PAESE IN DERIVA INTELLETTIVA, di GLG, 15 luglio ‘13
Più ancora che economica. Tale deriva è iniziata quando ha preso vigore – approfittando del cambio di regime operato in modo truffaldino, come si trattasse di operazione di giustizia e di affermazione “etica”, con la sporca manovra detta “mani pulite”, ordita dall’estero, appoggiata dall’establishment dei “cotonieri” italiani e affidata a bassi politicanti che rinnegarono, senza autocritica alcuna, il loro passato finto comunista – un ceto intellettuale (professorale, giornalistico, ecc.) uscito dal “mitico 68”, oggi del tutto svelato nel suo reale significato di generazione di mostriciattoli.
Da decenni ormai ho criticato l’altra idea “mitica” della sinistra pretesa radicale: quella della Classe (operaia) come erede della borghesia, in quanto classe egemone ma rivoluzionaria nel senso del rovesciamento e trasformazione della società capitalistica. Pur avendo compreso che è invece la classe (di pretesi dominati) meno rivoluzionaria di tutta la storia delle lotte sedicenti di classe, ho però avuto sempre chiaro che è comunque decisamente migliore di questo amorfo insieme di putrefatti intellettuali. La “classe” operaia non è una classe, è un complesso di ceti lavoratori; tuttavia concreti, fattivi, capaci di fare avanzare la società anche non cambiandone la “natura” (diciamo, in assenza di termini nuovi e più propri, capitalistica). Gli intellettuali, falsi rivoluzionari e ipocriti moralisti, sono quelli piuttosto ben descritti nell’ultimo film di Sorrentino: un gruppo sociale totalmente negativo, degenerativo di ogni “intelligenza delle cose”, solo frustrato perché non ha saputo sostituire al comando coloro che invidiava e di cui voleva prendere il posto, alla fine vendendosi ad essi e spargendo miasmi velenosi per ogni cervello pensante.
Questi cialtroni e mascalzoni intellettuali, ben coadiuvati dai rinnegati del finto comunismo, hanno diffuso il cosiddetto politicamente corretto, quintessenza dell’idiotismo autodefinitosi progressista, mentre è semplicemente il prodotto degenerativo di una fase – specialmente drammatica nel nostro paese, ma non soltanto in esso – di completa involuzione del pensiero e soprattutto di ciò che si definisce politica. Questa non esiste più, assistiamo al cicaleccio inconsistente e fatuo di arroganti presuntuosi che hanno occupato ogni spazio di destrutturazione culturale nei media e nell’editoria.
Questa premessa, che non ritengo inutile pur se un po’ ridondante, serve a manifestare desolazione di fronte al can can sollevato dall’ultima uscita di un fesso: quella relativa alla Kyenge paragonata ad un orango. Affermazione senza dubbio ultracriticabile. E sono pure d’accordo che chi l’ha pronunciata dovrebbe andarsene dalla carica che ricopre. Lo dico però con un’intenzione piuttosto differente da quella manifestata dagli ipocriti che si dichiarano progressisti, e quindi antirazzisti, pronti a sacrificare la loro vita (di bastardi) pur di difendere i “diversi”; in realtà, e ne sono molto più che convinto, sono degli eguali, che diventano diversi soltanto per colpa di chi si straccia le vesti (esclusivamente nei media, “davanti al popolo”) appena questi vengono offesi. Un primitivo come Calderoli va invitato ad andarsene soprattutto per stupidità; nessuno che abbia una carica “pubblica” può mettersi in testa di dire certe cose in pubblico.
So bene perché l’ha fatto: perché si trovava in presenza di possibili elettori, a livelli culturali estremamente bassi, che magari lo voteranno per simili idee. Il “gioco” (elettorale) non vale però la candela; la sua affermazione è solo sintomo di sciocchezza. Tuttavia, non sono migliori quelli, di “sinistra”, che hanno sollevato il “putiferio”, la “bufera”, ecc. come sta scritto nei giornali (ma vengono usati anche altri termini consimili, che mi risparmio). E un Alfano, che arranca dietro ai “sinistri” per non perdere la faccia in quanto “alleato” della Lega, solleva come minimo ondate di ilarità (ovviamente, è qualcosa di peggio, ma limitiamoci all’ilarità).
Quando io sono a cena con amici (quelli veri, che hanno cervello e non sono “progressisti di sinistra”), se mi metto a parlare di certi intellettuali appunto “progressisti” (e ne ho conosciuti non so quanti proprio di persona, li ho visti “in azione”), posso cadere anch’io in paragoni con le bestie. Non certo le scimmie, che amo come amo cani, gatti, cavalli, asini; e volpi, orsi, cinghiali e via dicendo. Mi fanno solo disgusto gli insetti e i serpenti; e quindi il mio paragone con questi intellettuali cade lì. Ma non scrivo, né pronuncio in pubblico, i loro nomi, per carità; del resto, sarei in imbarazzo per l’enorme quantità di insetti e serpenti a cui penso e che hanno nomi a tutti voi ben noti perché molti sono maîtres à penser (rien de rien!).
