QUANDO FINIRA’ QUESTO TRAVAGLIO?, di GLG

gianfranco

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Si tratta di un’autentica scemenza. Detta tuttavia da un personaggio che certamente non è scemo. E allora la scemenza acquista un “sapore strano”, è indice di intenzioni e progetti che devono renderci consapevoli di un pericolo assai grave. Nel 1956, l’accordo del Belgio con l’Italia era stato comprensibilmente stilato per fornire lavoratori alle evidentemente non sufficientemente guarnite miniere di quel paese. Oggi, con gli avanzamenti della tecnologia e di nuove scoperte, nemmeno nelle miniere, nelle “fonti” di energia in genere e ancor meno in ogni altro settore produttivo, si può stabilire una correlazione tra numero dei lavoratori impiegati e crescita di un paese. Semmai, in un periodo in cui questa crescita è decisamente più bassa che nel periodo di rinascita dopo una terribile e distruttiva guerra mondiale – ed è stentata per motivi legati alla crescente competitività, a sua volta connessa allo scoordinamento multipolare di un mondo in cui alcune potenze si rafforzano e confliggono (e non sto parlando di potenze dal solo punto di vista economico e basta) – non vi è dubbio che l’aumento del numero di braccia in cerca di lavoro può semmai diventare motivo di maggiori difficoltà, in estensione dalla semplice sfera economica a quella politica e ancor più a quella sociale, con fenomeni di disordine, disgregazione, perdita dei connotati culturali e grave alterazione delle modalità del vivere, essenziali per la permanenza di un solido tessuto di relazioni. L’arrivo di disperati, privi fra l’altro di conoscenze tecniche di un qualsiasi genere, serve semmai soltanto ai guadagni degli scafisti, delle ONG tanto incensate quanto ormai sospette di pratiche tutt’altro che salvatrici e misericordiose, dei proprietari agricoli o altri imprenditori che li impiegano per salari infimi, ecc. Tuttavia, a parte una schiera non numerosa di intellettuali e di altri personaggi del tutto al di sopra del tenore di vita medio sociale, ormai corrotti nel temperamento e nel cervello, ci sono vertici del potere politico e culturale (a cui appartiene a pieno diritto pure il Papa) che non mirano certo ai guadagni; invece avvertono la fine della loro epoca di ormai immiserito livello politico, culturale e pure morale. Quanto durerà questa tormentosa fine è impossibile adesso a dirsi; ed è pure ignoto come finirà, pur se sarà probabilmente una fine sofferta in cui tutti saranno coinvolti, anche gli incolpevoli. Bisognerebbe cercare di abbreviare il travaglio doloroso di una nuova nascita. Bisognerebbe far subire la tragedia soprattutto a questi “abbarbicati” al potere, che ancora provocano danni enormi nella nostra società. Chissà che non arrivi il temporale, la bufera, un grandioso tsunami che ci liberi di così drammatico pericolo.
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