenti dovranno abbassare i prezzi in modo tale che francamente ben poche si adatteranno a continuare. Ho veramente provato una gioia difficile a descriversi. Con l’avanzamento delle tecniche produttive, sono sicuro che in un tempo non lunghissimo sarà possibile ridurre i 9 mesi, che so, a 9 settimane. Senza star lì a dover ricevere centinaia di migliaia di migranti, possiamo ripopolare l’Italia eliminando le scuse che i vari Boeri o altri adducono per giustificare l’accoglienza. Resterà la bontà di cuore della Boldrini o anche di Bergoglio. In ogni caso, ripopoleremo il nostro paese velocemente e andando a spendere una cifra, che diventerà ben accessibile a tutti, nei vari megamarket.
Resta a mio avviso un problema per un definitivo avanzamento dell’umanità (si chiamerà ancora così, con questa denominazione d’altri tempi?). C’è ancora bisogno di un gamete maschile e di uno femminile per ottenere il feto da mettere in busta. Il passo che assicurerà l’assoluta perfezione della nostra riproduzione sarà la scoperta del modo di fecondare l’ovulo con l’ovulo e lo spermatozoo con lo spermatozoo. A questo punto, non ci sarà più bisogno nemmeno di imprese capaci di grandi produzioni di massa delle buste ben sigillate. Si potrà tornare ad una certa modalità di produzione individuale, quasi artigianale. Naturalmente, bisognerà scoprire una apparecchiatura – sufficientemente miniaturizzata – dove si mette il “materiale” contenente i gameti dello stesso genere e attraversata da violente scosse prodotte da nuove energie. Superata quindi la necessità di scegliere gameti differenti e lavorare con certe apparecchiature per unirli. Ognuno, nella sua cameretta, compie le “operazioni” che ben conosciamo – senza più complicate commistioni tra uomo e donna – e poi mette il tutto nella suddetta macchinetta, attacca una spina o qualcosa del genere, fa passare correnti di energia e tutto è a posto.
Siccome si comincia assai presto con certi “godimenti”, più o meno ancora da bambini, avremo una quantità di “nuovi arrivi” che le migrazioni faranno assolutamente ridere. Sì, capisco che ci sarà il problema di nutrire questo eccesso di venuti al mondo. Tuttavia, è chiaro che tra il…..boh come si chiamerà? Insomma, chi avrà compiuto quanto detto non nutrirà evidentemente un affetto molto profondo verso questi prodotti che possono essere messi in cantiere anche ogni giorno. Si lasceranno a digiuno a lungo e sopravvivranno quelli che da grandi saranno in grado di “tirare la cinghia”. Credetemi, ci vorrà ancora un certo numero di anni, ma poi veramente i prossimi esseri…. boh come verranno chiamati? Comunque sia, costoro vivranno in un mondo superlativo dove saranno felici e godranno la loro esistenza ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Peccato non poter vedere questo mondo. Pensate la “rivoluzione”: uno si masturberà e con questo metterà al mondo un bel bambino……. o qualcosa di simile.