Tuttavia, una cena con qualche bicchiere bevuto è un conto; la politica è ben altro e coinvolge ben altre questioni. Il “razzismo” di qualche scemo impressiona solo gli scemi; o i farabutti dei media, che ne menano scandalo per non parlare, appunto, di politica. Ci sono affermazioni ben più criticabili, perché politicamente assai più pericolose, del razzismo della stupida frase pronunciata in pubblico da Calderoli. Prendiamo un fatto recente, a caso. C’è stata discussione sull’acquisto degli F 35 (americani). Sappiamo quale uso se ne vorrebbe fare, a che cosa servono anche in termini di dipendenza italiana dagli Usa; sappiamo che è uno spreco di soldi “pubblici” e via dicendo. Tralascio tutto questo.
Qualcuno, di cui non farò il nome ma un po’ più importante di Calderoli, ha sostenuto non essere di competenza del Parlamento discutere di tale acquisto poiché solo l’Esercito (e dunque il Ministero della Difesa che su problemi come questo ne dipende) può metterci il becco. Anche qui attenzione: si sa che non sono un patito della democrazia elettoralistica; cioè, per essere più preciso, non la confondo affatto con una vera democrazia, un preteso “governo del popolo” (o diretto dal popolo), ecc. Tuttavia, in questo nostro Stato si dice che, in definitiva, tutto deve discendere dai rappresentanti eletti dal popolo, che la nostra è una democrazia ben compiuta e rispettata. A me sembra molto più grave che si voglia mettere in discussione tutto questo piuttosto che l’affermazione – sciocca e di uno sciocco – pronunciata in merito ad un personaggio appartenente ad altra etnia. Eppure, nessuna “bufera”, nessun “putiferio”; qualche venticello, una brezza, soprattutto proveniente da “destra”, poiché la “sinistra” del “politicamente corretto”, del “bon ton”, si è appiattita su quelle posizioni, direi quasi con sommo godimento.
Ovviamente, io non sono colpito dagli impedimenti frapposti alla discussione in Parlamento di una decisione come quella relativa all’acquisto degli aerei Usa. In fondo, trovo solo conferma a ciò che penso. Tuttavia, noto la deriva di questo paese, e dei suoi rappresentanti nei settori della politica e dell’informazione; ipocriti che ci stonano la testa con la democrazia (mancante invece dove fortunatamente gente come loro va in galera e qualche volta fa perfino una fine peggiore) e poi sollevano bufere su frasi razziste (e un po’ da ubriaco) e non invece sulla proibizione frapposta ad una discussione (politica appunto) in merito a decisioni che coinvolgono aspetti ben più rilevanti per la vita dei cittadini di un paese. Questa è reale degenerazione: del cervello, della moralità, del semplice buon senso. Ormai siamo in piena decadenza, in uno sfascio totale.
Siamo d’accordo: non si offendano più oranghi e ministri di qualsiasi colore. Si manifesti però disprezzo, e viva ostilità, nei confronti di tutti coloro che compiono opera di distruzione del cervello dei cittadini, conducendoli a discutere di ciò che è buono o cattivo, di ciò che corretto o scorretto dire in merito a dati individui; nel mentre accettano, con al massimo blandi e presto dimenticati mormorii, che si pongano impedimenti a discussioni vitali per la vita di un’intera popolazione. Si cerca, in definitiva, di far dimenticare queste proibizioni affinché l’esistenza dei cittadini vada affidata ai maggiorenti, a coloro che stanno al “vertice” e, ovviamente, a chi manovra le armi con cui si vanno a compiere operazioni (e a morire) per conto terzi (come in Afghanistan, Irak, ecc.). E di queste operazioni ne vedremo di ancora “migliori”; ma sarà solo l’Esercito, e i vertici del paese, ecc. a decidere se i cittadini possono restare a casa dediti alle loro “opre” oppure se dovranno indossare divise, impugnare armi, ecc. e versare il loro sangue per la “Patria” (di altri!).
Intanto dilettiamoci in bufere e putiferi contro il dentista Calderoli (temo sia più pericoloso in questa sua professione che come dicitore di frasi razziste). Ci vogliono ridurre a una gran massa di dementi. Gli intellettuali, giornalisti, ecc., della “sinistra” sono dei “mangiatori” di intelligenza; addosso sempre a questi cialtroni e ribaldi! Sono una gravissima infezione che dovrebbe essere stroncata con spietatezza esemplare. Invece si dorme. Questo sonno si pagherà caro.