PROVIAMO INDIGNAZIONE, MA SENZA IPOCRISIA, di GLG
E’ bene prendere atto che si tratta di “normalità”. In Irak non sembra esistere un potere compatto in grado di assicurare una certa unitarietà al paese e alla sua direzione politica. In simili condizioni, certe spiacevoli (eufemismo) risultanze dell’infamità umana risultano più evidenti e di più facile rilevazione. Ad esempio, alla fine della seconda guerra mondiale, invece, i vincitori – pur dividendosi praticamente subito in due blocchi distinti – erano, nell’area di loro competenza, di compattezza e omogeneità tali da potersi descrivere quali portatori di civiltà e umanità contro la ferocia e crudeltà dei vinti. Balle colossali. Fin da ragazzino sono stato “vaccinato” contro questa falsità. Il capo delle Brigate Nere della mia cittadina era marito di una parente della mia famiglia; e i suoi giovani figli, miei cugini in quarta (o quinta, non so bene) facevano parte delle stesse. Sapevo così, anche se ne capivo poco al momento, delle torture inflitte ai partigiani catturati e spesso poi accoppati. E seppi subito che questi lontani cugini avevano prelevato, proprio pochi giorni prima del 25 aprile, due presunti partigiani dall’Ospedale (mentre erano in effetti dei semplici ricoverati perché malati) e li avevano fucilati nel cimitero. Ho però conosciuto a casa mia un certo numero di fascisti, alcuni restati tali anche finita la guerra, che non erano per nulla implicati in “fatti” di disumanità (ivi compreso mio padre).
All’inizio degli anni ’50, da poco uscito dall’adolescenza, entrai in contatto stretto con il partito comunista. Non presi la tessera, ma partecipai alla vita del partito per più di un decennio, allontanandomi solo dopo la netta rottura tra sovietici e cinesi (nel ’63); mi avvicinai così ai gruppi filo-cinesi. In ogni caso, conobbi in quegli anni molti che avevano combattuto la guerra partigiana e raccontavano senza reticenze quello che avevano fatto loro e i loro compagni di lotta. E appresi così che anche in “questo settore” vi erano brave persone, con cui ho avuto molta amicizia, e individui nefasti, di una aberrazione e crudeltà difficile a credersi (in specie alla mia età d’allora). Ho dunque imparato prestissimo che non vi sono solo orrori da una parte e vicende esaltanti dall’altra. La scelta di una delle fazioni in lotta va comunque, secondo la mia netta convinzione, compiuta in base alla strada che ci sembra la migliore da imboccare in quella data contingenza storica. Tuttavia, tra coloro che si schierano su date posizioni e quelli che ne appoggiano altre, vi sono eguali quantità di individui che ci credono veramente e sono fondamentalmente “sani” (il che non significa che non debbano, in certi scontri acuti, anche ammazzare, ma solo per assoluta necessità: o loro o gli altri) e di ignobili personaggi che sono invece dei degenerati, sadici, vogliosi di semplice vendetta e di cogliere opportunità per emergere o anche arricchirsi a spese dei vinti. Non c’è nessun motivo di “migliore e più virtuosa” umanità che spinga a scegliere una parte o l’altra. Per questo ho sempre provato schifo per chi racconta solo le “mostruosità” del “nemico” mentre i “suoi” avrebbero esclusivamente compiuto azioni giuste e luminose. Mentitori a 360°, che sporcano la causa per cui hanno combattuto.
Sia chiaro che quanto detto non significa che si debbano trattare con indifferenza simili orrori. Vanno denunciati con forza e vanno pure denunciati tutti coloro che di fatto li tollerano e anzi spesso li alimentano per i loro interessi. Quando possibile, gli autori d’essi vanno repressi o anche eliminati con la dovuta durezza. Questo è indubitabile. L’importante è sapere che da ogni parte possono venire in evidenza le mostruosità di cui è capace la nostra specie animale, in tutte le sue componenti; non esistono quelle più “educate” di altre. E il bene come il male, anche nelle loro punte più alte, estreme, sono dentro di noi. Chi inorridisce e grida ai “mostri” è puramente ipocrita o stupido come lo sono appunto i cosiddetti “benpensanti”; invece propagatori di falsi pensieri e dai quali dobbiamo guardarci. Sono pericolosi “guardiani” di un “bene”, che è al contrario il male assoluto, quello che sparge a piene mani l’inconsapevolezza di quanto si annida in tutti noi. E può sempre risvegliarsi in ogni momento difficile e di scontro acuto tra convinzioni opposte. Dobbiamo scegliere ciò che ci sembra migliore in quella data contingenza; ma la scelta apre una via la cui fine ci è largamente ignota e può sorprenderci e anche perderci. Quindi basta con i “mostri”, i “folli perversi” e con i “buoni e generosi”, che rigenerano il mondo. Non si rigenera un bel nulla, spargiamo a tutto andare – e tutti convinti di operare per il meglio e per la salvezza degli uomini – tutto l’amaro, che poi assurge pure alle più alte espressioni dell’animo umano con l’arte e la letteratura.
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