PETROLINEIDE di GLG
Ascoltando il povero tapino di cui ci parla G.P. riportando l’articolo di M. Foa, mi ha colto, subitaneo, il ricordo della bruciante definizione di Ettore Petrolini, che si dice riguardasse Marinetti: “un idiota con lampi di imbecillità”. Francamente, pur non conoscendo bene il futurismo né il futurista, ritengo che quella definizione fosse troppo cattiva e immeritata. Resta però il significato generale: una idiozia come sfondo, con squarci improvvisi (e immagino erratici) di imbecillità.
Qualcuno potrebbe prenderla per una semplice spiritosaggine; invece, come tutti i veri artisti, Petrolini anticipava i tempi e coglieva il carattere degli intellettuali e politici contemporanei (salvo le solite eccezioni, ma ormai di una rarità assoluta, e che comunque quasi mai riescono a “bucare” lo schermo TV): una complessiva idiozia, interrotta qua e là dall’imbecillità. L’idiozia è il mare; no, questo è ondoso. L’idiozia è una palude piatta senza alcuna increspatura. Meglio ancora pensare ad un buco nero, la cui attrazione è talmente forte da non far sfuggire alcun “raggio di luce” (significato). L’idiozia è quella che avvolge, a guisa di nebbia, il cervello dei lettori e spettatori, ottundendone e addormentandone l’attenzione; di più, l’intera coscienza. Così ci si appisola, a occhi aperti, e si galleggia in questa materia oscura, gelatinosa e plumbea.
Improvvisamente, partono vividi bagliori, alcuni raggi si liberano dall’attrazione che tutto annulla; essi rompono l’oscurità. E’ l’imbecillità che fa valere la sua energia, in grado di sfuggire al “buco nero”. Il lettore e spettatore sono colpiti, si risvegliano, avvertono che vi è un’interruzione di continuità rispetto all’oleosa idiozia. Essi sussultano sorpresi, ammirati, hanno la sensazione che qualcosa di nuovo e di irripetibile si è prodotto: hanno assistito ad un autentico evento che si produce appunto per lampi, per istanti. Così, assorbono tale evento e lo considerano un’autentica esperienza unica. Hanno vissuto finalmente un momento di quella che si chiama irruzione della novità. L’ottundimento permanente (idiozia) dei loro cervelli è attraversato per un attimo dall’ottusità (imbecillità) che li scuote e rianima; pur se si tratta di un semplice sussulto di vita che verrà subitaneamente riafferrato e ripiombato nella più completa inerzia.
E’ una vera, brevissima, catarsi, la liberazione dai lacci e lacciuoli di una idiozia che li voleva sonnolenti e non pensanti. Adesso, sono momentaneamente svegli, il loro cervello riprende a funzionare per s-ragionare; dal non ragionamento permanente allo sragionamento per vividi sprazzi, questa l’esaltante prospettiva che si annuncia. Per qualche secondo, prima che la greve attrazione “idiota” del buco nero li catturi nuovamente, questi cervelli l’hanno vinta “elevandosi” all’imbecillità. La felicità e l’orgoglio di aver sragionato, dopo tanto “sonno della ragione”, sono immensi, fanno sentire gli idioti (permanenti)/imbecilli (per flash) simili agli Dei; l’apice dell’esser uomini è stato infine raggiunto. Ovviamente un apice relativo: un apice per quest’epoca di intellettuali vermi, di ggente di sinistra che si esalta per Obama, di destra che “bela” cercando di imitare i “supercolti” (appunto: gli idioti con lampi di imbecillità) caratteristici della sinistra.
“Avantindré, avantindré, che bel divertimento”, si cantava una volta, pensando “all’inchino” che la nipotina, “quand’era piccolina”, doveva fare alla “vecchia zia Evelina”. Perché il Pd – e anche la sinistra tutta – non lo fa diventare il proprio inno? E’ perfettamente in carattere con la definizione di Petrolini. Grande quest’ultimo: 70 anni fa aveva già dipinto un perfetto ritratto dei politici e intellettuali di sinistra odierni. Un vero mago, un indovino!