PACE AMORE E TRANSGENDERIA Vs LOTTA DURA PER LA VERDURA di G.P.
Hanno brindato a champagne e trangugiato pasticcini. Quale miglior epilogo per la destituenda redazione caviar-gauchista del giornale più inutile del panorama editoriale italiano.
Sansonetti, preso alle spalle dall’orda calvinista ferreriana, ha rinserrato le fila e stretto a coorte i suoi redattori-mercenari, i quali già si dicono pronti a sguainare gli spadoni per difendere il direttore “bella chioma”. Ma i veterostalinisti, con la mania delle purghe, non erano quegli altri?
Parole grosse, qui si confonde evangelismo e lotta di classe, porta porta pancristiano (con tanto di distribuzione di vivande a prezzo popolare) e difesa degli sfruttati. Ecco il dilemma più grande di questi comunisti ridotti alla frutta: fa più presa sulle masse lo slogan bertinottiano “pace, amore e transgenderia” oppure quello ferreriano “lotta dura per la verdura”?
Macché, qui siamo alla riscrittura delle frasi celebri che già nelle versioni originali erano di dubbio valore: Che cos’è il comunismo? Chiamiamo comunismo il movimento irreale che abolisce razzismo, sessismo e patriarcato (Que viva Obama, Luxuria e i figli dei fiori!). Per noi il comunismo è un arcigay mondiale dove tutti la prendono allegramente nel sedere ma in maniera egualitaria. Il Comunismo è l’ideale dell’isterismo femminista (citazione da Gaber!) che sogna l’autofecondazione non assistita contro la supremazia maschile. Il comunismo è il regno dei diritti civili da agitare come una sciabola contro le nazioni che non si adeguano al potere americano-sionista ovvero: Cuba,
Era questo il loro modo di “farlo strano”(?), come titola oggi in prima pagina Liberazione. Ma che c’è di strano nell’unirsi al coro del politically correct imperante che individua dappertutto nemici della civiltà occidentale? Certo non ci entusiasma l’identitarismo di Ferrero e questo continuo riproporre, senza alcuna analisi concreta della situazione concreta, le anticaglie vecchio-testamentarie e premarxiste che esaltano i “panificatori” del popolo o il mutuo soccorso itinerante. Credevamo di essere ben al di là della poltiglia utopista ottocentesca. L’ideologia della “classe operaia” e delle masse lavoratrici è ormai un arma spuntata che pur ha avuto la capacità di mobilitare gli sfruttati in un’altra epoca storica. Prima ci si rimette sul cammino della comprensione e dello studio delle formazioni capitalistiche attuali e meglio è per i dominati, i quali non sanno che farsene delle prediche consolatorie di questi falsi utopisti con la pancia piena.
Come bene ha detto
Speriamo di non dover perdere altro tempo con questi cialtroni.